Che Samb sarà. Ho parlato stamattina con Ottavio Palladini che ancora una volta si è dimostrato ragazzo concreto, intelligente e equilibrato, doti non da poco di questi tempi.

Ciao Ottavio, mi racconti come è andata. Sei stato in procinto di tornare ad allenare la Samb ma hai rifiutato. Giusto?

“Giusto ma il termine rifiutato è sbagliatissimo. Non mi permetterei mai di dire no alla Samb che è anche la mia squadra del cuore. Ho semplicemente fatto una scelta di fronte alla proposta fattami dal presidente della Samb. Tengo a precisare che l’aspetto economico non c’entra, per allenare la Samb ho fatto sacrifici in passato e avrei continuato a farli”

Quindi?

“Ho semplicemente detto a Moneti che con la Samb non si scherza e che la piazza mal sopporterebbe un campionato senza basi tecniche di un certo valore. Gli ho detto quali sarebbero state le mie scelte, qualche nome è già circolato, ma non ho ricevuto le garanzie sufficienti per cui ho ritenuto che un campionato di serie ‘D’ degno delle nostre tradizioni  non sarebbe stato possibile. Con me in panchina naturalmente poi magari arriverà un altro e vincerà il campionato. Non sono più un ragazzino e, dopo aver ponderato pro e contro, ho preferito non prendermi certe responsabilità.

Pare che sia in arrivo Tiziano De Patre, nonostante che anche lui conoscesse l’ambiente (ha giocato con la Samb in serie C negli anni novanta) e quindi le sue ambizioni…

“Rispetto la scelta di Tiziano, ci mancherebbe e gli auguro di far bene. Per lui che è una persona seria e corretta e per la mia Samb. Abbiamo giocato insieme a Pescara”

Sono d’accordo per le qualità umane di De Patre che nel periodo sambenedettese si dimostrò serio, onesto e poco portato ai compromessi oltre che un giocatore tecnicamente valido. Non hai altro da dire?

“Solo un paio di precisazioni: io non sono l’uomo di nessuno, sono Ottavio Palladini e basta né ce l’ho con il presidente Moneti che ho sempre rispettato. Chi mi vuol far passare come uomo di Noi Samb, o di una frangia di tifosi, si sbaglia di grosso. Ho accettato di dirigere il settore giovanile perché è un lavoro che mi piace e perché sono attaccato ai colori. Mi ritengo un professionista che sa stare al suo posto come ho sempre fatto nella mia vita”

Che futuro ti aspetta, resterai al settore giovanile?

“Non faccio previsioni. Valuterò il da farsi di volta in volta con la stessa serenità con cui ieri ho scelto di non diventare l’allenatore della Sambenedettese Calcio”

A questo punto, se arriva De Patre, tutto di dipenderà dai calciatori che arriveranno. Giustamente perché, come ha fatto capire Palladini, gli allenatori non fanno miracoli.

All’uopo però voglio citare un particolare: non ricordo quanto tempo fa ma ci fu un presidente che disse. “Se la tifoseria non ha fiducia della squadra che ho fatto e non si abbona, sono contento perché vorrà dire che gli incassi saranno maggiori, considerato che gli abbonati hanno diritto ad una riduzione sul costo complessivo di tutte le partite. Anzi sarei tentato addirittura a non aprire la campagna. Cosa che non farò per rispetto di chi la fiducia vuole concedercela

In effetti è così in tutte le società di calcio (Inter, Milan, Juventus ecc. comprese) gli abbonati sono conseguenza della fiducia che dà la squadra non il contrario.  È una realtà che va detta e della quale nessuno deve sentirsi vittima.