SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Casa dolce casa?“: il punto interrogativo è doveroso, visti i tempi e la crisi edilizia e quindi dell’abitazione. Di questo ha parlato il Circolo Pd di San Benedetto Nord nell’incontro che si è svolto il 30 ottobre a San Benedetto, presso l’hotel Progresso. Non sensa una punta polemica, come scrive il segretario di Circolo Andrea Manfroni su Facebook: “Mentre qualcuno gioca a nascondino con gli inviti e gli sms “invisibili” noi ci preoccupiamo di chi ha bisogno della casa“.

“Rimettere il tema della casa tra le priorità della politica nazionale, regionale e locale, sullo stesso piano di Sanità e Trasporto Pubblico”: così si è espresso Luca Talluri, giovane ingegnere fiorentino è l’attuale Presidente nazionale di Casa Spa e Federcasa, federazione che associa 114 enti che costruiscono e gestiscono abitazioni sociali per l’edilizia residenziale pubblica.

Talluri ha aperto e chiuso i lavori dello stimolante dibattito moderato dall’architetto Sandro Mariani, tra l’altro consigliere comunale a Grottammare. Ad inizio lavori, dopo i saluti di Andrea Manfroni e Tonino Capriotti, il Consigliere Regionale Fabio Urbinati ha richiamato l’attenzione sulla delicatissima connessione delle scelte in tema di urbanistica, sanità e infrastrutture nel Comune di San Benedetto ponendo la questione della futura sorte dell’Ospedale Madonna del Soccorso.

Con Talluri hanno dibattuto il Direttore Generale di Erap Marche Sauro Vitaletti, Antonio Bruni dell’Unione Nazionale delle Cooperative Italiana, Antonio Ficcadenti del Sunia Sindacato inquilini, l’imprenditore Edile Leonardo D’Isidori, e il notaio Alessandra De Berardinis, confrontando pregi e difetti dei principali strumenti legali succedutisi negli anni per raggiungere l’obiettivo di costruire case con funzione sociale.

Interessanti domande dal pubblico hanno confermato l’impegno attivo di molti cittadini in favore dei più sfortunati che non hanno la certezza di ua abitazione dove vivere.

E’ emersa in conclusione una motivata sfiducia verso modelli definiti di “housing sociale”, che si prestano a strumentalizzazioni di natura privatistica e finanziaria, dovendosi a tutt’oggi preferire le attività messe in campo dagli Enti regionali che comunque garantiscono con maggiore efficacia l’interesse generale e l’imparzialità.