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SAN BENEDETTO DEL TRONTO (L’intervista c’è stata rilasciata martedì 6 ottobre 2015) – Siamo andati a trovare Andrea Fedeli, il vero motore della Samb e non un rampollo come solitamente si definiscono i figli degli imprenditori di successo. Un Direttore Generale con pieni poteri come non potrebbe essere diversamente, essendo il figlio del patron. Abbiamo passato con lui un’ora molto gradevole durante la quale, come potete verificare, ha vinto la trasparenza e anche la chiarezza, doti che non fanno difetto alla sua famiglia.

Condivise subito la decisione di suo padre?

“Ne abbiamo parlato e questa è la prima cosa che gli ho detto: guarda presidente (lo chiamo così, né babbo, né papa) che San Benedetto non è Rieti dove puoi vivere la squadra marginalmente e magari lasciare tutto da un momento all’altro. Lì ti stanno minuto per minuto con il fiato sul collo. Io o tu, gli dissi, dobbiamo essere presenti fisicamente, quell’ambiente va vissuto in presa diretta se vogliamo fare le cose per bene. Come vede io sto quasi sempre qui. Non credere di poter fare la squadra con 200 mila euro (tanto è costata la prima squadra a Rieti) e se perdi in casa sono contenti lo stesso. Quando la Samb perde (in casa specialmente) tutta la città ha il magone e sta incaz… fino al prossimo successo.” (Una mia riflessione: nel momento in cui Andrea ha parlato di budget (200 mila euro!), il mio cervello è volato verso i motivi per cui, per tanti anni abbiamo avuto presidenti “stranieri”, che ci vedevano come l’Eldorado. Nella Samb, tra abbonamenti, incassi e sponsor, si ha già un tesoretto di circa 500 mila euro. Quando le cose vanno così, così. Tant’è che Franco Fedeli ha detto molto chiaramente che quello sarà il denaro aggiunto per far sì che i desideri della Samb non abbiano limiti)

Nei 200 mila euro sono compresi altri introiti? (Nella risposta di Andrea è arrivata un’altra conferma)

“A Rieti tra abbonamenti e incassi abbiamo incassato 22 mila euro in un anno, meno di quanto è entrato nelle casse della Samb domenica scorsa con il Monticelli. Il girone non c’entra. Davanti al Rieti sono arrivate soltanto Siena e Poggibonsi. Il top lo facemmo con il Siena quando incassammo 4500 euro ma perché c’erano circa 500 senesi.”

Mai sentita una cosa del genere. Solitamente nostri passati presidenti ci avevano abituati a discorsi opposti. Per esempio qualcuno affermò che nel campionato di Eccellenza aveva rimesso 300 mila euro. In molti abboccarono…

“Alla società entra moltissimo denaro anche se dobbiamo migliorare sul piano del marketing che andrebbe fatto più professionalmente. Mio padre ha già detto, e non intende nasconderlo, che il surplus economico conta ma apprezziamo di più il numero di persone che vengono allo stadio. Sapremo ripagarle nel modo migliore. A questi livelli la ‘torcida’ rossoblu fa paura. Certi “muri” si vedono solo nei grandissimi stadi. È l’aspetto che ci piace di più, siamo in serie D ma sembra di stare nel calcio vero. Ripeto però, perché ci teniamo, che l’input economico dei tifosi sarà il ‘plus’ per farci sognare, non il semplice ed unico sostegno per reggere una squadra di calcio, per la base economica necessaria per tornare ai livelli che competono alla Samb c’è la mia famiglia che farà tutto sempre in modo trasparente.” (Un’altra mia riflessione: è la prima volta che sento dire da un dirigente della Samb una cosa simile, prima la trasparenza era un optional rarissimo, adesso mi sembra di vivere in un altro mondo. Anche se c’è chi non è ancora convinto. Qualcosa manca e arriverà perché nella vita la fiducia e l’unione di intenti fanno la forza, gli obiettivi dei Fedeli sono i nostri da sempre)

A proposito: abbiamo capito, non ci vuole molto, che lei ha la stessa ‘malattia’, di suo padre; sua sorella, sua madre la pensano allo stesso modo?

“Domanda appropriata: a mia madre il calcio interessa relativamente, mia sorella addirittura non conosce nemmeno le regole più elementari. Quando il presidente decise di lasciare il Rieti e prendere un’altra squadra ove versare denaro che tutti potremmo goderci in altri modi, mia madre non la prese benissimo. Questa fu la giustificazione del presidente: ho un gruzzolo da parte che non intendo portarmi nella tomba. Senza farvi mancare niente voglio usarlo per il mio hobby, il calcio. Io sono come lui, ho lo stesso… virus. Adesso vorrei fare io una domanda alla quale non ho avuto ancora risposta; mi è sorta spontanea dopo i primi giorni di Samb. Com’è possibile che con gli introiti che ci sono un presidente serio e economicamente forte (pochi ma ci sono) non si è mai interessato della Samb. C’è gente che “butta” i soldi in piazze dove non ci va nessuno, senza spettatori e senza storia. Ma perché?”

Ci faccia qualche esempio?

