Franco Fedeli. Conobbi circa un anno fa, solo per telefono, l’attuale presidente della Sambenedettese. La prima impressione fu quella di un uomo senza peli sulla lingua al quale piaceva acquistare la nostra società ma aveva due ostacoli in quel momento insormontabili: Gianni Moneti che ‘a tutti l’avrebbe ceduta meno che a lui‘ e la scarsa volontà di suo figlio di allontanarsi troppo da Rieti. Il primo è stato rimosso con uno ‘stratagemma’ (la frase dell’ex presidente “ho lasciato la Samb in buone mani” a me non è piaciuta perché è corrispondente alla realtà ma alla verità no), il secondo per i problemi avuti con il comune reatino ma anche per aver convinto il figlio Andrea sull’entusiasmo senza limite che c’è in Riviera per il ‘giocattolo’ Samb. Ricordo che a giugno 2014 gli dissi queste testuali parole “appena suo figlio assaporerà l’ambiente e la nostra storia… non tornerà più indietro”. Così è stato.

Non vorrei però che certe mie parole fossero state prese alla lettera perchè il nostro humus calcistico è bellissimo ma anche ricco di invidie, di malignità e di ipocrisia. È così ovunque ma credo che San Benedetto del Tronto per motivi e cause storico-geografiche porti la bandiera.

Un primo esempio: mi è stato detto da persona affidabile che girava in città questa voce: ‘Franco Fedeli ha già acquistato (non affittato) un box di pesce adiacente il Mercato ittico”. Come tutti sanno, suo figlio Andrea in azienda si interessa di prodotti ittici. L’ho presa per buona tanto che a Cascia, dopo che aveva detto che non prenderà casa a San Benedetto, ho aggiunto: un box per la vendita di pesce invece lo ha già preso. “Assolutamente no”, la sua risposta.

Magari lo farà in futuro ma qualcuno dovrebbe spiegarmi perché è nata una notizia del genere e a quale fine. Non è un fatto importante ma un segnale di certi pericoli esiste e come. In gergo a San Benedetto definiamo LP (Lèngue Ppezzete) chi dice falsità tendenziose. Bisognerebbe evitarle perché non fanno bene alla nostra comunità. L’altro aspetto che ci caratterizza sono le amicizie sbagliate, che alla lunga possono risultare pericolose lusinghe.

Mi sono permesso di rilevare alcune nostre ‘debolezze’ perchè credo che stavolta la Samb stia sulla strada giusta e mi dispiacerebbe (non solo a me) che durante il cammino imboccassimo viuzze pericolose e autolesioniste. In ogni caso l’aspetto certo è che la svolta da Moneti a Fedeli è stata grandissima: siamo passati dal dubbio sulla fidejussione in caso di passaggio tra i Pro al versamento anticipato senza la certezza della serie superiore. La famiglia Fedeli ha, giusto per cominciare, impegnato un milione di euro abbondanti per la causa Samb; prima di lui i 100 mila euro circa per l’iscrizione furono una montagna insormontabile oltre che spesso rinfacciata al popolo sambenedettese. Un credito che non può che essere preludio di un periodo diverso rispetto a quelli immediatamente precedenti.

Sento dire in giro: Fedeli non ha vinto niente, Fedeli ha un caratteraccio, Fedeli al minimo inconveniente lascia tutto. Tre verità che vanno però viste con un’ottica diversa: non ha vinto ma non è stato mai l’unico proprietario, con la Samb è la prima volta (il figlio ha detto: non cederemo nemmeno lo 0,5%); sul carattere è tutto da verificare e lo scopriremo cammin facendo: se è perché quando vede le partite non usa mezze parole o frasi di circostanza ma critica gli errori alla pari di un tifoso accanito o di un giornalista super critico, ben venga un presidente così. Questo ho notato durante Samb-Monopoli a Cascia perché era dietro di me. Un motivo in più che mi fa credere che non lascerà tutto, se non per motivi serissimi. È sanguigno come gran parte dei tifosi sambenedettesi, l’ipocrisia non è… il suo forte.

Sempre a Cascia un altro aspetto mi ha dato indicazioni sul suo carattere: si parlava di diesse, un giornalista ha fatto un nome e lui: “per favore odio le raccomandazioni“. Anche se l’intento del collega non era esattamente quello, ha lasciato intendere che tutto deve partire dalla sua testa e basta. Evidentemente in passato si è fidato troppo e non vuole ripetere errori. Anche perché le esperienze potrebbero avergli insegnato che, se gli investimenti economici non vengono supportati da tecnici onesti, seri e con il sale sulla zucca, diventano inutili. Credo che questo sia il suo nuovo progetto che adotterà da San Benedetto.

In conclusione, senza essere con Fedeli caramellosi, finti e ruffiani, l’occasione che ci è capitata è più unica che rara e lasciarsela sfuggire sarebbe un vero peccato. Credo che al momento opportuno anche un intervento della politica chiaro e pubblico possa essere necessario per un salto di qualità che va oltre la Lega Pro. Anche su quel versante servirà onestà e sale in zucca. La Samb infatti non è una risorsa soltanto per i tifosi ma per tutta la riviera picena. Che unita darà, spero, nuova vita a tutta la comunità.

Ho ritenuto di fare quest’ultimo DisAppunto sul cambio societario perché anch’io come Fedeli, non voglio lasciare nulla di intentato. La mia disamina, infatti,va ad arricchire i nostri archivi con pensieri incancellabili che tutti avranno la possibilità di verificare in futuro. Scusatemi per la lunghezza.

Da questo momento torno a fare il critico di calcio e niente più. Comincio dicendo che non bisogna mai emettere giudizi tecnici senza aver visto la Samb giocare almeno 4-5 partite. Avanti tutta e forza Samb. Da mercoledì sera a Grottammare contro i nostri fratelli minori e la formazione Primavera del Lanciano.

Grazie a Fedeli per averci tolto dalle sabbie mobili e ridonato certe possibilità, oltre alla speranza. Intanto.