
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Abbiamo appena ricevuto un comunicato del gruppo marchigiano di Area Popolare che riportiamo di seguito. Riguarda un problema che sta a cuore a molti cittadini della Riviera picena. Si sta per formare all’uopo un comitato di studio per una fusione di Comuni che, come abbiamo spiegato nei numeri 1047 e 1048 del nostro settimanale in edicola, è ormai diventata una necessità inderogabile per mille motivi. Il presidente di Area Popolare Mirco Carloni, pur riconoscendo la fusione uno strumento importante e necessario, critica le modalità con cui il governatore Ceriscioli ha recepito e inserito l’apposita Legge Del Rio nella normativa regionale.
Lungi da noi il pensiero di approvare incondizionatamente la decisione della regione Marche, riteniamo che la stessa possa essere l’inizio di un percorso che seguiremo attentamente. Il comitato di studio che sta per nascere a San Benedetto ha esattamente lo scopo di rendere il percorso più breve possibile. Personalmente non ci vedo nulla di male anche nella drastica riduzione da 236 a 23 maxi comuni. Appena il comitato si sarà insediato daremo grande visibilità alle loro considerazioni. Aggiungo personalmente che “finalmente si parte” e ringrazio Ceriscioli per la coraggiosa decisione ma anche Mirco Carloni che, pur non essendo contrario, ritiene che nel cambiamento epocale venga coinvolto il popolo al di là della delega che ha dato alla giunta regionale con le recenti elezioni. Se ben informata, credo però che eventuali resistenze arriveranno più da potenziali politici “tagliati” che dal comune cittadino.
Questo il testo integrale del comunicato inviatoci dal gruppo dell’Area Popolare:
Si è svolta questa mattina la commissione regionale Affari Istituzionali nella quale si è discussa la PdL 14 avente per oggetto il recepimento della legge Del Rio all’interno della normativa regionale sulle fusioni tra i comuni. Il presidente del gruppo Area Popolare Mirco Carloni, vicepresidente della Commissione Affari Generali e relatore di minoranza della legge della legge è intervenuto più volte nell’acceso dibattito avvenuto in commissione.
Sono favorevole alla semplificazione e alle riforme che migliorino la vita dei cittadini. I processi di fusioni e di unione tra i Comuni possono essere in tal senso strumenti importanti e necessari per semplificare ed efficientare i servizi, tuttavia manca la certezza che dalle fusioni derivino benefici legati allo sblocco del patto di stabilità per i comuni coinvolti. Sulla vicenda di questa mattina è stata fatta una forzatura senza precedenti perchè nel caso dell’incorporazione di Pesaro e Mombaroccio i cittadini avevano chiesto, attraverso la raccolta di più di 500 firme, di potersi esprimere preventivamente. Non solo non è stata rispettata la legge Del Rio, ma, dopo aver realizzato l’errore a cui si andava incontro, è stata depositata frettolosamente una legge regionale che la recepisce escludendo, ed è proprio qui la forzatura, quei casi dove l’iter di fusione era stato già avviato senza referendum comunale. La maggioranza ha scelto incredibilmente di andare avanti ad oltranza pur avendo capito l’errore. La norma approvata oggi in commissione è in violazione dei più elementari principi del diritto e del buon senso.
Se a quanto accaduto oggi in commissione si aggiunge la proposta avanzata da Ceriscioli di un piano di fusione in 23 maxi-Comuni dei 236 Comuni delle Marche in cui si assiste ad un piano dirigistico e calato dall’alto che rischia di calpestare la volontà popolare e il policentrismo delle Marche, allora si coglie un sintomo generale più preoccupante, ossia voler imporre le fusioni tra Comuni sulla testa dei cittadini calpestando la partecipazione popolare. A questo approccio dirigistico e non partecipativo mi opporrò in tutte le forme.
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Ovviamente se le cose stanno come dice Carloni (Ceriscioli fa della bandiera della “fusione” uno dei suoi cavalli di battaglia) non posso che dar ragione proprio a Carloni. Gli enti sovraordinati come Stato e Regione possono certamente favorire e incentivare l’unione e la fusione di comuni, ma immaginare di ridisegnare dall’alto la geografia amministrativa regionale sarebbe davvero un dirigismo indigeribile. Ad esempio nella Riviera ci troviamo in una situazione di micro-comuni territoriali – Sbt 25 kmq, Grottammare 20, etc – ad alta densità abitativa e con specializzazioni commerciali e produttive che creano inefficienze gravi dal punto di vista urbanistico, gestionale,… Leggi il resto »
Non sono totalmente d’accordo. “A forza” no perché è sempre sbagliato ma, come ho già scritto, se si fa ben capire al popolo la necessità per i vantaggi economici e non che porterebbe (un nostro esperto lo sta facendo sul settimanale cartaceo) , nessuno cittadino comune si ribellerebbe, magari politici di scarso e nullo valore che perderebbero la poltroncina sì.
