SAN BENEDETTO DEL TRONTO – San Benedetto boccia definitivamente il Giudice di Pace. L’amministrazione rivierasca ha ribadito il proprio diniego all’operazione al presidente del Tribunale di Ascoli Piceno ad inizio ottobre, nel corso di un incontro a cui hanno preso parte anche i rappresentanti dei comuni di Monteprandone, Acquaviva e Monsampolo.

Per voce dell’assessore Luca Spadoni, l’ente guidato da Giovanni Gaspari ha negato la possibilità di intervenire attraverso un contributo economico, ma soprattutto mediante la concessione di due dipendenti comunali, che avrebbero coperto al 50% la pianta organica necessaria per attivare il servizio.

Come scritto più volte, Acquaviva aveva messo a disposizione il locale, situato in Via del Cavaliere, in pieno centro storico. Il primo cittadino Pierpaolo Rosetti si sarebbe inoltre caricato sulle spalle le spese relative alle attrezzature, alle utenze e alla pulizia dell’immobile. Monteprandone avrebbe invece schierato l’altra metà dei dipendenti, che oltretutto avevano avviato il tirocinio presso il Tribunale. Il dietrofront definitivo di San Benedetto ha però costretto Stefano Stracci ad interrompere la procedura.

“L’atto formale della rinuncia ancora non c’è – informa Rosetti – ma è chiaro che senza la partecipazione del comune capofila il progetto salta. Ci eravamo impegnati ad offrire una sede, per noi sarebbe stato un motivo di orgoglio e di prestigio”.

Sul fronte penale, il giudice di pace dirime generalmente controversie rivolte a reati quali lesione, omissione di soccorso, diffamazione e danneggiamento, mentre per quel che riguarda le questioni amministrative è competente a decidere su ricorsi contro sanzioni pecuniarie per violazioni al codice della strada o di un regolamento comunale.

L’irritazione di Monteprandone, Acquaviva e Monsampolo è palpabile, soprattutto a fronte dell’atteggiamento ambiguo dimostrato dal sindaco Gaspari. Lo scorso 23 giugno, Stracci, Rosetti e Caioni presenziarono alla seduta delle Commissioni Bilancio e Affari Istituzionali, dove il centrosinistra garantì il semaforo verde alla proposta.

Ma a quella promessa sarebbe seguito solo un prolungato silenzio estivo. Il Municipio di Viale De Gasperi non ha mai risposto alla lettera inviata dall’Unione dei Comuni (nella quale si chiedeva conferma della concessione di due dipendenti comunali), per poi compiere il definitivo passo indietro dinanzi al presidente del Tribunale di Ascoli.