GROTTAMMARE – Aspettare: forse per il momento è solo questa la prossima mossa che resta a Grottammare. Il riassunto in una sola parola, riguardo ad azioni e scenari immediati, della parte più controversa del primo consiglio comunale del 2016, tenutosi nella serata del 27 gennaio.

Il secondo punto all’ordine del giorno è stato infatti l’aggiornamento sugli sviluppi del caso di presunto assenteismo, sollevato da un servizio della trasmissione “Piazza Pulita”, andato in onda su La7 lo scorso 14 gennaio.

“Aspettare” è l’invito che il sindaco Enrico Piergallini ha ripetuto e motivato più volte, perché ora che l’amministrazione comunale ha già intrapreso tutte le azioni possibili per far luce sulla questione, senza riuscirci per una pluralità di fattori, bisogna attendere i risultati delle indagini più approfondite. “E qui, l’amministrazione non può controllare, e ancor meno accelerare, i tempi”.

Tutta la cronologia della faccenda spinosa, riassunta in fondo all’articolo, è stata ripresa dal sindaco per illustrarla ai presenti, facendovi degli appunti.

Riguardo al servizio di “Piazza Pulita”, Piergallini ha ribadito di aver individuato in esso, sin da subito, delle anomalie (“perché non viene fatto il nome di Grottammare? perché i dipendenti ripresi, che escono dopo aver timbrato, non vengono seguiti fino alla fine ed intervistati, come accade nel servizio ambientato al comune di Roma?”). E che l’esito delle verifiche condotte sui 7 dipendenti “incriminati”, aveva mostrato che sei di loro si stavano recando a lavoro nella vicina sede distaccata, mentre l’ultimo aveva timbrato l’uscita per la pausa.

“Dopo aver fatto tutto il possibile siamo arrivati al punto – ha dichiarato – in cui non avevamo più gli strumenti per andare avanti con le indagini. Attualmente abbiamo sospeso le commissioni disciplinari e comunicato alla società “Magnolia SpA” che il Comune si avvarrà di tutti i propri diritti. Il punto a cui si appoggiano servizi giornalistici di questo tipo, i mass media, è sfruttare il fatto che oggi la massa ha un senso di avversione verso i dipendenti pubblici. Le persone non se la prendono per esempio con i calciatori, i personaggi dello spettacolo, che sono lontani. Vuoi per la situazione delicata o per le difficoltà economiche, attaccano invece gli impiegati, che hanno in certi casi uno stipendio che viene percepito più dignitoso. Quando piuttosto che furbetti, sono delle persone semplici che timbrano il cartellino e fanno onestamente il proprio lavoro, guadagnando in trent’anni quello che un personaggio famoso ottiene in uno soltanto”.

Piergallini ha poi chiesto spiegazioni al consigliere Lorenzo Vesperini di Forza Italia, per aver detto solo durante la riunione dei capigruppo, e non prima – quando si sarebbe potuto evitare che la situazione precipitasse – che il servizio trasmesso da La7 era legato ad un altro andato in onda l’anno precedente.

“Speriamo che facendo chiarezza sul servizio – ha aggiunto – il Comune di Grottammare possa essere rilanciato e la città presa come un riferimento, un esempio da seguire. Non si risolve tutto demolendo lo stato”.

“Non mi sembra il caso di parlare né di furbetti, né di assenteisti”, è intervenuto Sandro Mariani, proponendo due riflessioni.

La prima relativa al “perché” fosse stato scelto come obiettivo proprio Grottammare, chi l’avesse segnalata.

La seconda, mossa da un articolo uscito alla fine del 2015 (quindi un paio di settimane prima dello scoppio del caso) in cui si faceva riferimento ad una possibile inchiesta in corso all’interno del Comune, presumibilmente da parte di una troupe televisiva in incognito.

“Non si poteva approfondire la questione in quei giorni? cercare di capire subito chi fossero i mandanti e mettere le mani avanti per tutelarsi? Ciò che resta, oggi, è che siamo tutti furbetti. E quindi bisogna andare fino in fondo per far luce sulla verità, attivando strategie che portino direttamente all’obiettivo”, ha concluso.

Anche il consigliere Andrea Crimella è apparso preoccupato per il danno di immagine subito dal Comune, che si sarebbe potuto evitare se l’intervento fosse stato tempestivo, individuando e bloccando l’ideatore del servizio. Spostando l’attenzione sulle timbratrici, ha invitato caldamente il sindaco ad installarle anche nelle sedi distaccate che ne risultano ancora sprovviste, come la scuola e l’anagrafe.

