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MASSIGNANO – Nel maggio 2014, con 456 voti, Massimo Romani è divenuto sindaco di Massignano. Con la lista “Massignano cambia” conquistò la carica sbaragliando un’agguerrita concorrenza. Forse non tutti sanno che il primo cittadino dell’affascinante borgo Piceno è originario di San Benedetto del Tronto. Con il sindaco Romani abbiamo parlato del suo ruolo e dei suoi progetti futuri. Tra cui la possibile realizzazione della “Città Grande” (fusione dei Comuni).

Ci racconti come si gestisce un borgo come Massignano.

“La riduzione dei trasferimenti del Governo, il Patto di Stabilità, la carenza di personale, il forte indebitamento, la scarsità delle entrate del Comune mettono in seria difficoltà la gestione di un piccolo paese come il mio. Tutto questo frena notevolmente sia gli investimenti, che la gestione ordinaria. Nonostante questo, siamo riusciti con tenacia e perseveranza a realizzare alcuni punti che avevamo previsto nel nostro programma elettorale: avvio dei lavori del sottopasso ferroviario a Marina di Massignano con conseguente sviluppo della zona mare, introduzione del sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta che ha raggiunto il 75% di differenziata rispetto al 16% degli anni passati, WiFi free in piazza e a scuola, corsi musicali gratuiti in funzione della ricostituzione della banda paesana, sistemazione dell’archivio storico comunale che ha permesso la fruizione di scuole, studiosi e appassionati. Nonostante in un paese piccolo come il nostro il rapporto con i cittadini è molto stretto, abbiamo ritenuto indispensabile organizzare diversi incontri pubblici al fine di coinvolgerli e condividere il nostro operato”.

Riguardo al turismo collinare cosa ci vuol dire a riguardo? Sappiamo che alcune abitazioni sono acquistate o affittate da stranieri.

 “Il clima mite, la vicinanza al mare, lontano dall’inevitabile caos estivo della Riviera, l’ospitalità delle molte strutture turistiche e ricettive a conduzione familiare fanno la fortuna del nostro paese. Il numero di presenze cresce di anno in anno, soprattutto nelle piccole aziende agrituristiche disseminate su tutto il territorio collinare. L’obiettivo della nostra amministrazione è quello di avere un turismo diluito anche sugli altri periodi dell’anno e legato alla bellezza del nostro territorio, alla prelibatezza della nostra cucina e alla vicinanza di borghi caratteristici e città d’arte. Tedeschi e inglesi apprezzano particolarmente Massignano. Hanno acquistato e sapientemente ristrutturato molti casolari di campagna e antiche abitazioni del centro storico. La loro permanenza non si limita solo al periodo estivo e forte è stata l’integrazione con la popolazione”.

Com’è attualmente la situazione del fotovoltaico nelle campagne di Massignano? Riguardo alla ricerca di idrocarburi sul territorio cosa può dirci?

“Innanzitutto premo a ricordare che di recente c’è stata l’XI edizione di Bio&Tipico in Piazza, volta a promuovere prodotti biologici e tipici del territorio, il mangiar sano e il rispetto dell’ambiente. Tale evento rappresenta la punta dell’iceberg di una politica che stiamo portando avanti dal mio insediamento e che si concretizza con: mensa con prodotti biologici, stagionali e a “km 0”, raccolta differenziata al 75%, revisione del piano regolatore con la riduzione delle aree edificabili, piano per la sostituzione delle lampade tradizionali con lampade a led per la riduzione dei consumi energetici. Fortunatamente le nostre campagne non sono state sfregiate dai pannelli fotovoltaici. In linea con la nostra politica ci opporremo alla ricerca degli idrocarburi sul nostro territorio e a tutte quelle iniziative volte a sconvolgere l’equilibrio ambientale della nostra zona”.

Cosa auspica per il futuro?

“Come amministrazione abbiamo diversi e ambiziosi progetti: lo sviluppo della zona mare, rimasta ferma per troppi anni, la riqualificazione dell’incasato di Villa Santi e del Centro Storico, la valorizzazione dell’attività agricola e florovivaistica della Val Menocchia anche in vista della recente approvazione del nuovo PSR (Piano di Sviluppo Rurale) da parte della Regione. In tutti i casi spero che il paese possa far parte da un punto di vista di gestione amministrativa a un’area più grande che permetta ai cittadini di avere costi minori e servizi di qualità mantenendo, al tempo stesso, la sua identità”.

Sappiamo che lei è favorevole alla “Città Grande” (fusione dei Comuni) come già prevede una legge dello Stato. Come la vorrebbe e perché appoggia l’idea?

“Attualmente il mio paese è associato con i Comuni di Ripatransone e Carassai, sono però attivi solo i servizi della Polizia Municipale e della Centrale Unica di Committenza. Credo profondamente sull’associazione dei Comuni, ritenendo che sia una grandissima opportunità sia per gli abitanti che per il territorio. In questo anno e mezzo di amministrazione, infatti, ho lavorato molto in tal senso, all’interno dell’associazione in cui si trova il mio Comune, con ripetuti contatti con i Sindaci dei paesi limitrofi e della Riviera e organizzando assemblee pubbliche rivolte a tutti i cittadini. La forma di associazione a cui, secondo me dovremmo tendere è la fusione, creando quella che chiamate Città Grande. Inizialmente vedevo la Città Grande costituita dai comuni della costa. Ma considerando il fatto che la nostra Riviera in termini di abitanti è fortemente polarizzata  mi sono in parte ricreduto. La fusione potrebbe invece coinvolgere anche località dell’interno consentendo la creazione di un territorio più eterogeneo che va dall’area marina a quella collinare. Si puo’ ipotizzare per esempio a una Città Grande che coinvolga parte dei paesi che si trovano sulla valle del Menocchia (Cupra Marittima, Ripatransone, Massignano, Montefiore dell’Aso). L’argomento chiaramente è molto complesso, richiede molto lavoro, scelte decise e importanti da parte degli amministratori, che dovrebbero condividere con la cittadinanza il cammino da intraprendere, senza fermarsi a una valutazione dei benefici nel breve termine (contributi finanziari oppure soppressione temporanea del patto di stabilità)”.

Lei è originario di San Benedetto del Tronto. Se fosse sindaco in Riviera cosa farebbe per la collettività?

“Sono sempre vissuto a Massignano, ma sono molto affezionato a San Benedetto del Tronto, dove ho frequentato il liceo, e soprattutto al suo porto in cui mio padre, i miei zii e i miei nonni, tutti pescatori, hanno profondamente legato la loro esistenza. Ricordo quando, il sabato mattina, insieme a mio padre, frequentavo l’area portuale. C’era un fermento, un vitalità che da molti anni non vedo più. Metterei in moto tutte le politiche necessarie al rilancio dell’attività portuale sia commerciale che turistica, vista la forte contrazione avvenuta negli ultimi anni. San Benedetto del Tronto ha molto da offrire ai suoi cittadini e ai turisti, in termini di servizi e bellezze del territorio, basti pensare alla spiaggia sabbiosa e al suo lungomare considerato tra i più belli d’Italia. Al suo sviluppo urbanistico si contrappone però il grosso problema della viabilità. Sono presenti inoltre alcune zone, che, se riqualificate, potrebbero accrescere la bellezza della città (per esempio Stadio Ballarin e Piazza San Pio X)”.