SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un’avventura durata meno di sei mesi. Nicolino Piunti non è più il presidente del quartiere San Filippo Neri. Ad annunciare l’addio è stato il diretto interessato con un comunicato di appena due righe: “In data 12 ottobre 2015 rassegno le dimissioni irrevocabili”.
Ignoti i motivi, anche se alcune fonti interne raccontano di forti dissidi con parte del direttivo. La situazione di San Filippo Neri si aggiunge a quella di Porto d’Ascoli Centro, con Elio Core decaduto la passata estate.
Ad aprile, l’elezione di Piunti era avvenuta al secondo tentativo, visto il mancato raggiungimento del quorum di partecipanti necessario (pari al 10% degli aventi diritto) in occasione dell’election day del dicembre 2014.
Che farà ora il presidente dimissionario? C’è chi giura che si presenterà alle prossime Comunali tra le fila del centrodestra.
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San Filippo Neri è un quartiere vivo, ma fatica a trovare un direttivo perché quelli che si autodefiniscono
“renziani” del PD locale, lo usano come bacino di voti. Per questo vogliono gestirlo senza metterci la faccia.
Mi si critica perchè scrivo sotto un nickname, ma il quartiere è in mano alla sezione del partito democratico, che fa e disfà a piacimento.
Essere anonimi, può essere una buona cosa, se, senza mai offendere o essere ipocriti si riesce a dire cose che tutti hanno sotto gli occhi. Mi torna in mente la favola del re nudo.
Il suo è comunque un limite che dà adito a malignità sulle sue generalità.
Si dice a volte che una persona non è credibile perché è di parte: immagini un padre o una madre che in un contenzioso difendono i propri figli.
Il problema va al di là della ‘favola del re nudo’.
Tutto qui.
Se si mettono nome e cognome si può sapere se è vero o no. Oltre a correre il rischio di aver usato le generalità di un’altra persona.
L’incongruenza non sta nelle opinioni ma nella discussione tra persona identificata ed una no.
Già tra due anonimi è diverso.
Peggio ancora quando un anonimo fa accuse verso un identificato e magari persona pubblica.
Nell’ambito di una semplice opinione lei ha invece ragione.
Ci pensi su.
quoto tutto. Peraltro l’anonimato va preservato, in quest’epoca di iperinvasività. Chi è contro l’anonimato su internet è chi vuole il controllo per fini altri, commerciali per lo più, e non è il caso di RivieraOggi.
Che contino le opinioni, non il nome, in entrambi i casi possono essere veri o falsi.
È anche vero che io devo cercare di eliminare la confusione. E l’utilizzo di un giornale, non un blog, per meri interessi personali o per “infangare” altri. Il problema dell’anonimato è tutto lì. Per il resto sono d’accordo anche se un giornale su internet ha le stesse funzioni e le stesse responsabilità di un giornale in edicola.
Comunque un dialogo interessante per il quale sto pensando ad un convegno sull’argomento.
Grazie
Prego.
In effetti neanche io modero molto anzi direi molto poco anche se devo leggerli tutti perché, secondo me e lo dico da sempre, lo scopo dei commenti o lettere al direttore è principalmente quelli di dare al lettore una visione più ampia e far sì anche che il racconto o il parere del giornalista non sia dispotico.
e anche prr far sì che il racconto o parere drl giornalista dia dispotico.ñ