La parola è poi passata al consigliere Lorenzo Vesperini che ha rimproverato al sindaco una ricostruzione dei fatti incompleta: “Sono state dette tante cose, ma non è mai stato toccato il punto focale. La scelta di Grottammare da prendere come obiettivo di mira non regge. Il soggetto che ha fatto entrare la troupe… chi è? Questo dalla bocca del sindaco non è mai trapelato”.

Vesperini ha fortemente criticato il modo in cui l’amministrazione ha affrontato la situazione critica: “Si è chiamato un avvocato, si è parlato di denunce, di risarcimenti, si è andati su Rai3 con una mossa più che propagandistica (qui riferendosi indirettamente all’intervista rilasciata da Piergallini) , e infine si è verificato che il sindaco mette avanti le figure lese per capire… cosa? Ce lo spiegherà lui. Inoltre al Tg3 regionale ha detto che la timbratrice è soltanto una, quando invece non è così. A lui chiedo perché, se si sapeva di un’inchiesta in corso, abbia fatto tutte quelle azioni legali. Perché si è sperato, si è fatto tutto per cercare di cogliere qualcuno. La cosa grave è che il sindaco vuole fare il processo al consigliere, quasi che fossi stato io il mandante di tutto ciò”.

Il consigliere Cesare Augusto Carboni è intervenuto per riportare il dibattito su temi di interesse più generale, evidenziando alcuni aspetti salienti del caso: “Sinceramente, non credo che valga la pena strumentalizzare la questione per fini politici. Stasera ho visto atteggiamenti più ondivaghi da parte dei consiglieri. Vorrei ricordare che La7 non è il committente del servizio trasmesso, ma l’ha acquistato dalla società Magnolia. Che suppongo l’abbia commissionato ad un freelance, che si guadagna da vivere così, visto che il video non mostrava alcun logo di rilievo, come quello della guardia di finanza o della polizia, lasciando pensare in tutta probabilità che si trattasse di una ripresa effettuata da un privato”.

Secondo Carboni, la questione dei “furbetti”, non è neanche un problema di timbratrici: “D’altronde uno potrebbe persino timbrare e non lavorare; e prendere un caffè, nel rispetto delle regole, o fare ritardo al lavoro una volta, non sono certo fatti gravi, sono cose che capitano e possono capitare. Il complottismo non credo proprio che ci sia. Secondo voi il sindaco avrebbe dovuto fare il giro delle emittenti televisive per impedire la pubblicazione di un presunto filmato? Oppure devo veramente pensare che c’è una persona che si sia voluta vendicare? Ma se dobbiamo fare politica così, è meglio che abdichiamo. Ribadire in tv dal mattino alla sera che questa città non vale è controproducente, serve solo ad abbandonarla nelle mani di qualcuno che la userà per fare i propri interessi privati”.

Il sindaco ha quindi ripreso la parola ribadendo: “Io non faccio processi a nessuno”. In merito alla sua nota di richiamo all’ordine, che avrebbe inviato ai dipendenti nel novembre scorso, e tirata in ballo con sospetto da Vesperini, si è difeso negando la connessione con i fatti accaduti due mesi dopo: ha sostenuto di averla diffusa, solo in quanto colpito da un servizio televisivo che aveva trascinato il sindaco di Sanremo, in cui si era immedesimato, in un processo mediatico.

Ha poi aggiunto, rivolgendosi a Vesperini: “Tu saresti stato contento se il servizio di La7  avesse avuto come titolo ‘Sindaco copre dipendenti fannulloni’. Ma il Comune di Grottammare non ha niente da nascondere. Se la cuoca non va a lavoro, non ci sarà il pasto; se i dipendenti non vanno all’anagrafe, la gente se ne accorgerà. Ti pare, poi, che dopo 12 anni qui,  non sappia quante e dove siano localizzate le timbratrici marcatempo? Io sono convinto che se avessero avuto immagini più compromettenti non si sarebbero fatti certo il problema a mandarle in onda. Il nome di Grottammare l’hanno volutamente omesso, perché forse loro stessi vedevano che qualcosa, nel servizio, non era definitivo”.

