SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Se Pertini e Mandela sono finiti in prigione, posso finirci anche io”. Beppe Grillo sceglie il suo blog per commentare la sentenza emessa dal Tribunale di Ascoli Piceno che lo condanna ad un anno di reclusione per la “diffamazione aggravata” nei confronti di Franco Battaglia, docente del Dipartimento Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

Era l’11 maggio 2011 e il leader del Movimento Cinque Stelle si trovava a San Benedetto in occasione di un comizio per le elezioni amministrative. Durante l’intervento il discorso virò sul nucleare, in vista del referendum in programma nel giugno successivo.

“Vi invito a non pagare più il canone – dichiarò Grillo – io non lo pago più perché non puoi permettere ad un ingegnere dei materiali, nemmeno del nucleare, parlo di Battaglia, un consulente delle multinazionali, di andare in televisione e dire, con nonchalance, che a Chernobyl non è morto nessuno. Io ti prendo a calci nel c…o o e ti sbatto fuori dalla televisione, ti denuncio e ti mando in galera”.

“Il Pm – spiega oggi il comico – aveva chiesto una multa di 6.000 euro. Il giudice mi ha invece tolto la condizionale condannandomi a un anno di prigione e a 50.000 euro di risarcimento. Io sono fiero di aver contribuito a evitare la costruzione di nuove centrali nucleari in Italia. E’ un’eredità che lascio ai nostri figli che potranno evitare incidenti come Chernobyl e Fukushima. Forse fa paura che il Movimento 5 Stelle si stia avvicinando al governo?

Grillo precisa infine che “contrariamente a quanto riportato da alcuni organi di informazione, la pena non è stata sospesa”.