MARTINSICURO – La nostra società sta affrontando una situazione delicata dal punto di vista economico e finanziario. Negli ultimi anni giornali e televisioni parlano dei cambiamenti che si stanno verificando attorno al complicato mondo della finanza. Anche su Internet si discute di tematiche che sono basilari per il futuro e la formazione di un nucleo familiare o di una carriera lavorativa. Le banche sembrano essere diventate l’ago della bilancia per molte persone. Probabilmente lo sono sempre state. Purtroppo recentemente, anche nel nostro territorio con la vicenda Banca Marche, sembrano essere diventate ‘cattive consigliere’. C’è chi sostiene la tesi dell’incompetenza e della lucrazione. Altri affermano, invece, che c’è poca informazione sugli argomenti finanziari.

A Martinsicuro vive Elisabetta Massa. Broker e consulente finanziario ad Alba Adriatica. Elisabetta è nata a San Benedetto del Tronto. In Riviera ha anche studiato. Da ottobre ha aperto un blog su internet. ‘I Buoni del Tesoro vanno in Paradiso?’. Uno spazio creato apposta per spiegare agli utenti, in maniera leggera e originale, l’intricato sistema bancario e finanziario. Un aiuto per i ‘meno abbienti’ per comprendere questo argomento complesso. Il suo blog sta avendo un buon riscontro sulla rete. Anche sui social network tramite la pagina Facebook. Abbiamo voluto intervistarla per cogliere il suo punto di vista riguardo anche le realtà economiche dell’Ascolano e del Teramano.

Innanzitutto raccontaci un po’ della tua vita.

“Ho quasi 27 anni, una laurea in Economia, un blog dal nome strano e se mi chiedi se sono felice, la risposta è ‘Assolutamente sì’. Dopo l’università ho cambiato completamente la mia vita: sono diventata consulente finanziario, ho fatto un master in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, mi sono iscritta all’albo professionale e ho messo tutta la timidezza che avevo in una valigia in fondo all’armadio. Ho dovuto spiegare ai miei genitori che volevo fare il ‘Broker’ un lavoro quasi tipicamente maschile. Ho passato le giornate a guardare i grafici al computer e a leggere il Sole 24 Ore anche sotto l’ombrellone. Eppure più lo facevo e più sentivo di aver scelto la strada giusta per me. Il lavoro in banca e la passione hanno fatto il resto. Oggi aiuto le persone a trovare la soluzione d’investimento perfetta per le loro esigenze o anche solo controllare se le scelte che hanno fatto si sposano bene con i loro bisogni e gli scenari di mercato attuali”.

Come mai hai deciso di aprire un blog in rete? Di cosa parli e quali sono gli obiettivi cui miri?

“Tre mesi fa ho deciso di creare questo blog. Ma non posso dirti il motivo perché me lo sto ancora chiedendo. L’argomento principe de ‘I Buoni del Tesoro vanno in Paradiso?’ è l’economia. Nello specifico le novità in ambito finanziario, gli strumenti d’investimento, gli andamenti di mercato. Solitamente si tratta di argomenti molto tecnici, tendenti al noioso per i non addetti ai lavori. Il mio obiettivo è quello di avvicinare il maggior numero possibile di persone alla comprensione di questo mondo perché non si può vivere senza capire cosa ci sta succedendo intorno ma soprattutto al nostro patrimonio. La base dei nostri progetti futuri e dei nostri sogni. Gli articoli sono trattati in modo semplice e leggero. Per questo chiedo scusa alla mia professoressa d’italiano del liceo e al mio relatore di tesi (ciao Maria, ciao Giulio). Il tutto è nato a ottobre e devo ringraziare le persone che mi hanno aiutato a realizzarlo dal punto di vista tecnico e grafico perché spesso il computer mi odia ed io odio lui”.

Affronti tematiche attuali, specialmente del campo finanziario ed economico. In questa società parlare di certi argomenti non è facile. Ti senti un po’ come una ‘mosca bianca’? 

“Una mosca bianca sì, ma non perché io tratti argomenti finanziari. Ci sono migliaia di blog che lo fanno meglio o peggio di me. La differenza sta nel fatto che ho cercato di trattare gli argomenti in modo leggero e intuitivo, cercando di spiegare le cose a chi non distingue un’azione da un’obbligazione. Come se stessi parlando con mio fratello o con mio nonno. Gli articoli sono brevi perché sarei la prima ad annoiarmi nel leggere troppi tecnicismi”.

