SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il valore dello stadio Ballarin è stimabile dalle parole di tanti sambenedettesi che hanno vissuto intensamente lo storico impianto. Uno di questi è senz’altro Aleandro Fioroni, esponente di massima per anni con la Samb Rugby. La società sportiva è stata un punto di riferimento per tanti giovani della provincia di Ascoli e Fermo. Al di là dei risultati gloriosi ottenuti, la squadra era un vero e proprio centro di aggregazione dove il Ballarin era un punto fermo. Il 31 dicembre 2015 la convenzione della squadra per utilizzare l’impianto è terminata.

Dagli occhi di Fioroni è percepibile la nostalgia mentre guarda il campo dove la vegetazione incolta abbonda. “Ma non è quello il vero problema – spiega Fioroni – l’erba si taglia e si sistema. A essere ridotti male sono gli spogliatoi, allagati completamente ogni volta che piove a causa di un pessimo sistema fognario che coinvolge anche le vie limitrofe. A oggi l’acqua, se si può chiamarla così, è ancora presente. Un degrado che fa male”.

Come ‘giustifica’ questo degrado?

“Ho la sensazione che tutto ciò sia stato voluto. Ho l’impressione che qualcuno dell’amministrazione comunale aveva l’obiettivo di rendere questo impianto ‘inutile’ per avere l’alibi di demolirlo. Spostare qualsiasi tipo di attività sportiva dallo stadio per renderlo vacante”.

Si riferisce anche alla creazione dell’impianto sportivo di Rugby, avvenuta di recente, a Porto d’Ascoli?

“Sia chiaro: non contesto assolutamente la nascita del complesso ‘Mandela’. Era necessario ed è molto utile. A mio parere, però, era doveroso mantenere un impianto praticabile anche al Ballarin. Perché la posizione dello stadio è favorevole ai giocatori e ai loro familiari che provengono dall’entroterra Ripano e Fermano. Per non parlare di chi viene da Grottammare e Cupra Marittima. Inoltre molti giovanissimi sambenedettesi si recavano direttamente in bici o a piedi al Ballarin. Adesso per molti è necessario il trasporto in auto da parte dei genitori e questi ultimi spesso per motivi lavorativi o personali non riescono. C’è il forte rischio che il rugby giovanile muoia. Sarebbe un vero peccato dato il notevole afflusso di ragazzi che negli ultimi anni si era avvicinato a questo meraviglioso sport”.

So che lei appoggia il comitato “Salviamo il Ballarin, la storia e il diritto allo sport”. Cosa chiedete in merito a questa vicenda?

“Noi siamo contrari a una demolizione senza un progetto. Non si può abbattere un impianto senza avere uno straccio d’idea di cosa realizzare in seguito. In dieci anni quest’amministrazione comunale ha dimostrato più volte di non affrontare realmente la vicenda. Non ha senso demolire per lasciare poi il ‘vuoto’. Siamo favorevoli a una ristrutturazione. Un abbattimento che porti però alla creazione di qualcosa di davvero utile per la collettività. Vorremmo la realizzazione di un’area per agevolare la pratica di qualsiasi tipo di sport, avvicinare i giovani all’attività fisica e che allo stesso momento sia uno spazio per manifestazioni di varie tematiche. Anche concerti musicali. Non scordiamoci che al Ballarin si esibirono musicisti straordinari come Ray Charles e Pino Daniele, giusto per fare qualche nome. Vogliamo che sia ridata dignità all’intera area sotto tutti i punti di vista”.

Lei, con la Samb Rugby, ha vissuto intensamente il Ballarin. Da come ne parla, è percepibile un po’ di malinconia di quei tempi.

“Attualmente siamo fermi. Provo malinconia e nostalgia nel ricordare momenti belli vissuti in questo impianto sportivo. Sono stato prima giocatore e poi dirigente. Abbiamo portato la squadra in categorie importanti anche a livello giovanile. Squadre blasonate da tutta Italia sono venute a giocare al Ballarin. Con il Club House, la struttura adiacente all’ingresso, abbiamo organizzato vari ‘terzi tempi’. Un ulteriore modo per creare unione tra atleti e familiari. Gli spalti erano occupati da un numero notevole di persone che assistevano con entusiasmo alle nostre partite. Eravamo orgogliosi di mantenere in vita il Ballarin. Inoltre abbiamo portato la nazionale di rugby delle Isole Samoa ad allenarsi in questo stadio. Una squadra dalla notevole caratura internazionale. Dispiace vedere questo degrado. Anche il Club House è in brutte condizioni e non essendo un’area recintata e protetta abbiamo subito anche danni e furti nella struttura. Ma al di là del rugby, il mio desiderio e quello del comitato è di ridare uno spazio a tutti i giovani per praticare qualsiasi tipo di sport. Sarebbe bello rivitalizzare l’intera area del Ballarin”.