
Dopo aver sentito Padoan (ecco il suo passato da grande stratega economico a favore dei popoli, complimenti Pd: clicca qui) affermare impunemente al Tg1 che l’anno prossimo la pressione fiscale “scenderà di quasi due punti, dal 44,2% al 42,4%”, che fare?
PREMESSA Chi, nel 2015 quasi 2016, ancora non ha capito che l’euro impone istituzionalmente austerità, ovvero una tassazione superiore alla spesa pubblica e, come unico strumento di regolazione, le politiche salariali (al ribasso), è inutile a livello politico, e anzi dannoso. Non vale neanche la pena di star più a spiegare. Tranne qualche decimale, tutto ciò che avviene in Italia, dipende dalle scelte dei mercati globalizzati: siano essi finanziari che reali. Poiché i mercati di Cina, Russia, Gran Bretagna, Stati Uniti sono regolati in varia misura da aiuti di stato, dalla detassazione agli investimenti, mentre in Europa non vi è alcun aiuto all’economia nazionale (e anzi, un detrimento delle sue capacità come essenza di equilibrio pro-tedesco), si capisce che lo stato di depressione non avrà termine.
La polvere Padoan non la può nascondere sotto il tappeto per sempre, né a tutti.
La Legge di Stabilità Renzi-Padoan non riduce le tasse mentre riduce la spesa pubblica. Facendo questo aumenta l’avanzo primario e continua a restringere una vite già pesantemente stretta in passato. Non vi è alcun alleggerimento, soltanto un rafforzamento della tensione. Bisogna davvero incrociare le dita e sperare che l’ossigeno delle esportazioni mantenga in vita un paese altrimenti agonizzante.
Lo hanno capito persino Alesina e Giavazzi che, da iperliberisti, hanno dimenticato le loro vecchie e care tesi dell’austerità espansiva, che stanno portando al disastro continentale. Scrivono un articolo che, tra qualche errore numerico e qualche salto mortale, è intitolato “Manovra con poca crescita“; da quel che scrivono, il titolo corretto sarebbe stato “Manovra contro la crescita”. Leggerlo e farne l’analisi logica è davvero istruttivo. Cerchiamo di farlo in parte.
Cominciamo dalla conclusione: i due, conti alla mano, scrivono:
Ciò che rimane sono tagli netti di tasse per 2,4 miliardi e tagli netti di spesa per 4,6 miliardi: un contributo negativo alla domanda (senza tener conto delle correzioni cicliche) pari a 2,2 miliardi, lo 0,1% del Pil. Cioè una Finanziaria leggermente restrittiva.
A parte altre considerazioni (tra cui l’arrotondamento per difetto del decimale) la notizia, messa all’ultima riga, è chiara: Renzi-Padoan fanno propaganda. Lo ammettono anche coloro che, di Padoan, sono fratelli gemelli.
Leggendo l’articolo si capisce anche perché Renzi-Padoan si permettono di dire che hanno tagliato le tasse. In realtà non tagliano un bel niente, se va bene la pressione fiscale sarà al livello del 2014 (43,5%), se va male identica a quella del 2015 (43,7%). Quisquiglie. Metadone. Noccioline.
La legge invece alza l’obiettivo per il deficit 2016 dall’1,8* al 2,2%, mantenendolo sostanzialmente al livello del 2015 (2,6%).
Oltre l’errore numerico (il deficit 2016 era promesso all’1,4% e non all’1,8%) ve ne è un altro concettuale: il 2,2% non è proprio uguale al 2,6%: sono almeno 7 miliardi in meno in circolazione. Infatti
… Quali tasse scendono? L’eliminazione della Tasi vale 3,7 miliardi e tutti gli altri sgravi, dal lavoro all’abolizione dell’Imu agricola, 1,7 miliardi (vedi tabella a lato). Ci sono poi 3 miliardi di tasse in più (sui giochi e sui capitali rimpatriati). Siamo lontani da quei 20 miliardi di minori tasse. La realtà è che la parte maggiore, 16,8 miliardi, proviene dalla cancellazione degli aumenti Iva che precedenti governi avevano previsto, rimandandoli agli anni futuri.
Stanno dicendo: vi dovevamo aumentare, rispetto al 2015, tasse per 16,8 miliardi. Siccome non l’abbiamo fatto (promettiamo comunque di farlo nel 2017), noi stiamo tagliando le tasse e l’economia ripartirà. Semmai qualcuno vi darà un cazzotto rompendovi i denti e mandandovi all’ospedale, appena usciti correte a baciarlo, e non per precetto evangelico. Poteva uccidervi, e non lo ha fatto. Amatelo, di questi tempi.