Sono quindi d’accordo sul suicido politico a causa di suoi colleghi interessatamente miopi ma non su “fermatelo”. Direi piuttosto: “aiutiamolo” a fare eventuali modifiche studiando a fondo la questione.
Ad esempio città come Ascoli, che da sola ha la superficie di tutta la Riviera delle Palme, o Ancona, rappresentano sistemi urbani quasi completi, senza necessità di “fusioni” cervellotiche. Ascoli ha una popolazione simile a San Benedetto in un territorio 5 volte grande, e ha già difficoltà a gestire numerosissime frazioni che credo facciano la stessa popolazione del centro storico. Aggiungere Castel di Lama e Folignano con circa 20 mila abitanti sarebbe deleterio, a parte lo storico problema di Villa Sant’Antonio che tra l’altro chiede il distaccamento da Ascoli per agganciarsi a Castel di Lama. Lo stesso Ancona, non avrebbe… Leggi il resto »
come pensa sia possibile che una giunta decida di azzerarsi per entrare a far parte di un’altra entità?
Ci sono i politici dentro i comuni e i politici amano le poltrone. Anche se fossero d’accordo cavalcherebbero il campanilismo per creare consenso sulla propria persona, incitando le sacche più ignoranti a preservare la propria identità.
Guardi quanto ci ha messo il senato per autocancellarsi.
Perchè è una perversione radicata il fatto che invece di avere 15 assessori e 60 consiglieri, averne 6 e 30 significhi far funzionare le cose meglio. Perché non siamo gli Stati Uniti e la storia ha un valore specifico, è una ricchezza da non cancellare con un colpo da soviet. Ci sono situazioni (e l’ho già scritto) dove l’unione – che vedo come primo passo – può portare ad una fusione fruttifera: significa un Prg, un regolamento edilizio, attività produttive, turismo, regolati in maniera coordinata. Ci sono altre situazioni in cui non vi è ragione di farlo. Ascoli è una… Leggi il resto »
Le realtà municipali non scompariranno mai. L’identità rimane anche senza gestione amministrativa. Pensi a Londra. Da fuori è una mega città di milioni di abitanti. Chi ci abita sa che c’è differenza tra uno di Chelsea, Camden Soho o Shoreditch
Infatti.
Ma Londra è un caso unico al mondo e ha una storia centenaria alle spalle, parliamo delle nostre terre, per favore… Quando si fanno campagne come questa occorre anche avere una visione realistica della situazione, altrimenti si fa solo un chiacchiericcio inutile. Un conto è “unire” Sbt con Grottammare, un conto mettere assieme Ascoli con Folignano e Castel di Lama: una follia che resterà solo sulla carta. Lo stesso: unire Numana con Sirolo significa unire due realtà molto simili e facilmente co-gestibili, attaccare queste ad Ancona è illogico. La gestione urbana di una città è una cosa seria e la… Leggi il resto »
Quindi ritieni che le cose devono restare come sono adesso? Se Londra ha una storia centenarie alle spalle che ha avuto successo, non si capisce perché una storia simile non debba iniziare anche in Italia. In Africa fra centinaia di anni potranno dire la stessa cosa di noi. Perché parli di chiacchiericcio inutile? Se leggi la dichiarazione Ansa di Ceriscioli potrai renderti conto che non è così. Noi stessi, a puntate, stiamo dando una visione realistica della situazione. Si tratta semplicemente di creare un’amministrazione unica per un territorio più vasto, lasciando l’identità delle varie località intatta. Come ha spiegato un… Leggi il resto »
Scusate, io alzo bandiera bianca.
Si faceva solo notare che non ha senso paragonare l’ esigenza di un’ unione tra comuni con alta densità abitativa e piccola estensione ( sbt,grotte,monteprandone,acquaviva, monsampolo) con altri che hanno già un territorio grande e con difficoltà a gestirlo ( ascoli). Usiamo argomenti seri per sostenere un’ eventuale unione ( ad esempio il fatto che la riviera possa avere voci in capitalo su zone industriali… ) piuttosto che andare dietro alla martellante propaganda per cui il problema sono i troppi consiglieri, i troppi parlamentari,ecc… ” il risparmio” come obbiettivo non può produrre buone riforme ( l’ italia ne è un… Leggi il resto »
Mi dispiace ma non la seguo. Sicuramente per colpa mia ma la pregherei di essere più chiaro. Il suo mi sembra un politichese vecchia maniera con cui dice tutto ma non dice niente. Io le dico soltanto che i troppi consiglieri (la maggior parte scarsissimi), i troppi parlamentari (idem) sono una realtà matematica altro che ‘martellante propaganda’: Non sono certamente l’unico motivo per giustificare la fusione di più comuni, ci sono tanti altri argomenti e pare che lei stesso ne abbia più seri di quelli che sono stati elencati nel nostro settimanale in edicola (n. 1047 e n. 1048), di… Leggi il resto »
Il punto è che non discute più delle scelte che si fanno. Possiamo dimezzare quello che volete il punto sono le politiche che si fanno e chi avvantaggiano.
