SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato, giunto in redazione, da parte del direttivo circolo PRC sambenedettese:

Il trasporto pubblico locale nelle Marche non è né efficiente né economico, anzi l’ultimo via libera all’aumento delle tariffe che penalizzano in primo luogo studenti e pendolari lo hanno trasformato in lusso per  i redditi popolari . Scarsità di risorse , mancanza assoluta di analisi della domanda, ossequi ad antiche gilde (nascoste dentro i nuovi assetti delle aziende temporanee, utili a vincere le gare senza modificare di un chilometro o di un minuto tragitti e orari) lo rendono angoscia quotidiana per migliaia di cittadini. Nel danno la beffa e il sopruso , come avviene per i pendolari che usano il treno nell’Ascolano.

L’elettrificazione della linea Ascoli- San Benedetto e i “treni anfibi” acquistati per la linea Macerata-Fabriano avrebbero potuto produrre una proposta oraria complessiva ,che permettendo l’aumento delle corse, fosse capace di soddisfare meglio, in termine di orari e percorrenze, le esigenze dei pendolari . Così purtroppo non è. Capita infatti come spesso avviene nella storia “ il naso di Cleopatra”, qui nelle sembianze meno aggraziate del nuovo assessore ai Trasporti Sciapichetti  (nomen omen?) , maceratese e attento al consenso del territorio, che invece di proporre una seria conferenza regionale per verificare le esigenze dell’ utenza, raccogliere informazioni, riorganizzare da cima a fondo le proposte di orario da mettere a gara, assistere silente allo smantellamento di nodi importanti (gli ultimi in ordine di tempo la stazione di Ancona Marittima, o le officine di Fabriano), mette a disposizione il suo impegno e la sua autorità esclusivamente per garantire la puntualità dei treni del maceratese, fino ai balletti grotteschi per cui, i treni da Ascoli per Ancona, o viceversa, sono costretti a subire ritardi per garantire il passaggio dei “convogli assessorili”, di ciò ne possono testimoniare le centinaia di pendolari che ogni mattina o quasi, vedono, sfilarsi davanti quei treni.

Non si tratta di innescare una guerra tra poveri, si tratta di “pretendere” dalle istituzioni ascolto e rispetto. Convochi l’assessore appuntamenti pubblici e territoriali con l’utenza, ascolti i bisogni e su questi la regione formuli una proposta di servizi, attivi un osservatorio partecipato dagli utenti e dai lavoratori del trasporto, chiami gli enti locali a fornire impegni. E se non lo farà la giunta regionale, confidiamo siano i cittadini a farlo.