SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tra mal di pancia, applausi, sondaggi telefonici e gli immancabili social, abbiamo la prima candidatura ufficiale per la poltrona di sindaco alle elezioni 2016, a San Benedetto.

Non una sorpresa, ma pur sempre una notizia.

Voglio essere la testa di ariete di un vero e proprio movimento di rinnovamento”.

Da questo momento si apre una nuova fase, che dovrà portare all’elaborazione di un nuovo progetto per la città e alla costituzione di una nuova classe dirigente“.

Questi due passaggi importanti del comunicato di Margherita Sorge.

Un nuovo progetto di città dovrebbe/potrebbe partire da queste premesse: clicca qui.

Se l’assessore al Turismo, Cultura e Servizi Sociali del Comune di San Benedetto attualmente in carica, Margherita Sorge, darà invece la sua approvazione per il progettino senza aspirazioni che questa amministrazione vuole realizzare per i primi 400 metri di lungomare nord, vincolando così per sempre la città di San Benedetto e anche le amministrazioni seguenti (quindi anche la sua!), le due frasi da me riportate saranno, purtroppo, l’ennesima giravolta di piccola propaganda di provincia.

Abbia il coraggio di bloccare questa involuzione, di impedire un pasticcio per un pugno di voti dopo dieci anni di vuoti, e di aprire un percorso di “elaborazione di un nuovo progetto per la città”. Senza discontinuità pratica, cosa aspettarsi da Margherita Gaspari (refuso volontario, si scusi l’effetto un po’ goffo).

A quel punto potrebbe anche avere il mio voto.

PS. Il succo di quanto scritto fu da me dichiarato durante l’assemblea pubblica per la presentazione del nuovo/vecchio lungomare nord, lo scorso 26 gennaio. Era presente anche Margherita Sorge che, come altri assessori, non intervenne (ma non c’era il tempo né il modo) ma non sembra che abbia poi pubblicamente mostrato di essere “testa di ariete di un vero e proprio movimento di rinnovamento” quando il sindaco Gaspari rispose spocchiosamente al sottoscritto che chiedeva di aprire un confronto partecipato (di cui, ancora, qui). 

Insomma: senza un modesto e necessario segnale di scostamento, nessuna lettera o manifesto potranno depurare Margherita Sorge (e tanti altri) di dieci anni di gasparite.