“Il presidente dell’Alto Vicentino è un ‘pazzo’ come mio padre. Perché butta tanti soldi lì e non in posto come questo?”

Qualcuno dice perché la pressione del tifo è molto forte. C’è paura che ai primi passi falsi gli stessi tifosi possano diventare un boomerang anche per chi mette i soldi disinteressatamente. Io non sono d’accordo, un presidente forte avrebbe in mano la carta dell’abbandono al primo accenno di intemperanza nei suoi confronti. Credo anche che il carattere del presidente sia determinante per far sì che certe cose non accadono. È mai successo a voi qualcosa di simile?

“No. Siamo stati proprietari di squadre importanti come la Ternana e il Perugia. Anche dell’Ancona ma i problemi li abbiamo avuti soltanto con i soci.”

Mai avete avuto il controllo totale di una società?

“Sempre in maggioranza però tranne che un anno all’Ancona al 50%. Mio padre mi aveva sempre sconsigliato società al 50% poi la fece con Schiavoni. Fu un vero disastro. A rimetterci come sempre è stato il presidente che, quando si prende un impegno, economico e non, lo porta a termine senza lasciare strascichi.”

Un po’ come è successo alla Samb un anno fa?

“Non conosco bene la situazione ma so per certo che Bucci, con il nostro arrivo, ha recuperato molto denaro. Anche se i soldi sono stati versati a Moneti”

Meglio metterci una pietra sopra anche se devo riconoscere che Manolo Bucci a me ha lasciato un ottimo ricordo. Come voi, era una persona molto trasparente che, seppur anche per motivi suoi, ha contribuito molto per far sì che la trattativa con suo padre si concludesse.

“Lasciamo perdere. Con Moneti c’erano pregressi sin da Perugia. All’inizio della trattativa mentre tornavamo a Roma, papà mi disse quello che ho detto all’inizio: è tanto tempo che penso alla Sambenedettese, voglio investire lì, ho 72 anni, e sti quattro soldi che ho da parte voglio usarli per una squadra che ho sempre ammirato”

A differenza di altri, non ha mai divulgato o urlato questa sua simpatia. Che è, invece, la prima cosa che dicano i potenziali acquirenti tarocchi. C’è qualcosa di buono nel panorama calcistico italiano?

“L’Empoli e il suo presidente Corsi sono il mio modello, una piccola cittadina con una squadra dalla grande organizzazione, a partire dalle quadre giovanili che sono tra le più forti in italia. Io e mio padre abbiamo una grandissima passione per il calcio che, come una droga, ci fa fare cose che non avremmo mai pensato di fare, speriamo di essere all’altezza della storia della Samb, possiamo assicurare che con noi di fallimenti non ce ne saranno, garantiamo una gestione sana e oculata. Spesso la gente osanna i Cragnotti che ti fanno sfiorare la gloria ma che poi ti fanno chiudere”

Fano-Samb? (Era il martedì dopo la sconfitta con il Monticelli)

L’ultimatum del presidente in relazione alla prossima partita va letto come un tentativo di spronare la squadra e nulla più, vuole una grande prestazione domenica prossima, per il resto lui è una persona vulcanica che urla e lancia “insulti” dalla tribuna come fosse un ultrà, è il suo carattere e so per esperienza non è possibile cambiarlo. Mia madre mi dice sempre di tenerlo calmo durante le gare perché ha avuto problemi di cuore, ma non è per niente facile. Chi lo conosce sa però che sa farti crescere come uomo, parlo di giocatori come Pezzotti, Sabatino che sono con noi da anni e che hanno imparato a convivere col carattere di mio padre, intuendo anche gli aspetti positivi di questo suo modo di essere”

Avete 44 supermercati Elite e Super Elite. Tutti a Roma. Ci parli un attimo di suo padre imprenditore.

“Professionalmente nel campo del lavoro, mio padre è un mago del commercio oltre ad essere una persona che non smette mai di lavorare; la sera chiama personalmente ogni singolo direttore, riuscendo a indovinare quasi sempre l’incasso di ogni singola filiale; è uno capace di dirti il prezzo di un barattolo di marmellata, mai commercializzata prima, soltanto guardandolo per pochi istanti”

A Rieti ci sono rimasti male…

“A Rieti non è andata perché, sia la piazza che il Comune, non erano pronti per fare calcio di alto livello o comunque professionistico”

Certo che 21 campionati di serie B non si inventano, il Rieti non ne vanta nemmeno uno. Qui c’è una fame di Lega Pro, per cominciare, che si capisce dall’aria che si respira

“A Dicembre, se non dovessimo stare in testa, interverremo, faremo tutto il necessario. Io e mio padre non ci stiamo all’idea di fare un girone di ritorno da spettatori, è fuori da ogni logica non fare di tutto per salire di categoria già da quest’anno dopo gli investimenti fatti e il tempo speso dietro al progetto Sambenedettese. Tempo sottratto alla nostra azienda e personalmente anche alla mia vita privata. Le do una notizia in anteprima: io e la mia compagna vorremmo avere un figlio, se sarà femmina, vorrei chiamarla Samba.”

Non sarà un po’ troppo? Non so per la futura mamma ma per la nonna e la zia… forse sì!