
SINDACI. Da quando l’elezione dei sindaci è diventata diretta (prima era il consiglio comunale ad eleggerli) la situazione è gradatamente peggiorata. Quella che sembrava una soluzione giusta, oggi non lo è più. Eppure fu ritenuta a ragione la rivoluzione del secolo, un primo cittadino eletto dal popolo. Nel tempo la nostra scarsa classe politica ha preso contromisure che hanno annullato il cambiamento che la nuova legge auspicava.
I primi sindaci eletti dal popolo, per raggiungere gli obiettivi prefissi (nei nostri territori e in tutta Italia), si circondavano di persone capaci in grado di agevolarne il compito, non di inutili yes-man. Con il tempo la situazione è degradata. Vedi ad esempio le ultime due amministrazioni sambenedettesi.
Assessori deboli o opportunisti, per paura di essere rimossi, hanno detto sempre sì, una Giunta senza… “spina dorsale” ha fatto il resto.
Il risvolto è diventato però la vera ‘spada di Damocle’ per Giovanni Gaspari che ha potuto e dovuto usare il suo solo cervello senza aiuto alcuno. Secondo me un collaboratore in grado di aiutarlo c’era ma non lo ha fatto per motivi che non conosco. Ha preferito assimilarsi.
Per esempio io, nel mio piccolo ruolo di direttore di giornale, scelgo sempre collaboratori ‘forti’ dai quali trarre consigli e in grado di agevolare il mio lavoro anche con il loro dissenso.
Nel Comune sambenedettese, invece, la famosa frase di Napoleone “i buoni comandanti si vedono dai collaboratori che scelgono”, è stata applicata al contrario, con il risultato di generare… cattivi comandanti. È giunta l’ora di tornare all’antico.
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Il mandato diretto dei cittadini era nato per dare al sindaco maggiori poteri decisionali. Purtroppo, il fatto di dover ricorrere ad una miriade di liste appoggio, ne limita comunque l’autonomia decisionale. Il consigliere che gli ha portato tot voti pretende di poter rispettare le promesse che ha fatto per poter essere eletto. Rimarrà nella storia politica di San Benedetto il ricatto (o semplice desiderio di vendetta?) di Benigni al suo ex Dominus Gaspari per non essere stato eletto in regione. La città è fatta di piccoli orticelli che ognuno coltiva a modo suo, Paradossalmente, caro direttore, il suo anatema contro… Leggi il resto »
Chi è causa del suo mal pianga se stesso. Lei sa benissimo che gli assessori li sceglie il sindaco e che le liste non vengono fatte con chi meriterebbe il difficile ruolo di consigliere comunale ma con sa PRENDERE meglio i voti. Che solitamente inversamente proporzionale alle capacità personali e al curriculum vitae. Serve solo una buona faccia senza sminuire le colpe di chi mette il nome e la croce nella cabina elettorale.
caro direttore,
non funziona così. Un comune non è un’azienda. I consiglieri sono le persone che hanno un rapporto fiduciario con gli elettori.
Loro hanno il dovere morale di pensare al bene pubblico prima di quello personale e quindi di appoggiare una giunta fatta da persone che non necessariamente devo essere elette.
Purtroppo i consiglieri hanno il potere di far cadere la giunta ma prendono solo il rimborso spese. Gli assessori 2000 euro.
E qui il dovere morale… va a farsi benedire.
Vero, direttore, la legge attuale consente al sindaco di agire come un piccolo dittatore, e se si incappa in un Gaspari il problema diventa veramente pesante.
Si dice che la colpa è degli elettori, dei collaboratori “deboli” e asserviti, dell’uomo solo al comando… In realtà il consiglio ha facoltà di sfiduciare il sindaco e avrebbe dovuto farlo diverso tempo fa, la colpa è di tutta la maggioranza e di buona parte dell’opposizione poco vitale e reattiva.