Quanto alla sua presenza sul tg regionale di Rai3, che secondo Vesperini avrebbe costituito un mero atto propagandistico, Piergallini ha precisato di essere stato lui stesso contattato dall’emittente. E che trattandosi di un’intervista, non avrebbe potuto sottrarvisi, se non con il rischio successivo di venire in tutta probabilità accusato di non rilasciarle.

“Quando vedo i dipendenti con il volto coperto, umiliati dalle accuse, io la faccia ce la metto. E vado avanti. Quanto all’avvocato, ricordo a Vesperini, che è stato nominato dalla giunta. L’amarezza più grande in tutta la faccenda è stato vedere che la città non è stata totalmente unita. Non usate il dubbio delle macchinette marcatempo, altrimenti fate il gioco di Formigli. Sembra quasi che Grottammare sfugga al controllo solo perché mancano, ma non è così: non c’è niente da controllare qui. Altre macchine marcatempo non le metterò. Non c’è l’obbligo per le distanze di 500 metri. La mia domanda invece è: per quale ragione, un servizio così lacunoso, in termini di metodologia giornalistica, è stato mandato in onda?”.

“Se io fossi stato al suo posto – lo ha incalzato Vesperini – e avessi saputo che si stava aggirando in Comune una tv per fare il servizio, avrei subito denunciato tutto alle autorità competenti. Chi li ha fatti entrare?”.

Al che Piergallini ha ricordato che per accedere al Comune non serve certo l’assenso: “Può entrare chiunque. E possono venire anche altre trasmissioni televisive come Le Iene, Striscia la Notizia. E noi non possiamo impedire né il libero accesso, né la libertà di stampa. Tutto ciò che so, il poco di più, l’ho già denunciato da tempo alle autorità competenti. Non credo che qualcuno abbia architettato un complotto contro di me, perché mi sopravvaluterei, e ci sono persone più importanti. Adesso aspettiamo. Le indagini sono in corso. Solo dopo, quando avremo tutti gli strumenti analitici e ci sarà la certezza di come sono andate effettivamente le cose, sarà guerra ad oltranza, fino alla fine”.

Di seguito riepiloghiamo la cronologia del caso, ripresa dal sindaco Enrico Piergallini durante il consiglio comunale del 27 gennaio.

CRONOLOGIA

14 gennaio. La trasmissione di La7 “Piazza Pulita” manda in onda un servizio che ritrae ben 7 dipendenti comunali, i quali sarebbero usciti subito dopo aver timbrato la presenza, invece di recarsi nel proprio ufficio. Il Comune non viene mai nominato, tuttavia viene riconosciuto facilmente, ed in maniera inequivocabile, grazie a diversi dettagli.
15 gennaio. Vengono aperte formalmente due commissioni disciplinari che dovranno far luce sulla questione. Il Comune invia all’emittente televisiva La7 una richiesta urgente al fine di ottenere una copia del filmato integrale (quindi senza i volti offuscati) girato presso Palazzo Ravenna. Viene richiesta anche l’indicazione di orario e giorno delle riprese, per poter procedere alle opportune verifiche ed individuare senza dubbi le persone che sono state e si sono riconosciute.
15 gennaio. La7 risponde al Comune che non dispone del materiale originale integrale perché il programma “Piazza Pulita” è ideato, realizzato e prodotto in appalto dalla società “Magnolia SpA”.
16 gennaio. Il Comune richiede alla società “Magnolia SpA” l’invio della documentazione con urgenza, motivando la richiesta per via della necessità di consentire il lavoro delle commissioni disciplinari.
19 gennaio. La società “Magnolia SpA” risponde che non può rilasciare al Comune il materiale girato per ragioni di rispetto della privacy e del Codice deontologico dell’attività giornalistica.
21 gennaio. Il Comune prende atto della risposta di “Magnolia SpA” e vengono sospesi i termini dell’iter dei procedimenti disciplinari per mancanza delle condizioni oggettive per istruire la pratica e dare un giudizio su quanto accaduto.
21 gennaio. Il Comune notifica l’impossibilità di procedere alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno.
21 gennaio. Durante la serata va in onda su La7 una nuova puntata di “Piazza Pulita”, in cui il conduttore Corrado Formigli accenna alla questione per via di alcune critiche ricevute. Si dichiara disposto a collaborare alle indagini per capire come sono andati i fatti, ma non a fare un passo indietro fino a che non verranno chiariti del tutto, portando alla luce una verità diversa da quella emersa nel servizio.