SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una delle ferite aperte di San Benedetto è sicuramente l’ex stadio Fratelli Ballarin, per molti oramai un rudere, per tanti altri comunque tuttora uno spazio fruibile per le attività sportive. L’ex Fossa dei Leoni, teatro delle pagine più epiche della storia della Sambenedettese Calcio, è tornata al centro di un contenzioso tra la giunta Gaspari e la Sovrintendenza delle Marche: la volontà dell’amministrazione comunale di abbattere le gradinate nel 2016 con un esborso presumibile di circa 300 mila euro (che sarebbero ricavati attraverso i Poru) ha visto l’opposizione della Sovrintendenza, in quanto alcune parti del Ballarin sono poste sotto vincolo essendo state costruite oltre 70 anni fa. A tal proposito abbiamo ascoltato Fabrizio Marcozzi, del Comitato “Ballarin”.

“La nostra posizione è sempre la stessa, ovvero preservare un’area destinata a verde sportivo rendendola fruibile al pubblico e facendone un uso polifunzionale – commenta Marcozzi – Sappiamo da tempo che l’area è sottoposta ad alcuni vincoli perché ci sono delle parti realizzate già negli anni ’30, quando ospitava l’impianto di gioco Legio Vittorio”. Di quell’epoca sembrano sopravvivere solo delle colonne e mattoncini ora poste sul muro esterno della tribuna laterale.

“La Sovrintendenza rivendica la testimonianza del perimetro originale – spiega Marcozzi – ed è per questo motivo che circa un mese fa abbiamo contattato la referente per la provincia di Ascoli, l’architetto Miriam Pompei, al fine di capire meglio la situazione”. Infatti da più parti il Comitato è stato sollecitato per la presentazione di un progetto “soprattutto da parte di coloro che intendono candidarsi alla carica di sindaco”, il che ha imposto di accertarsi di tutti i vincoli esistenti per evitare di realizzare una progettazione poi non realizzabile.

Continua Marcozzi: “Miriam Pompei si è dimostrata davvero gentile e collaborativa. Da parte nostra stiamo lavorando ad un progetto che prevede lo spostamento della viabilità nord-sud interamente dove si trova via Morosini (l’arteria stradale ad ovest della tribuna laterale, ndr). Il muro vincolato fungerebbe da spartitraffico per le due corsie, una delle quali transiterebbe dove attualmente si trovano i gradoni della tribuna. In questo modo potremmo creare uno spazio molto grande, con l’abbattimento delle due curve e dei distinti, fino a congiungersi con l’area dell’ex Gem”.

Nella progettazione preliminare si ipotizza di realizzare un parcheggio nella zona sud del Ballarin, e un altro vicino alla rotatoria a nord, con lo spostamento dell’intero percorso ciclabile ad est, in modo da congiungere il lungomare di Grottammare con l’area portuale.

L’area diventerebbe così polifunzionale: “Crediamo che debba essere una zona dove le società sportive di San Benedetto possano allenarsi, ma non dovrebbe essere dedicata esclusivamente agli incontri ufficiali o riservata solo allo sport, potrebbe essere una zona dove i giovani possano trascorrere il tempo libero e divertirsi, con particolare tutela per i disabili”.

Inoltre lo spazio che si verrebbe a ricavare, potrebbe diventare davvero la zona dove ospitare eventi all’aperto, sia per un grande pubblico che per un pubblico più ridotto, dai concerti alle rappresentazioni teatrali, dalle presentazioni di libri ad eventi comunque da tenere all’aperto, mentre nella zona della gradinata sud potrebbe essere recuperata una volumetria da adibire all’auspicato, da molti, Museo dello Sport Sambenedettese. A tal fine si potrebbe pensare di realizzare un piccolo anfiteatro.

Resta la domanda: e i soldi per realizzare tutto questo?

“Sarebbe forse l’ultimo dei problemi: innanzitutto la spesa principale è relativa all’abbattimento delle gradinate, e oltretutto tempo fa parlammo con il costruttore Santarelli, il quale è proprietario di un’area edificabile in prossimità del Ballarin, il quale, in caso di cambio di destinazione d’uso e quindi senza aumento di volumetria, potrebbe versare fino a un milione e 300 mila euro” precisa Marcozzi.