Dal numero 1048 di Riviera Oggi, in edicola.

Un semestre bianco anche per i sindaci. Quella che può sembrare una provocazione (in parte lo è), in realtà nasconde molta sostanza.

Il discorso è semplice: un amministratore giunto a fine mandato non deve decidere per chi lo succederà.

Non tutte le situazioni si somigliano: ci sono sindaci propensi ad una ricandidatura ed altri che per forza di cose dovranno mollare la poltrona. Se nel primo caso gli ultimi mesi rappresentano un trampolino di lancio per la successiva esperienza (nonostante la rielezione non sia garantita), è quantomeno inopportuno che, giunto al decimo anno, un primo cittadino getti le basi pure per il lustro a venire.

Certo, ci sono i partiti, le coalizioni. Ma la storia recente insegna quanto sia annunciata ed auspicata la discontinuità persino in uno stesso partito. Perazzoli e Di Francesco hanno garantito un percorso nuovo di zecca, peggio ancora Capriotti che sottolinea puntualmente gli obiettivi non raggiunti dall’amministrazione in sella. C’è poi la Sorge: l’assessore non può troppo discostarsi da Gaspari, tuttavia nel comunicato di presentazione parlò di “ciclo politico terminato” e di una “nuova pagina da scrivere”.

Senza dimenticare le opposizioni: destra, centro, Movimento Cinque Stelle. Perché lasciare a loro le patate bollenti di progetti imponenti ancora da avviare?

Nell’ambiente quirinalizio, il semestre bianco impedisce al Capo dello Stato di sciogliere le Camere nell’ultimo semestre di carica.

Il consiglio sarebbe quindi quello limitarsi all’ordinaria amministrazione: copertura di buche, pulizia di strade e marciapiedi, lotta al degrado e ai writers. I cittadini ringrazierebbero, così come chi sarà chiamato a governare nel 2016.