ACQUAVIVA PICENA – Un secolo di storia condensato in un libro: è stato questo lo sforzo di Federico Olivieri, sambenedettese di origini acquavivane. Il volume, pubblicato di recente, si intitola “La popolazione di Acquaviva Picena dal 1800 al 1899” ed è una ricerca storico-statistica ricchissima di dati, informazioni e anche curiosità sull’evoluzione demografica e sociale di Acquaviva.

Olivieri ha lavorato per ben due anni alla realizzazione di questo libro, attraverso una meticolosa ricerca di archivio. Fondamentale per la pubblicazione, è stato il contributo economico dato dal supermercato Carni 3R, di Pio Rossi, che si trova in Via Roma 5 ad Acquaviva, dove i libri sono disponibili, gratuitamente.

Da dove nasce la passione per una ricerca così accurata (il libro è di circa 330 pagine corredato da molte foto, grafici, tabelle)?
“Uno degli interrogativi più sentiti dell’essere umano riguarda la ricerca delle proprie origini ed anch’io, fin da bambino, affascinato dalla storia della mia famiglia, chiedevo ai miei genitori di raccontarmi ciò che ricordavano dei nostri avi. Notizie che non andavano al di là di poche generazioni e spesso erano imprecise e contrastanti tra loro.
Crescendo, il mio desiderio conoscitivo non si è affievolito e volendo approfondire i dati sui miei antenati ho iniziato a consultare l’archivio comunale di San Benedetto del Tronto, città in cui sono nato nel 1947 e dove sono riuscito a risalire ai dati fino al 1865, periodo in cui si verificò l’Unità d’Italia. Mi sono poi recato negli archivi comunali e parrocchiali di Acquaviva Picena da dove avevo scoperto provenire in miei antenati paterni.
Qui, grazie alla registrazione dei sacramenti che la Chiesa aveva reso obbligatoria dalla seconda metà del XVI secolo, consultando i registri parrocchiali, ho potuto ricostruire l’albero genealogico della mia famiglia, partendo dal mio bisnonno Marino nato nel 1845 e risalendo fino al capostipite Oliviero nato nel 1530, da cui per patronimico ha avuto origine il mio cognome “Olivieri”.

Quali sono, secondo lei, gli aspetti per cui vale la pena avere questo libro, sia per gli acquavivani in particolare ma anche per tutti coloro che sono interessati alle vicende storiche picene?
“Si tratta di un volume ricco di curiosità inedite. E porta a conoscenza degli acquavivani delle vicende che altrimenti sarebbero rimaste per sempre confinate nell’oblio. Per questo motivo, una volta accertata la generosa possibilità da parte dello sponsor di pubblicare un volume sulla storia di Acquaviva, ho deciso di mettere a disposizione di tutta la collettività i dati da me raccolti nel corso del tempo”.

Può indicare quali sono alcune di queste curiosità?
“Tra le principali curiosità potrei citare: l’incremento demografico, la proliferazione del cognome Neroni, le coppie di gemelli, due matrimoni con unica celebrazione, l’età dell’ostetrica più giovane, i nomi più usati, le tante omonimie, i soprannomi, l’età degli sposi più giovani e più anziani, i vedovi riposati tre volte, gli effetti devastanti delle epidemie, l’elevata mortalità infantile, l’età delle persone più longeve, gli elenchi completi con i cognomi e i nomi maschili e femminili, e tante altre particolarità”.

Quali famiglie l’hanno particolarmente colpita?
Molte sono state le famiglie che hanno contribuito allo sviluppo sociale ed economico di Acquaviva, ad esempio: Assalti, Martelli, Migliori, Neroni, Piattelli, Sciarra, Settepani e Smacchia tra le più facoltose e benestanti.
Degne di nota sono anche le famiglie più antiche: Angellotti, Capretti, Chiappini, Crivellucci, De Angelis, Gaetani, Gasparrini, Olivieri, Rossi, Spina, Troiani e Vulpiani, ancora oggi presenti nel comprensorio.
Ma la famiglia Rossi-Panelli, il cui cognome nasce nel 1855 dal matrimonio tra Francesco Rossi e Caterina Pannelli, è quella che mi ha maggiormente colpito.
A questa famiglia va un particolare ringraziamento perché nel corso del tempo ha dato grossi contributi alla storia di Acquaviva. Il legame dei Rossi-Panelli con la comunità acquavivana è testimoniato da innumerevoli opere e lasciti. A loro si deve, tra le altre cose, l’ampliamento dell’ospedale, l’apertura di una farmacia, la creazione di nuove scuole, il reperimento dell’area per il nuovo cimitero, il completamento della nuova sede comunale, la realizzazione dell’impianto di illuminazione elettrica pubblica, e riacquistando per ben due volte il convento di San Lorenzo, confiscato nel 1810 dalle truppe napoleoniche e nel 1866 dalle forze piemontesi, ne hanno permesso la restituzione ai Padri Agostiniani Scalzi, che ancora oggi vi svolgono la loro missione religiosa”.