Il tuo blog sta avendo un buon riscontro su Internet e anche sui Social Network. Ciò, immaginiamo, ti rende felice.

“Quando realizzi qualcosa di tuo e lo vedi crescere, hai già vinto. Non mi aspettavo tutta questa risonanza. La cosa più bella? La stima e il sostegno non solo delle persone che mi sono vicine, ma anche di chi non mi conosce ma ha letto i miei articoli, ha apprezzato e si è preso la briga di farmelo sapere”.

Qual è il tuo pensiero sulle recenti vicende delle banche in Italia (tra cui Banca Marche). Nel tuo blog hai dedicato righe all’argomento. Cosa pensi delle conseguenze (talvolta tragiche) e dei piani attuati dal Governo?

“Purtroppo siamo in un periodo storico molto delicato dal punto di vista economico, stiamo uscendo in punta di piedi dalla crisi, o almeno ci stiamo provando e sicuramente questi episodi non aiutano. Dal punto di vista professionale ti posso dire che si è trattato di una manovra tecnica del Governo che ha lasciato molti malcontenti, nonostante l’obiettivo fosse di salvare i correntisti dal bail-in. L’hanno definito il sacrificio di pochi, per salvare la maggior parte. Eppure c’è voluto un morto per farne parlare. Il problema a mio avviso doveva essere sollevato qualche mese fa, prima che la situazione precipitasse del tutto. Noi siamo tenuti a un codice etico, deontologico, una specie di giuramento di Ippocrate che qualcuno a volte dimentica. Lavoriamo con i soldi, è vero. Ma quelli degli altri. Nel nostro territorio Banca Marche e Carichieti rappresentavano realtà importanti, che negli anni hanno sostenuto l’imprenditoria locale, quindi queste vicende hanno accartocciato anni di fiducia che i risparmiatori avevano riposto nel sistema bancario”.

Sei consulente finanziario. Nell’immaginario collettivo le banche sono concepite come strutture ‘oscure’. Avverti ciò nelle persone che si presentano da te? Come approcci il tuo rapporto lavorativo?

“Possiamo stare qui a parlare ore sulle scelte tecniche dei governi, del bail in, della Mifid, ma la base del problema è una sola: la fiducia. Tradita. Il nostro lavoro si fonda soprattutto sui rapporti umani. Sulla fiducia che riusciamo a ispirare negli altri. Non ti mettono in mano solo i loro capitali, ma soprattutto i sudori di una vita, le speranze per il futuro dei loro figli, i sogni per la pensione e noi abbiamo il dovere di trattarli come tali. Tutti abbiamo bisogno di consigli, non solo finanziari. Io ancora chiedo a mia madre consigli su come abbinare le magliette. Come quando vai dal macellaio e gli chiedi un consiglio sul punto di carne migliore per la ricetta che hai in mente di fare. E ti fidi di lui perché quello è il suo lavoro. Vale lo stesso per i prodotti finanziari. Il mio consiglio è proprio quello di capire e leggere il più possibile, per non diventare voi stessi, carne da macello”.

Abiti a Martinsicuro e lavori ad Alba Adriatica. Sei sambenedettese e hai studiato in Riviera. Qual è il tuo pensiero riguardo alle economie del Teramano e dell’Ascolano?

“Esatto, vivo a Martinsicuro, sono nata e ho studiato a San Benedetto del Tronto e lavoro ad Alba Adriatica. Si può dire che da buona italiana non mi sono mai allontanata troppo a lungo dal campanile. Anche quando ne ho avuto l’occasione ho sempre rifiutato, perché se vanno via tutti, chi se lo gode questo mare bellissimo? E’ vero la nostra zona sta ancora cercando di uscire dalla flessione economica degli ultimi sette anni. Guardando la zona industriale avverto una specie di malessere con tutte le fabbriche chiuse. Eppure qualcosa si sta muovendo. Lo dico perché guardando la composizione delle esigenze dei miei clienti mi rendo conto che sta svanendo il terrore che avevano qualche anno fa di tenere tutto sotto forma di riserva in caso d’imprevisti, come la perdita del posto di lavoro. Un accenno di ripresa dei consumi c’è, un po’ per le manovre di politica economica degli ultimi mesi che hanno avuto risvolti tangibili sulla vita reale. Ad esempio prendere un mutuo oggi, rispetto a qualche anno, fa costa davvero pochissimo. L’unico miglioramento auspicabile secondo me riguarda i giovani. Se i 20enni smettono di crederci, allora possiamo anche smontare tutto e andare via”.