PALO ALTO – Si chiama “Doomsday Clock” e a qualcuno potrebbe sembrare un altro, folle prodotto della stravaganza americana.

Purtroppo non è così. Perché l’Orologio dell’Apocalisse – e qui serve un bicchiere d’acqua per variare il brindisi di mezzanotte – è stato appena aggiornato dal “Bulletin of the Atomic Scientists Science and Security Board”. Una commissione di altissimo livello che include fisici e scienziati ambientali, chiamati ad interfacciarsi con un “Consiglio degli Sponsor” che vanta ben 17 premi Nobel.

Il Doomsday Clock è un orologio metaforico ideato nel lontano 1947 dagli studiosi dell’Università di Chicago che prende come riferimento la mezzanotte per indicare la fine del mondo. Si rivela uno strumento prezioso a livello previsionale in quanto cerca di misurare il pericolo di una ipotetica distruzione globale a cui è sottoposta l’umanità.

Al momento della creazione nel 1947, durante la guerra fredda, le lancette segnavano 7 minuti alla mezzanotte.

Da allora sono state spostate 21 volte, raggiungendo la massima vicinanza alla mezzanotte (2 minuti) nel 1953, dopo i test di armi termonucleari da parte di USA e URSS, che hanno mantenuto fino al 1960.

La massima lontananza (17 minuti) si è verificata tra il 1991 (trattati START) e il 1995.

Ma ecco che nel 2012 l’orologio segnava già le 23:55, per poi precipitare pericolosamente verso l’ora fatale lo scorso anno, quando lo abbiamo visto toccare i 3 minuti alla mezzanotte.

Nel 2016 l’orologio è stato lasciato fermo, con sorpresa dei tanti che temevano un ulteriore avvicinamento all’ora “apocalittica” vista la delicata situazione globale che non risparmia nessun campo. Tuttavia il bollettino rilasciato nella serata del 26 gennaio non lascia molto spazio all’ottimismo: “le lancette non si muovono, ma non è una buona notizia”.

A spiegare la decisione, interessante anche per comprendere le dinamiche, ci ha pensato Laurence M. Krauss, fisico teorico di calibro internazionale e dirigente del Bulletin of the Atomic Scientists.

“Quest’anno abbiamo deciso di non spostare l’orologio in avanti o indietro. Rimane ancora alle 23:57, a tre minuti dalla mezzanotte. Il fatto che le lancette dell’orologio non si muovano, non è una buona notizia. È un’espressione di grave preoccupazione per come la situazione globale rimanga in gran parte invariata.

L’ultima volta che l’orologio è stato così vicino alla mezzanotte accadde nel 1983, in piena guerra fredda.

Da quando abbiamo spostato l’orologio in avanti, un anno fa, e prima ancora nel 2012, gli sviluppi mondiali sono stati vari e misti. Ci sono state alcune notizie positive come l’accordo nucleare iraniano e l’accordo sul clima di Parigi. Allo stesso tempo, le tensioni nucleari tra USA e Russia sono cresciute, la situazione in Corea del Nord è diventata più acuta, con il Paese che afferma di aver testato una bomba all’idrogeno; le tensioni tra Pakistan e India rimangono elevate, ed entrambi questi Paesi stanno aumentando i propri arsenali nucleari; ed i programmi di modernizzazione delle armi degli USA e della Russia continuano a violare lo spirito di non proliferazione nucleare.

Nonostante l’accordo di Parigi, la lotta contro il cambiamento climatico è solo all’inizio, e non è chiaro se le nazioni del mondo siano tutte pronte a fare scelte difficili, ma necessarie, per stabilizzare il clima e scongiurare possibili disastri ambientali.

Le principali sfide disposte dal Bollettino per i governi, un anno fa, non sono state affrontate, nonostante le minacce globali che abbiamo di fronte siano diventate più urgenti.

Per capire la posizione corrente dell’orologio è utile guardare alla storia recente. Nel 2010 l’avevamo spostato indietro, in parte perché il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si era impegnato per un mondo senza armi nucleari. Invece negli anni della sua amministrazione l’esercito ha sviluppato una nuova generazione di armamenti.

I problemi delle armi nucleari non sono solo quelli ipotetici e diretti, ma anche quelli delle scorie nucleari commerciali e quelli dei siti di stoccaggio internazionali.

Per aiutare l’orologio a tornare indietro, il Bollettino invita i cittadini del mondo a fare pressioni sui loro leader che devono ridurre drasticamente le spese nei programmi di modernizzazione delle armi nucleari, avviando processi di disarmo, e devono impegnarsi con la Corea del Nord per ridurre i rischi nucleari.

Inoltre devono rispettare gli impegni dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici per mantenere il global warming nei limiti dei 2 gradi celsius. E più in generale devono creare istituzioni per indagare sugli abusi potenzialmente catastrofici delle nuove tecnologie”.

C’è poco da stare allegri e ancor meno da chiedere visto che è tutto molto chiaro. Potrebbe restare la curiosità di sapere cosa accadrebbe se potessimo spostare le lancette tenendo conto soltanto della nostra area: stoccaggio gas, trivelle, caos primarie ed elezioni, stadi e demolizioni, multe per passi carrabili esistenti o mai esistiti, e chi più ne ha più ne metta.

Anche qui, potrebbero essere lo stesso le 23:57, ancora una volta. Oppure potrebbe mancare solo qualche secondo alla mezzanotte. O magari è persino passata da un pezzo.

Per buona pace dell’anima, meglio coltivare la saggezza di Tony D’Amato in Ogni maledetta domenica, e convincersi che la vita, la sopravvivenza del pianeta siano “solo una questione di centimetri”.

Perché se per davvero dovessero essere una questione di minuti, vista l’ora, bella non è.