SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Nell’eventualità di un ricorso a nuove elezioni di quartiere sarò di nuovo in campo con forza e determinazione, per tutelare gli interessi dei cittadini e aiutarli nei loro problemi”.

Non si fa attendere la risposta di Elio Core il giorno dopo le dimissioni in blocco di tre dei cinque componenti del Comitato Porto d’Ascoli Centro. Gli addii della vicepresidente Manuela Casciotti, del segretario Giampietro Lucadei e del consigliere Natale Reda rischiano seriamente di interrompere dopo appena sette mesi il secondo mandato del presidente, rieletto lo scorso dicembre a furor di popolo.

Si legge nel Regolamento dei Comitati di Quartiere: “Il direttivo decade nel caso in cui, per qualsiasi causa, il numero dei componenti si sia ridotto della metà, arrotondata alla unità superiore, e comunque in numero pari. In tal caso il sindaco invita i residenti del quartiere, entro 30 giorni dall’acquisizione della notizia, ad attivarsi per la convocazione dell’Assemblea ai sensi secondo quanto previsto dall’art. 7 del presente Regolamento. I firmatari della richiesta di convocazione indicano un Presidente provvisorio incaricato di eseguire le volontà dell’Assemblea stessa e gli adempimenti propedeutici allo svolgimento delle elezioni. Qualora entro 30 giorni dal suddetto invito l’Assemblea non risulti convocata, il sindaco convoca e presiede, anche tramite un delegato, l’Assemblea. che, come primo adempimento, elegge un Presidente provvisorio incaricato di eseguire le volontà dell’Assemblea stessa e gli adempimenti propedeutici allo svolgimento delle elezioni”.

Ma cosa accadrà nell’immediato? Innanzitutto Core convocherà il consiglio direttivo chiamato a ratificare le dimissioni dei tre. “Il loro spirito di contrapposizione ha iniziato a dare i propri segni subito dopo le elezioni sin dal primo direttivo di insediamento – informa il presidente – ed è proseguito poi nelle varie riunioni indette a scadenze mensili come prefissate dallo statuto, tanto da culminare nella richiesta inaccettabile avanzata da uno dei consiglieri dimissionari di modificare il regolamento di istituzione, funzioni e prerogative dei comitati di quartiere in vigore presentando una bozza di statuto inadottabile in quanto palesemente in contrasto con il regolamento comunale vigente ed in antinomia con la Legge, in quanto creato sulla base di una normativa abrogata. Guarda caso, uno dei punti forti della modifica presentata riguardava le funzioni del presidente che venivano limitate, influendo sulla sua possibilità di operare, proponendo il cambio della maggioranza valida per le riunioni ed evidenziando dissenso sulla possibilità del presidente di comunicare con la stampa, attività fortemente criticata dai dimissionari. Alcun sistema dittatoriale è stato posto in essere nella gestione del Comitato. Al contrario, il direttivo ha operato sempre nel pieno rispetto delle regole. Alla sua base è stata sempre posta la collaborazione ed il pieno coinvolgimento dei consiglieri tutti, cooperazione che in più occasioni è stata negata da coloro che oggi risultano dimissionari e che in alcuni casi si è tramutata in ostruzionismo al fare. Secondo i dimissionari, dunque, alcun valore di collaborazione presenterebbero le puntuali e-mail inviate dal Presidente a tutti i membri del direttivo, nelle quali veniva fatto il punto dell’intero operato svolto dallo stesso nelle riunioni, assemblee pubbliche, conferenze stampa a cui il Presidente medesimo presenziava, nella qualità della sua funzione, ed alle quali estendeva l’invito a tutti i membri del direttivo che puntualmente non davano la loro disponibilità disertando gli incontri. Nessuno dei dimissionari ha infatti presenziato alcuna iniziativa nel territorio, quali le Olimpiadi di quartiere, le riunioni in corso per il Palio Velico in onore della festa della Madonna della Marina che si svolgerà a breve, le iniziative ludiche svoltesi nei parchi della città; come del resto la presenza dei dimissionari non è stata rilevata nelle molteplici riunioni avutesi sullo stoccaggio gas ed sulle iniziative della Legambiente. Riguardo la contestata presenza ricorrente sui giornali e tv locali essa altro non è che espressione del mandato conferito dagli elettori che vogliono essere informati giornalmente sulle questioni a loro più vicine. E si precisa inoltre che tutto ciò che viene pubblicamente detto altro non è che lo specchio di quanto discusso nel direttivo”.

Core sottolinea infine come due dei tre consiglieri avessero già in passato mollato in corsa gli impegni presi: “Per la seconda volta consecutiva non portano a termine i mandati a loro attribuiti dagli elettori, creando instabilità. E’ bene porre in rilievo che a giugno la seduta del direttivo fu interrotta per abbandono di due consiglieri dimissionari”.