SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Era nell’aria già da un po’ e nella serata del 29 giugno se ne è avuta la conferma. Il neo-governatore Luca Ceriscioli, nonostante l’invito di Ambiente e Salute nel Piceno, all’incontro tenutosi nel teatro all’aperto della Chiesa Cristo Re non si è presentato. D’altronde molti se lo aspettavano dati gli impegni del presidente a pochi giorni dal suo insediamento, resta una occasione persa però per tastare il polso della comunità di San Benedetto in materia Stoccaggio Gas. E il polso era davvero caldo al partecipatissimo appuntamento, il che testimonia  quanto, nonostante la questione sia sempre più simile a un’epopea, i nostri concittadini siano comunque interessati a un argomento che li tocca nel profondo.

L’interesse ovviamente nasce dalla paura. Paura fondata dopo l’incontro di ieri. Almeno a sentire il geologo Giovanni Marrone, collaboratore di Ambiente e Salute, che davanti a un pubblico interessato ma comprensibilmente impaurito, ha parlato dei maggiori rischi per la città in caso di realizzazione del progetto. “Si va dal rischio terremoti, visto che il gas si inserirebbe in un sottosuolo che gli studi ci dicono avere numerose faglie e sovrapposizioni”secondo Marrone “per poi passare al rischio di subsidenza marina con conseguente erosione delle spiagge e finire col rischio di costruire un impianto in una zona, come l’Agraria, che ha subito tre grandi esondazioni del fiume Tronto nel ’59, ’92 e 2011″.

Venendo agli altri contenuti dell’incontro, davanti alla cornice numerosissima del teatro all’aperto Don Marino, si è avuto modo di parlare degli sviluppi più recenti della procedura di revisione della Via che allo stato attuale darebbe il permesso per il tanto temuto impianto. Niente che non si sapesse già però. Per i meno attenti si è parlato “dell’operato di alcuni tecnici regionali nella valutazione della revisione della Valutazione di Impatto Ambientale” queste le parole del presidente di Ambiente e Salute nel Piceno Alfredo Vitali. “I tecnici”, ha continuato Vitali davanti al pubblico, “hanno colpevolmente presentato al Ministero tale valutazione e così facendo, hanno scavalcato quell’autonomia che nel caso specifico spetta alla stessa Regione secondo l’istituto dell’autotutela e come previsto dal titolo V della costituzione”. Si tratta di un comportamento ovviamente illegittimo, che l’associazione ha annunciato che perseguirà nelle apposite sedi dopo un incontro in Regione con lo stesso Ceriscioli, e si tratta soprattutto di una ennesima battuta di arresto in un procedimento, quello per bloccare il temuto impianto, che assomiglia ormai sempre di più a un puzzle.