Beato chi ha certezze agli altri rimangono domande. Zone industriali come politiche di lungo termine come argomenti seri? La informo che siamo entrati nella fase post-industriale di massa, se poi vuole puntare sulle grandi fabbriche sostenga le ideologie dei Sindacati italiani. Tutta Italia forse dovrebbe uscire dalla sindrome da boom economico anni Sessanta. Non basta più lavorare 10-15 ore al giorno specie in fabbriche a conduzione familiare se nel frattempo poi gli altri hanno copiato, poi delocalizzato e infine commercializzato usando strategie di marketing su base globale. La testa ha superato chi utilizzava le braccia da decenni. Non ci sono… Leggi il resto »
Ragazzini americani che hanno avuto strutture dove studiare, strutture che richiedono investimenti ( anche pubblici, quelli che l’ italia non fa seriamente da tanti anni ) in settori che si ritengono strategici.
Non sono a conoscenza della cancellazione del Senato. Mi risulta che da eletti (o non eletti come negli ultimi anni da legge dichiarata però incostituzionale) avremo ora senatori semplicemente cooptati.
La fusione può avvenire solo dall’alto. Grottammare e San Benedetto sono di fatto una sola città.
Ma a parte il quartiere ascolani, quanti grottammaresi accetterebbero di far parte di San Benedetto?
Io ribadisco che l’unione deve dare vita ad una nuova città con un nome diverso (tra l’altro se si potesse superare la cacofonia di “del tronto”, sarebbe un vantaggio per tutti anche d’immagine)
ben venga il disegno dall’alto. Noi da soli non siamo capaci di farlo.
A proposito di una prevaricazione sul popolo da parte del governatore Ceriscioli, si può trovare su Facebook una sua dichiarazione Ansa nella quale il timore viene sviato con grande chiarezza, eccola: “Ceriscioli, nessun disegno precostituito su numero Comuni Sindaci e comunita” veri protagonisti percorso fusioni (ANSA) – ANCONA, 13 OTT – ””Continuano ad arrivare richieste di informazioni in merito al processo di fusione dei Comuni da parte dei tanti amministratori locali. Un percorso che la Regione continuera” ad incentivare e sostenere anche con l”approvazione da parte del consiglio regionale della relativa legge. Un provvedimento che spero arrivi al vaglio dell”aula… Leggi il resto »
Il riferimento a 23 comuni non trova riscontri nella sopracitata Proposta di Legge n.14 del 12/10/15 visibile sul sito regionale. Tuttavia possiamo supporre che l’indiscrezione sia basata in buona parte sulla divisione regionale delle ASUR Sanitarie e le 13 vaste aree (ragionevole pensare che i 23 enti debbano orbitare attorno). Non credo proprio che ci siano altre considerazioni di natura sociale, morfologica, storica, ecc Guarda caso un approccio specificatamente regionale che si preoccupa di un settore che assorbe oltre l’80% delle spese di bilancio nelle sue (nostre) casse. Di fatto il Governatore di una regione italiana dal 2000 è divenuto… Leggi il resto »
Il riferimento a 23 comuni non trova riscontri nella sopracitata Proposta di Legge n.14 del 12/10/15 visibile sul sito regionale. Tuttavia possiamo supporre che l’indiscrezione sia basata in buona parte sulla divisione regionale delle ASUR Sanitarie e le 13 vaste aree (ragionevole pensare che i 23 enti debbano orbitare attorno). Non credo proprio che ci siano altre considerazioni di natura sociale, morfologica, storica, ecc Guarda caso un approccio specificatamente regionale che si preoccupa di un settore che assorbe oltre l’80% delle spese di bilancio nelle sue (nostre) casse. Di fatto il Governatore di una regione italiana dal 2000 è divenuto… Leggi il resto »
Ecco, 13 aree metropolitane come quelle nella cartina (e non 23) andrebbero benissimo con le attribuzioni delle vecchie provincie e in più dei servizi sovracomunali in rete; non possono però sostituire i comuni attuali che resterebbero con minori attribuzioni.
Volendo fare una vera fusione, servirebbero almeno una cinquantina di comuni al posto dei 236 attuali perché vanno individuati ambiti molto più omogenei e correlati, sia dal punto di vista geografico che storico.