SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Le primarie? Pensa che strumento di partecipazione rivoluzionario sarebbe. Il nostro problema è l’assenza di tesserati, ma potrebbe essere proprio l’occasione per aprirle a tutti, sarebbe straordinario”. Parola di Luca Vignoli, intervenuto per la prima volta mercoledì sera alla riunione del centrodestra, in sostegno della candidatura di De Vecchis.

“Appoggio Giorgio senza dubbio – dice l’ex assessore alle Finanze – però lo farò da semplice cittadino. Non mi ricandido per la quinta volta. Lascio spazio ad altri, a 50 anni è giusto così. Il rinnovamento va applicato”.

Le primarie – mai praticate nella storia del centrodestra – vengono richieste a gran voce da diverse liste civiche, oltre che dal Partito Repubblicano. Ma Forza Italia, Ncd e Lega non sono intenzionati ad avviare discussioni in tal senso, anche perché sarebbe complicato mettere in moto la macchina organizzativa in così breve tempo. “Io invece penso che sarebbero utili per avere una legittimazione forte. Una votazione a maggioranza al tavolo potrebbe generare spaccature. Ad oggi mi pare che siamo lontani dal trovare una sintesi, non credo che uno dei tre in lizza sia disposto a fare un passo indietro in favore dell’altro, almeno per adesso. Delle consultazioni si potrebbero organizzare, mica sono fuori legge. Certo, se fossero aperte non mancherebbero i detrattori e la paura di un boicottaggio esterno verso il candidato più forte. Rischio a cui io non ho mai creduto”.

Nel corso del suo discorso, Vignoli si è soffermato sull’importanza delle idee: “I programmi sono importanti, più che in passato. Una volta potevano non risultare prioritari, ora il cittadino è più attento, critico, accorto. Serve una proposta innovativa ed interessante. Il centrodestra ha criticato Gaspari per anni. Da domani chi si candida dovrà fare qualcosa di nuovo, Gaspari non ci sarà più. L’elettore vota Cinque Stelle per sfregio e protesta, ma anche perché vede in quel movimento onestà e novità. Non bisogna dare la sensazione ai sambenedettesi di voler sostituire un gruppo di potere con un altro gruppo di potere”.