Che Samb sarà. Mi prudono le mani o meglio le dita sopra i tasti ma mi sto sforzando di restare sereno e soprattutto obiettivo, nonostante il mio amore per la squadra di calcio che amo da più di mezzo secolo. L’uscita dei calendari e dei gironi di serie D mi ha dato molto fastidio perché l’ho vista come una mossa del solito Tavecchio per mettere le mani avanti. Credo (se sbaglio correggetemi) che sia la prima volta che i calendari di un campionato, anche delle categorie più basse, vengano diramati la settimana in cui il torneo ha inizio. Incredibile.

È chiaramente una forzatura contro la quale tutte le squadre dovrebbero fare ricorso, non soltanto quelle che giovedì 3 settembre vedranno il loro ricorso esaminato dalla Procura della Figc. Ancor più lo è la richiesta o meglio la minaccia di non ammettere le squadre che non tirano fuori 500 mila euro a fondo perduto. Neanche nell’Africa di 50 anni fa venivano accettate certe imposizioni, classiche delle peggiori dittature. Credo che, l’esempio delle banane, il signor Tavecchio debba rivolgerlo a se stesso. Assurdo.

Dice che se vogliono giocare in Lega Pro devono ‘regalare’ all’Ente calcistico ben 500 mila euro altrimenti restassero dove stanno. Nello stesso tempo il Tavecchio afferma “l’ex serie C va sfoltita e quindi la riduzione del numero delle squadre va iniziata adesso“. Problema però che non esisterebbe se tutte le società interessate versassero mezzo milione come hanno fatto Albinoleffe e Pordenone. Ma vi pare una cosa normale o la conferma che i soldi fanno girare il mondo al contrario? Per me non servirebbero buoni avvocati per far capire che il pensiero tavecchiano è assurdo e dittatoriale. Se le cose restano così la Lega ha eletto una specie di ‘duce’ non un presidente di un organo sportivo di una nazione (apparentemente) democratica. Incoerente.

Non parliamo poi di logica che dovrebbe prevalere in ogni decisione umana. È circolata una voce egualmente illogica ma a questo punto possibilissima: se si accettano le venti squadre a girone, Tavecchio & c. dovrebbero restituire il milione di euro già versato da Pordenone e Albinoleffe che pare sia stato già incassato dalla Lega. Aspetto, si dice, che potrebbe risultare un deterrente che spingerebbe la Lega a lasciare le cose come stanno. Fondo perduto poi che significa? In pratica se le sei squadre interessate, Samb compresa, accettassero di pagarlo, Tavecchio & C avrebbero intascato ben 4 milioni di euro per una destinazione che non mi sembra sia stata mai resa nota. Se i campionati restano a 54 squadre le regole valide fino a quest’estate non verrebbero rispettate, se invece diventano 60 si potrebbe parlare di ‘rapina’ del secolo. Per rendere meglio l’idea, quattro milioni sono 8 miliardi di lire che non verrebbero incassati da persone fisiche ma tirati fuori da persone fisiche sì. Anche qui una piccola incoerenza c’è. Anormale.

Detto questo provo a tornare nel mondo reale che a me non piace ma tale è, nè io ho la forza di cambiarlo. Vorrei tanto ma non posso. A questo punto per la Sambenedettese la Lega Pro è più importante dei soldi. Anzi potrebbe essere più conveniente rispetto a 500 mila euro buttati al vento. Come ho già scritto in risposta ad alcuni lettori, però, è questo il momento per capire se i tifosi vogliono (quelli che possono chiaramente) veramente dare una mano a chi (se magari anche per principio, Fedeli non fosse disposto a calarsi i pantaloni) non ritiene di dovere cedere alla richiesta dittatoriale della Lega Pro. Comprensibile.

Diventano quindi fondamentali le associazioni di tifosi NoiSamb e Tifosi Pro Samb. Se sarà necessario dovranno trovare insieme il modo per lanciare una campagna mirata per lasciare quella Quarta serie che sta diventando per noi un incubo, una specie di maledizione. Tempi stretti? Credo che in certi casi la parola d’onore possa ancora valere. Una risposta positiva da parte della città potrebbe essere per la famiglia Fedeli l’input per successi oggi insperati. Sogno o son desto?