
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “I candidati dicano come intendono comportarsi con l’ex stadio della Sambenedettese”. Il Comitato “Salviamo il Ballarin” avvisa gli aspiranti sindaco, chiedendo di realizzare nel corso del prossimo mandato il progetto presentato due anni fa, “necessario ad assicurare, a una zona densamente urbanizzata, tutti i servizi per una migliore socializzazione e per il superamento delle condizioni di degrado nel rispetto della storia della città e delle sue tradizioni”.
Il Comitato fa riferimento alla delibera approvata nell’autunno del 2013 dal Consiglio Comunale, che prevedeva l’impegno da parte della giunta dell’indizione di un concorso di idee coordinato dall’Unicef, che però non ha mai visto la luce.
“La nostra realtà non ha colore o preferenze politiche ed ha come unico obiettivo la salvaguardia del Ballarin”, precisa Fabrizio Marcozzi. “I rappresentanti del Comitato non parteciperanno pertanto, se non a titolo personale, a incontri politici e privati, in quanto estranei all’agone elettorale”.
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Mi dispiace per i nostalgici ma l’unico destino del Ballarin è quello di lasciar spazio a qualcos altro.
La zona più bella della città è lasciata la degrado e all’incuria.
Spero che chi prenda il posto di Gaspari capisca che il porto è una priorità.
Il problema che abbiamo avuto fino ad oggi è legato ad una manifesta incapacità gestionale della parte politica, ma il rilancio della città deve partire da li.
La cassa di colmata e la zona Ballarin possono diventare punti di forza della città, in mano ad amministratori in gamba.
Il porto è una priorità e una risorsa “dimenticata”.
A SBT manca il lavoro, e secondo me dovrà essere primo obiettivo del nuovo primo cittadino.
Non servono progetti faraonici, ma progetti lungimiranti che abbiano un obiettivo che non sia solo edilizio, ma che faccia da volano per avviare nuove attività o che sia di supporto alle realtà esistenti che permetta nuove opportunità lavorative.
Quando si parlerà di riqualificazione dell’area, questa deve avere un senso e uno scopo che sia connesso al contesto che la circonda e non semplice ed ennesima speculazione edilizia.
Il comune non lo può vendere in quanto area ex-demaniale
Ero convinto che con avvento del federalismo fiscale e demaniale questo fosse possibile (dopotutto e’ una area in disuso per colpa del comune). Qualche avvocato ci può’ illuminare?
E’ vero ma il terreno i questione è stato acquisito prima…. e quella legge non è retroattiva
il fatto che non si sia potuto dare alla Fondazione Carisap è proprio per questo motivo. Perazzoli “l’acquisì” dal demanio come “area demaniale riscattata” con un vincolo che non permettesse poi un’ulteriore passaggio a una nuova proprietà, altrimenti a quest’ora stavamo a parlare di “archistar” e Anima…
http://www.rivieraoggi.it/2008/11/12/63753/ballarin-da-fossa-dei-leoni-a-fossa-degli-errori/
Credo che però i termini siano in scadenza, ma dovrei ri-approfondire per essere sicuro di non aver detto una castroneria :D
10 anni dall’acquisto…
Il piano del porto non ha avuto esito positivo in cui la riqualificazione dell’area poteva valutare la destinazione dell’ex ballarin…..tra nostalgici e spirito innovatore credo che se non si pone un progetto di ampio respiro per l’area circostante…..trascurata da sempre….vedremo questa condizione per lunghissimo tempo ancora….e credo che non ci siano forze politiche in questo momento capaci di poter trovare soluzioni di fattibilità.
manca qualcosa nella tua analisi… il fatto che si sia permesso di trasformare vecchie officine o a strutture utili alle attività portuali in edifici abitabili o attività commerciali non inerenti, proprio a ridosso di quell’area… sta a dimostrare che oltre l’ospedale, il comune e le municipalizzate, si sia dato importanza solo a pochi che operano nel mattone, quel pezzo di economia che crea bolle e speculazioni… e bacini di voti.
Non a caso nei programmi di alcuni politici si parla solo di PORU, P.R.U.S.S.T. come se fossimo fermi a 20 anni fa…
Quello di pensare che l’unico volano per l’economia sia l’edilizia è un male tutto italiano ed esploso di pari passo con la corruzione politica diffusasi negli ultimi decenni. Si pensa che l’unico modo per far partire l’economia sia quella di costruire, mentre invece l’edilizia dovrebbe essere solamente la parte finale di un ciclo economico in ripresa. Se prima non riprende il lavoro e se prima le aziende non tornano a creare utili, chi vuoi che possa acquistare casa ? Da noi si è fatto il contrario ed i risultati è che ci sono case invendute (tra l’altro di scarsa qualità)… Leggi il resto »
No, nei programmi si parla di PRG! Ma poi fanno i PORU PRUSST e altre speculazioni.
Il mattone secondo me era più importante negli anni passati, adesso ha perso molta importanza…. le case non si vendono…
Mi sa che in maniera diversa stiamo dicendo la stessa cosa…
e sono consapevole anche io da decenni che l’edilizia non può essere il volano di un’economia avanzata.
Per quell’area sicuramente va abbattuto il rudere o va pesantemente ristrutturato, cosa che appare antieconomica. Manterrei però l’utilizzo finale a verde sportivo, visto che quella zona non ha altre aree utili a questo scopo.