
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – A due anni dall’avvio del porta a porta spinto, il progetto si ritrova al punto di partenza. I sacchi dell’immondizia abbandonati a bordo strada non si contano più, con il caldo e il sole che contribuiscono ad incrementare i cattivi odori nella stagione estiva.
Se in passato si chiedeva pazienza, appellandosi necessario periodo di assestamento, ora il bilancio può considerarsi definitivo.
In molte zone della città gli orari di conferimento sono completamente disattesi. La situazione più preoccupante si riscontra ovviamente nelle vie periferiche, ma pure il centro non è immune da disagi.
Le buste vengono depositate anche quarantott’ore prima del giorno di raccolta previsto. L’amministrazione comunale riconosce l’esistenza del problema, tanto che Gaspari a fine giugno aveva lanciato un ammonimento ai residenti: “Queste sporadiche, ma comunque esistenti situazioni, non solo danno l’idea di un presunto disservizio e di una città poco pulita, ma fanno venir meno quello sforzo che invece tutti stiamo compiendo”.
Per conoscere modi e tempi di conferimento dell’umido, di rifiuti differenziabili e dell’indifferenziata, differente da zona a zona, è possibile consultare il sito www.comunesbt.it nella sezione Raccolta Differenziata.
In queste condizioni, non sono pochi i cittadini a rimpiangere i vecchi cassonetti. Il Comune ha più volte ricordato come questi puzzassero e nessuno li volesse sotto casa in quanto producevano rumore durante le procedure di svuotamento.
La speranza è che la situazione migliori con l’avvento dei mastelli. Il progetto, per ora, è stato avviato solo nei quartieri Ponterotto e Paese Alto. Alle famiglie è stato pertanto consegnato un kit per la raccolta differenziata composto da un mastello grigio per i rifiuti che non si possono differenziare, uno giallo per carta e tetrapak, uno azzurro per plastica e lattine, uno verde per il vetro.
I cestini, forniti in comodato d’uso, saranno inoltre dotati di un trasponder RFEED, cioè un microchip che permetterà di identificare il contenitore per associarlo all’utente. In questo modo l’operatore della Picenambiente potrà identificare il titolare di quel mastello e, in futuro, ciò servirà a determinare le eventuali agevolazioni sul pagamento della tassa rifiuti.
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Se si continua praticamente a non sanzionare i conferimenti errati, non c’è mastello che tenga. Vi sono cittadini che quotidianamente ed in assoluta tranquillità, sapendo di non rischiare praticamente nulla, continuano a gettare tutta la loro immondizia del tutto indifferenziata nei cassonetti dell’umido…
Perché gli stessi operatori addetti alla raccolta non segnalano edifici davanti ai quali regolarmente non compaiono mai i sacchi della differenziata?
Concordo appieno, il dire che in futuro (quando?) il microchip servirà a determinare eventuali (non certe e non definite) agevolazioni sulla tassa dei rifiuti significa continuare ad irridere i cittadini. Andatevene a casa, siamo al punto “0” dopo oltre 20 anni di amministrazione di sinistra. L’unica parentesi positiva è stata quella del tanto criticato Martinelli e, al di là delle chiacchiere di Gaspari, lo dimostrano i commenti di Tripadvisor su San Benedetto: oltre il nuovo lungomare (Martinelli), il nulla (amministrazioni Perazzoli e Gaspari). Ma tanto voi avete i voti dei residenti del parco Eleonora: venite a vedere i risultati (come… Leggi il resto »
ma quale microchip del caso, tutti sanno che i soliti ignoti
utilizzano pure il tuo secchio per i loro rifiuti.
Eppoi il traffico dei camion dell’ immondizia è quadruplicato.
sarebbe molto meglio l’isola ecologica che il porta a porta.
Qui oramai la gente alleva milioni di cani con tutte le conseguenze del caso.
dall’ imbrattamento dei marciapiedi, urina, deiezioni e disturbo della quiete pubblica.
Una tassa annuale in favore della picenoambiente sarebbe più che giustificata.
Pulire i marciapiedi e lavare l’urina ha un costo sociale che non deve ricadere
su tutta la comunità.