
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ognuno per la sua strada verso il Consiglio Comunale di giovedì. L’assemblea degli iscritti conferma la profonda spaccatura nel Partito Democratico, con la segretaria Sabrina Gregori che non molla la poltrona.
Assenti alla riunione Claudio Benigni, Gianluca Pasqualini e Silvano Evangelisti. Bastava questo indizio per capire fin dai primi minuti che non sarebbe stata la serata dell’armistizio.
Facile a quel punto far prevalere le ragioni dell’amministrazione e della stessa segretaria, più che decisa a portare a termine il suo mandato.
Ma al centro dell’attenzione finiscono soprattutto le sorti del centrosinistra, in nove anni mai così vicino al ‘naufragio’.
Improbabile che i tre ‘ribelli’ possano tornare sui loro passi. I tentativi di mediazione sono tutti andati a vuoto e la richiesta di resettaggio del Pd non è stata accolta. Il sindaco si è limitato a far leva sul senso di responsabilità e sull’importanza dell’approvazione del documento finanziario, votato in giunta dopo mesi di sacrifici e tira e molla col governo centrale. Tuttavia, era stata Giulietta Capriotti nei giorni scorsi a ribadire come il Bilancio di Previsione verrà approvato senza modifiche “o da questa maggioranza o dal commissario”.
Per far cominciare il consesso, il 23 luglio dovranno rispondere all’appello in tredici. In mancanza di un consigliere, i lavori partirebbero ugualmente grazie al supporto del presidente Calvaresi.
Fondamentale sarà quindi la tenuta del fronte dei malpancisti. La sensazione comune è che si sia oltrepassato il punto di non ritorno. Un improvviso dietrofront verrebbe infatti visto negativamente da qualsiasi angolo di osservazione.
Le dimissioni della Gregori sarebbero servite a rasserenare gli animi. Dopo il flop delle Regionali, i portodascolani temono di essere tagliati fuori pure dai giochi per le amministrative del 2016. La testa della segretaria – che spingerebbe per la candidatura a sindaco della Sorge – avrebbe rappresentato una sorta di garanzia per il futuro.
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