SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sto ricevendo molti “stimoli” riguardanti la questione Ballarin: da politici, dai “social”, dalla gente che ti ferma per strada e chiede di scrivere articoli “tosti“.

Solitamente le posizioni politiche che nascono dalla curva vanno prese con le molle, perché il rischio di una speculazione esiste a seconda della predominanza di una idea politica o meno fra i tifosi. Ma ieri, durante la partita Samb-Fermana, i tifosi della Curva Cioffi hanno issato uno striscione che vale davvero un titolo d’apertura, chapeau!, si direbbe: “Ballarin abbandonato, Riviera mai ultimato, ecco il risultato di dieci anni di mandato“.

E chi dopo dieci anni arriva a questo risultato, dovrebbe, non dico chiedere scusa, elemento umano raro in politica, ma almeno muoversi con l’umiltà dell’ascolto e della condivisione (sono buono, avevo chiesto due anni fa le dimissioni di sindaco e assessore allo Sport per la mancata risoluzione della questione stadio, figurarsi).

Ci tengo personalmente ad agganciare la questione di Ballarin e Riviera delle Palme anche a quella del lungomare. Sembrano argomenti distanti, in realtà sono tutti molto legati. Bisogna sforzarsi per mettere insieme i vari pezzi del puzzle cittadino e cercare un governo unitario. Un “Piano Regolatore del Costruito”

PERCHE’ BALLARIN, RIVIERA DELLE PALME E LUNGOMARE SONO PARTE DI UNA UNICA VISIONE: lo scrissi qui, lo scorso 18 giugno, nell’articolo Il “Profumo del Mare”: giovani, fuori il coraggio (e le idee). Vi chiedo di rileggerlo per comprendere meglio quanto qui si scrive.

Bisogna pur depurare le vicende da questioni eccessivamente irrazionali. Il sentimento, il ricordo, le passioni, sono elementi determinanti nella scelta di “quale città”, e anzi sono l’aspetto sul quale poi agire. Ma l’azione deve essere razionale. Prima lo scenario (il sogno), poi il mattone (l’azione).

OPZIONE RIVIERA DELLE PALME Manca poco per riqualificare lo stadio dove gioca la Samb, ma la situazione è ferma dal 2009, con notevoli danni per la società sportiva e la città intera. Assistiamo da anni alla promessa di riapertura completa dell’impianto; la penultima lo prevedeva per la fine del 2015, l’ultima alla fine di febbraio. Ricordiamo che la messa a norma e la copertura di tutti i settori è avvenuta senza esborso di denaro pubblico. L’articolo di Primo Angellotti, nostro blogger, è forse la sintesi più esauriente della complicata vicenda.

OPZIONE BALLARIN La serie di errori a dir poco mastodontici dell’amministrazione Gaspari parte dal primo mandato, quando la lunga trattativa per la realizzazione della “Grande Opera” della Fondazione Carisap si bloccò perché a norma di legge non era possibile sfruttare a quel modo un terreno recentemente recuperato dal demanio. Dopo 10 anni di inconcludenza, Gaspari pensa che un mero abbattimento dei gradoni, senza alcuna opzione per l’area, sia un grande lascito per San Benedetto. Ad ogni modo si parla di 300 mila euro disponibili per l’operazione.

OPZIONE LUNGOMARE Anche qui dopo dieci anni di promesse (e tasse) a vuoto, Gaspari ora vorrebbe realizzare 400 metri a nord, dal costo di 2 milioni, senza una progettazione d’insieme col resto della città. Il problema a mio avviso qui è grande nonostante sia stato fatto rivelare in ogni modo: chi getta il mattone sul lungomare, e peggio senza scenario, vincola non solo la città ad un esborso di altri 8 milioni per il chilometro e mezzo mancante, ma blocca qualsiasi nuovo scenario in grado di proiettare San Benedetto nel futuro, per il lungomare e tutto ciò che gravita attorno. Parliamo di Albula, ex Galoppatoio, anche il Ballarin, la zona portuale, il centro pedonale, l’ex Tirassegno e l’area dello stadio…

E’ curioso che sul Ballarin le uniche due proposte siano arrivate o stiano arrivando da associazioni e comitati di cittadini, quindi a titolo volontaristico, oppure che sul lungomare soltanto l’iniziativa di Riviera Oggi abbia costituito un momento di vero confronto e proposte di idee. Qui il progetto “L’Onda” presentato nel 2010, qui l’abbozzo del progetto al quale sta lavorando il Comitato “Salviamo il Ballarin”.

Di fatto la forte reazione sul Ballarin si ha proprio perché alla promessa di un abbattimento non vi è alcuno scenario di città; così come sui 400 metri di lungomare vi è solo speculazione elettorale. Si gioca sulla città dopo 119 mesi di errori, per dire, il 120esimo mese: “Ecco che stiamo lavorando”.

Mi dispiace, purtroppo, che sulla questione del lungomare, pur molto seguita, non vi sia la consapevolezza di un danno ancor più grande dell’abbattimento del Ballarin senza progettazione. Purtroppo per molti avere un tratto di lungomare “nuovo” è un dato al quale non si vuole rinunciare nell’immediato.

Di seguito alcune dichiarazioni raccolte negli ultimi giorni.

Mi scrive l’amico Peppe Azulmi, storico allenatore della Picena ed ex Presidente del Comitato Figc Giovanile e Scolastico di San Benedetto: “Sono 30 anni, dal 1985, che la Samb non gioca al Ballarin e nessuno ha fatto mai niente. Gaspari guida l’Amministrazione Comunale da dieci anni e non ha mai fatto niente per il Ballarin; ora, a 4 mesi dalla fine del mandato vuole demolire una pietra miliare del calcio nazionale e della nostra sambenedettesità! NO! Giù le mani dal Ballarin e prima di demolire il Ballarin o qualsiasi altra opera pubblica bisogna avere le idee chiare su cosa fare dell’area. In questo caso non mi sembra ci siano idee chiare, anzi… il Ballarin va recuperato e restituito a San Benedetto del Tronto ed ai sambenedettesi. NOI di San Benedetto del Tronto LO amiamo! Noi…

Pietro Paolo Menzietti, scomparso lunedì scorso, così si rivolse a Riviera Oggi nell’ambito del tentativo di definire un progetto di lungomare partecipato: “Iniziativa interessante e molto bella; sicuramente, e lo dico come uomo esperto di politica, so che l’inizio non sarà facile, e bisognerà resistere ad alcune inevitabili sconfitte, ma dovrete essere tranquilli anche nei momenti di difficoltà, anche perché Riviera Oggi è per sua natura vocata al confronto e alla partecipazione innovativa. Avete davanti a voi una esperienza importante e avete ragione nel dire che il lungomare è qualcosa di troppo importante per essere totalmente delegato. La discussione collettiva e partecipata è essenziale per la vita democratica della nostra comunità”.

Infine Bruno Gabrielli, consigliere comunale di opposizione, mi ha contattato per via di un suo interessamento al progetto del Torino in merito al vecchio stadio Filadelfia, per il quale, attraverso una Fondazione, è in fase di recupero anche se non per un utilizzo per le gare ufficiali del Torino Calcio: “Correva l’anno 2010. A distanza di sei anni ribadisco il concetto: mi opporrò con tutte le mie forze ad una demolizione senza una concreta progettualità alternativa! Il Filadelfia di Torino dovrebbe insegnarci qualcosa…www.filadelfia.it