SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ottavio Palladini torna a parlare dopo la partita di domenica, partita che ha visto la sua squadra imporsi con due gol di scarto sul sintetico di Scoppito contro un’Amiternina tutt’altro che arrendevole. Lo fa dopo l’allenamento di martedì pomeriggio in cui si è iniziato a lavorare, assieme ai giocatori, in vista della gara casalinga domenicale contro la Folgore, formazione che il mister suggerisce “di non sottovalutare poiché è una squadra in forma, come testimoniato dalla sua buona classifica e una squadra pronta a insidiarci sul nostro campo”.

Palladini non vuol neanche sentir parlare di fuga, come facilmente intuibile, visto che quattro punti di vantaggio come quelli maturati nello scorso week-end nei confronti del San Nicolò, fanno presto a svanire visto che, mister docet “mancano ancora 23 partite, ognuna delle quali può nascondere una trappola” e l’unica fuga che sembra avere in mente non è così vicina visto che l’allenatore confessa laconicamente di voler “scappare soltanto a fine campionato, scappare da questa categoria”.

Per scappare dalla categoria la ricetta del “prontuario palladiniano” sembra avere solo due ingredienti: “lavoro e unità di squadra” di sicuro i tasti su cui si è più battuto in questo mese scarso sotto la sua nuova gestione. Un obiettivo, quello dell’unità, che lo stesso allenatore sembra disposto a perpetrare per primo, mettendo avanti a tutti la difesa del gruppo e degli uomini che lo compongono come quando gli viene fatto notare, forse a ragione, una delle poche note storte della sua squadra ovvero la costante alienazione dal gioco di cui sembra soffrire cronicamente Antonino Bonvissuto, preso per fare il salto di qualità, almeno nelle intenzioni e invece diventato un giocatore su cui aleggiano sempre più dubbi.

A proposito l’opinione del mister rimane ferma sulla volontà “di recuperare il giocatore”, anche fornendogli qualche alibi in più del dovuto, chissà se realmente condiviso dal mister, quando lo stesso Palladini ricerca l’origine delle difficoltà del giocatore in un improbabile “difetto di preparazione estiva”. Indipendentemente da quali siano però le reali convinzioni del mister sicuramente le sue parole hanno un obiettivo e uno solo da cercare nell’intenzione di proteggere il suo gruppo di lavoro poiché alla fine solo quel gruppo potrà dargli la fuga che davvero vuole.