
Essere (e dunque lavorare per la vittoria) o non essere (e dunque lavorare per la sconfitta)?
Questo è il problema.
È bene saperlo: la città non ci perdonerà.
L’opportunità, unica alla fase ricostituente del centrodestra sambenedettese, è lì a portata di mano. Aspetta di essere afferrata.
Se non riusciremo a far convergere i partiti di area (tutti) attorno a un disegno politico sostenuto anche da una piattaforma civica aperta a contaminazioni e contributi esterni, ad aggregare passioni (fenomeno che da tempo non siamo più capaci di fare), se non anteporremo alle legittime aspirazioni dei singoli aspirazioni di interesse generale e un progetto condiviso, organico, credibile e alternativo al Partito Democratico, la città – questa città che ha pagato sulla propria pelle dieci anni di cattiva amministrazione – non ci perdonerà.
Il nostro elettorato non ci perdonerà un governo in continuità con quello uscente. E avrà ragione a farlo.
Mi aspetto l’ovvio.
Anche un bambino capirebbe che con un comune obiettivo e un unico candidato sindaco questa coalizione potrebbe perfino farcela. Il centrodestra può vincere se è unito. È un dato di fatto. È nella logica delle cose. È così. Piaccia o no poco importa. Si può crescere nei consensi, ma senza unità politica e di intenti non siamo vincenti.
Una gara al nostro interno (invece che contro gli schieramenti avversari) tra chi perde la partita con più voti sarebbe folle. Senza senso. Sarebbe il paradigma aureo e perfetto dell’autolesionismo del centrodestra sambenedettese.
E la città non ci perdonerà.
Katiuscia Chiappini, vice coordinatrice provinciale di Forza Italia
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Secondo il mio modesto parere queste argomentazioni andavano affrontate dal 2011, perchè allora, più di adesso, c’era la reale possibilità di vincere! Nel 2011 c’era ancora un traino nazionale che poteva avere influssi positivi sull’elettorato, c’era stato un primo mandato del sindaco uscente disastroso e mai come in quel momento ci si doveva unire su un progetto di ammodernamento della città come il centrodestra ha dimostrato di saper fare ai tempi di Martinelli. Ma perchè nel 2011 non ci si è riusciti? per gli stessi motivi del 2016: l’eccesso di personalismi ha prevalso sulla proposta programmatica per la città! Il… Leggi il resto »
Il ragionamento che hai fatto ci può stare, Alessandro, però non mi sembra così appetibile la poltrona di consigliere di minoranza: quali vantaggi pensi che possa portare una posizione del genere? Poco e niente…
Caro Primo mi deludi. Ti sfugge l’essenza dei soggetti in questione, la paura di amministrare è troppa…
No, non credo che sia la paura di amministrare, né la particolare appetibilità di un posto come consigliere di minoranza. Piuttosto credo siano dei personalismi deleteri, un ragionamento del tipo: O si vince con me, oppure piuttosto che vincere con un altro alla guida, è meglio perdere…
se si ritiene che “l’altro alla guida” non sia capace di sviluppare e mettere in atto il programma elettorale, di gestire la macchina amministrativa, di sopportare le pressioni, di saper comunicare alla cittadinanza, non è gesto di egoismo e personalismo bensì atto di responsabilità verso la città proporsi come alternativa credibile e motivata a vincere e governare
i soggetti in questione non mi sembrano avere le stesse caratteristiche, anzi….altrimenti non ci sarebbe nemmeno tutta questa “ansia” da parte di qualcuno…
vincere o non vincere sul piano programmatico,
nel paradigma irrotazionale affine vuol dire anche smetterla
con le solite illusioni.
E’ sacrosanto, Katiuscia: lo scenario è favorevolissimo al ricambio.
Il problema che affligge da mesi il centrodestra, è su CHI convergere come candidato unico.
Probabilmente serve qualche passo indietro di qualcuno, proposte aggiuntive rispetto a quelle attuali, magari anche le primarie possono essere utili se non si trova una quadra spontaneamente: tutto, meno che andare divisi!
Ma perché allora non inizia lei a fare chiarezza lei ed a prendere una posizione netta ? Parlare dell’ovvio è un’esercizio molto facile ma non porta a niente. Lo sanno anche i bambini che compatti ed uniti si hanno più probabilità di vittoria, ma allora iniziate a spiegarci il perché non siete così compatti e chi è che non lo rende possibile. Sarebbe un buon inizio per togliere gli ostacoli dal percorso. A me questa lettera sembra solo un’esortazione pubblica a Piunti e De Vecchis quasi a dirgli “vi volete mettere d’accordo o volete proprio farci perdere quando basterebbe molto… Leggi il resto »
Per chiedere nomi e cognomi, bisogna averne uno di suo, non bastano pseudomini.
Trovo poco politically correct far commenti dietro pseudomini e chiedere chiarezza.
Ennesima scusa per non dare spiegazioni esaustive. Io non faccio parte di Forza Italia e non è di me che si sta parlando. Io voto a sinistra, quindi a me non ne può fregare di meno delle vostre beghe interne. Volete fare chiarezza ? Fate i nomi di chi ostacola questa chiarezza e questa coesione. Altrimenti questo articolo che senso ha ? Quanto all’anonimato si vada a ricercare una vecchia discussione mia e di altri “anonimi” proprio con il direttore. Pensavo che il problema non ci fosse più. Il punto è ciò che diciamo e se è sensato o meno.… Leggi il resto »
Non sono io che debbo dare spiegazioni, non sono di Forza italia.
Anzi spesso sono io che le chiedo, ma ci metto nome e cognome.
Prima di dare del puerile a vanvera, io credo che chi non mette nome secondo me ha più degli altri “coda di paglia o incapacità di sostenere un confronto.”
Cordialmente.
Se si è offeso per il puerile me ne scuso, ma ribadisco il mio diritto dell’anonimato. A me il suo nome non dice nulla e quindi valuto le sue affermazioni per quello che sono. Magari se la conoscessi o conoscessi la sua storia potrei dargli un valore diverso da quello che ha scritto. Nel mio anonimato non ci sono offese e non ci sono delazioni per nessuno. Chiedo solamente di avere il diritto di poter esprimere la mia opinione senza il condizionamento della mia storia personale. Se a lei non sta bene è un problema suo, se invece si vuole… Leggi il resto »
Scomodare addirittura Shakespeare per un appello all’unione del centrodestra… Una coalizione (?) che in questi anni si è dimostrata davvero fatua. Si può fare della buona politica anche all’opposizione. Si può dar voce ai propri sostenitori anche non occupando poltrone in primo piano. Si deve dimostrare di meritare consensi non solo in prossimità delle elezioni. Bisogna saper dialogare con le persone, i cittadini ogni giorno: conoscere le loro necessità, comprendere i loro disagi, farsi i loro portavoce in qualsiasi assise. Personalismi, trame, opportunismi non sono politica. Occorre lavorare con onestà a proposte, programmi, programmazioni che tengano conto del benessere della… Leggi il resto »