Potrebbero esserci degli ulteriori sviluppi rispetto a questo lavoro, in merito ad approfondimenti sul ‘900 e sui secoli precedenti?
“Non è facile prevederlo, in quanto per i periodi antecedenti il 1800, le informazioni diminuiscono e diventano difficilmente reperibili e quindi la ricerca diventa lunga e laboriosa, mentre per i periodi più recenti potrebbe risultare superfluo in quanto i fatti risultano ancora vivi nella memoria di molti”.

Di seguito riportiamo alcune curiosità, raccolte fra le tantissime informazioni presenti nel volume di Olivieri.
PROLIFICITA’ Francesco Rossi ha il record in quanto a numero di figli fatti: ben 18. Di questi, i primi 3 con la prima moglie Francesca Ferracuti di Ascoli e 15 con la seconda moglie Caterina Pannelli.
MATRIMONI Ben trenta coppie di fratelli hanno sposato 30 coppie di sorelle nel corso dell’800. A cui si aggiungono 11 coppie miste fratello/sorella che hanno sposato altrettante coppie miste sorella/fratello. Si è anche verificato il caso che tre fratelli Tassotti (Pietro, Emilio e Carlo) hanno sposato tre sorelle Castelletti (Lorenza, Maria e Anna).
SPOSA PIU’ GIOVANE Rosa Piattelli, che a 16 anni, 6 mesi e 21 giorni si sposò con il 25enne Vincenzo Campanelli.
SPOSO PIU’ GIOVANE Carlo Carosi che il giorno del suo 18° compleanno si unì in matrimonio con la 24enne Serafina Gatti.
MAMMA PIU’ GIOVANE Taide Ciotti che partorisce il primo figlio a 17 anni, 8 mesi e 2 giorni.
MAMMA PIU’ ANZIANA Maria Castelletti che partorisce il 10° e ultimo figlio all’età di 50 anni, 10 mesi e 29 giorni.
PARTI PIU’ RAVVICINATI Maria Caterina Spina, moglie di Giovanni Neroni, ha partorito due volte a distanza di 9 mesi e 2 giorni (8 settembre 1883 e 10 giugno 1884).
OSTETRICA PIU’ GIOVANE Giuseppina Polidori, a 18 anni e 8 mesi, presta per la prima volta assistenza ad un parto, affiancando la più esperta ed anziana ostetrica Giovanna Gasparrini che stava lasciando il servizio.
COGNOMI I primi dieci cognomi per diffusione coprono quasi il 30% della popolazione, cosa che ha causato molti casi di omonimia. Il più diffuso tra i cognomi è senza dubbio Neroni, che con 510 nati, quasi doppia Rossi, secondo in classifica con 278 nati. Seguono Angellotti con 257 e Olivieri con 205 nati.
OMONIMIE Nel corso del secolo sono nati 29 bambini di nome Giuseppe Neroni e 20 bambine di nome Maria Neroni. Seguono Luigi Neroni con 16 e Rosa Neroni con 17 omonimie.
VITA MEDIA Ad Acquaviva nell’arco dell’800, a causa dell’alta mortalità infantile, la vita media era di 30 anni e 6 mesi. I defunti furono 4.535. Di questi 2.335, pari al 51,5%, erano bambini da 0 a 9 anni.
PIU’ ANZIANI Carlo Fares morì nel 1818 all’età di 93 anni, 1 mese e 19 giorni; Emilia Ciotti invece morì nel 1899 a 92 anni, 11 mesi e 12 giorni.
EPIDEMIE Tre sono stati i fenomeni epidemici che hanno colpito il paese nel corso del secolo e che hanno mietuto numerose vittime. Nel 1817 vi fu una epidemia di tifo, nel 1855 vi fu il colera morbus, mentre non è stata accertata l’origine dell’epidemia del 1862, che colpì in particolar modo i bambini (l’80% dei defunti erano bambini).

Altro aspetto da sottolineare e colto dal libro di Olivieri è la grande ricchezza di chiese presenti ad Acquaviva: nel corso dei secoli ben 21 chiese e 2 conventi sono sorti nella cittadina, di cui oggi soltanto 5 sono aperte al pubblico per le funzioni religiose. Nel XIX secolo hanno officiato nelle chiese acquavivane 70 sacerdoti di cui 38 nativi di Acquaviva.