
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La Sambenedettese presenta la divisa da gioco ufficiale della stagione 2015-16.
Si è tenuta nella mattinata di venerdi 6 novembre, presso lo showroom della concessionaria Ford Sciarra che anche quest’anno sarà sponsor di maglia dei rossoblu, la conferenza stampa di presentazione della nuova maglia ufficiale della Samb.
Modelli per un giorno i calciatori Cosimi, Pegorin, Sabatino, Titone e Pezzotti. La prima maglia sarà ovviamente rossoblu, confermata anche la seconda divisa bianca, mentre la terza sarà di colore nero, come richiesto espressamente dal presidente Fedeli.
“Per noi è un motivo di orgoglio – ha dichiarato Gabriele Sciarra, titolare della concessionaria – essere ancora una volta sponsor di questa squadra. Mio padre ha fatto parte della famiglia Samb in passato, sono molto fiducioso quest’anno e spero che la Samb torni subito nelle categorie che merita”.
“Da quest’anno, per la prima volta nella storia della Sambenedettese – le parole del responsabile marketing della Samb, Piero Zazzetta – il merchandise e la vendita delle maglie saranno gestiti direttamente dalla società rossoblu. Entro la fine di novembre aprirà lo store online dove si potrà acquistare tutto il materiale ufficiale Samb. Su volere del direttore generale Andrea Fedeli, abbiamo registrato tutti i marchi, sia quello attuale che quelli storici. Un altro passaggio fondamentale verso il professionismo.”
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Forza Samb e viva i Fedeli, per carità. Ma la domanda sorge spontanea: i marchi storici non sono tra i (pochissimi) beni delle disgraziate società fallite o in via di fallimento? Non dovrebbero finire all’asta per ridare almeno qualche centesimo ai poveri creditori? Come può Fedeli andare in proprio all’ufficio marchio e brevetti?
Un giornalista sa rispondere? Lei che ne dice, direttore?
Tutto tace
Hai ragione Consortino_Style, i marchi storici non possono essere registrati da Fedeli, così come i trofei precedenti all’ultimo fallimento che non sono riferibili all’attuale società.
Da tempo sostengo la necessità di una fondazione Samb che si occupi di questi aspetti qualora non ci fosse più un soggetto titolare degno, e di costituire con i cimeli un museo rossoblu.
Credo bisognerebbe anzitutto verificare se i “marchi storici” furono all’epoca registrati dalla società allora esistente.
A quanto si legge nell’articolo, sembrerebbe evidente che ciò non sia stato fatto precedentemente ed al momento attuale non si ha notizia neppure di eventuale opposizione sollevata da curatori e/o creditori.