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È il liberismo, bellezza. L’unico modello economico (e sociale, drammaticamente sociale) rimasto in circolazione alla caduta del muro di Berlino, almeno in Occidente. Talmente unico, che per cercare (false) alternative dobbiamo spulciare tra le sue pieghe: iper liberismo, liberismo blando, liberismo renano etc etc. Altro non pervenuto. Né terzium, né secundum. Siamo al punto che le alternative sono addirittura vietate dai trattati internazionali, quella selva di vincoli contro cui il popolo non ha possibilità di esprimersi, neppure con il referendum, che ci imbrigliano all’Europa. Ho sempre ritenuto che l’istituto referendario, sul piano pratico, conti nulla o picca, ma sul fronte… Leggi il resto »
Veramente le politiche europee non hanno nulla di liberista, secondo lei la PAC è qualcosa di liberista o qualcosa che si avvicina maggiormente ai piani quinquennali sovietici?
La Pac è il 50% del bilancio europeo, che è appena l’1% del Pil europeo. Stiamo parlando dello 0,5% del Pil, poca cosa. Ed è una cosa voluta dalla Francia per difendere il suo settore agricolo. La Ue ha qualcosa di “sovietico” nel senso è una struttura iperburocratizzata, dove il centro decisionale non risponde alla politica ma alle pressioni lobbistiche interne e internazionali (noti i copia e incolla da consigli delle lobby alle direttive europee da recepire dagli stati pena infrazioni da pagare…). Però non vi è dubbio che la cultura dei suoi alti funzionari, dei commissari, è quella del… Leggi il resto »
perfetto, mi hai tolto il post dalle dita..
liberismo dove? Direi invece: burocrazia all’ennesima potenza, tassazione inverosimile, un debito pubblico abnorme. l’unica cosa che abbiamo in abbondanza sono i “migranti” che in molte realtà dominano pure il territorio.
Con il nostro sistema economico al collasso bisogna finanziare anche l’accoglienza dell’ immigrazione illegale. (illegal immigration come dicono gli USA a proposito dei messicani clandestini) Tanto che oramai bisogna assumere solo medici (qualcuno direbbe incompetenti) che rispettano i seguenti principi fondamentali : – Non hai nulla anche se stai per morire. – è una malattia psicosomatica quindi curati con il pensiero. – Bisogna tassativamente eliminare qualsiasi prova scomoda (referti, esami istologici) dicendo che si tratta di un errore di stampa. – Se devi fare delle analisi ti faremo solo gli esami inutili, cosi noi prendiamo i soldi e tu sei… Leggi il resto »
Io posso solo dire che nel 1980 nel mio paese potevo lasciare
la bici fuori dal negozio senza problemi.
Ora invece posso dire che qualcosa è cambiato,
dopo 5 furti e alcuni tentativi di intrusioni in casa
stò seriamente pensando di istallare la videosorveglianza.
Sicuramente saranno stati i soliti svedesi.
Non mi risulta che in questi venti anni il Parlamento italiano abbia prodotto leggi e procedure svedesi..
Spostare le tasse che incidono pesantemente sulle famiglie ed imprese ai giochi d’azzardo e slot-machine e a chi rimpatria il proprio denaro non è un provvedimento deprecabile. Diciamo che è stato una “piccolissima” restituzione di tutti gli aiuti di Stato , gli sgravi fiscali ed i condoni che il settore dei giochi d’azzardo slot-machine hanno beneficiato da questi ultimi Governi. Così pure chi sta beneficiando della voluntary disclousure (rimpatrio dei capitali dall’estero), questi al pari dei primi hanno trasferito i loro capitali all’estero, e li faranno rientrare pagando una “piccolissima imposta” senza essere obbligati a rinvestire detti capitali nel nostro… Leggi il resto »
Certo. Il denaro rimpatriato dall’estero è l’unico che “non pesa” nella circolazione già esistente, anche se in larga parte resta nei risparmi di coloro che lo hanno rimpatriato. La tassa sui giochi ha una doppia visuale: può essere adoperata come deterrente a comportamenti che si vogliono combattere, ma in questo caso provocherebbe un buco nel bilancio. Quindi non sarà un disincentivo al gioco. A livello macroeconomico, a parità di gettito, non cambia molto rispetto alla tassa sulla casa: sono sempre pizze al piatto, camicie, gite in meno.