SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Determinazione, forza di volontà, attitudine al lavoro e al sacrificio, umiltà: queste le caratteristiche di Jessica Hélène Mattoni, che ha iniziato a fare ginnastica artistica quasi per gioco, ma è stato subito amore: “Io e mia sorella (Joelle Elisabeth, ndr) accompagnavamo mio padre (Jean-Carlo, ndr) ad allenarsi in palestra e provavamo a copiare i ragazzi che facevano gli esercizi”. A cinque anni, l’esordio; a otto anni, la scelta di intraprendere il percorso che la avrebbe portata ad alti livelli, dove è poi effettivamente arrivata. Il primo grande obiettivo centrato è stata la convocazione con la Nazionale italiana, nel 2010, anno di svolta nella carriera di Jessica, che aveva già raggiunto notevoli risultati, come il titolo Campionessa italiana di categoria Senior nel 2009, la promozione in serie A, la partecipazione al Campionato francese DN1. Poi, da lì, tanti gli eventi importanti a cui la ginnasta della World Sporting Academy ha preso parte: tre edizioni della competizione internazionale Trofeo Città di Jesolo (2010, 2011 e 2012); tre edizioni dei Campionati italiani assoluti (2010, 2011 e 2014), ai quali, lo scorso anno, si è classificata terza alla trave; i Campionati mondiali del 2010, dove, con la squadra, si è piazzata settima in qualifica e ottava in finale; la gara pre olimpica del 2012, che ha regalato alle azzurre un brillante secondo posto; la prima edizione della Golden League (2014). Nonostante la mancata convocazione per le Olimpiadi di Londra e, poco dopo, il grave infortunio al pollice della mano destra, per il quale si è rivelato prezioso il supporto della Federazione Ginnastica d’Italia, Jessica Hélène Mattoni non ha mai pensato di mollare e ha sempre tenuto i muscoli ben caldi, perché sono ancora molti i traguardi che vuole raggiungere.

Jessica, quali sono i tuoi obiettivi?

“Innanzitutto, punto a fare bene ai Campionati italiani assoluti e alla Golden League di settembre e a partecipare ai Mondiali di ottobre, per cui è previsto prima un test. Poi, voglio dare il meglio nel Campionato di Serie A1, nella quale ho da poco ottenuto la promozione con la mia squadra, la World Sporting Academy, ai cui settori GpT/GAM, GAF e GR, impegnati nella Ginnastica in Festa di Pesaro, colgo l’occasione per fare l’in bocca al lupo. Comunque, a parte la ginnastica, in futuro mi piacerebbe laurearmi in scienze motorie e fisioterapia”.

Come è arrivata la convocazione per la Nazionale italiana?

“Nel marzo del 2010, il Direttore tecnico nazionale, che allora era Paolo Pedrotti, ha sottoposto me e altre ragazze a due test, ma la notizia ufficiale della convocazione mi è arrivata una volta tornata, mentre ero in palestra: me la ha comunicata la mia allenatrice (Elena Konyukhova, ndr) ed è stata una bellissima soddisfazione, raggiunta con sudore e lavoro”.

Dopo essere entrata in Nazionale, hai partecipato al programma tv “Ginnaste – Vite parallele”. Com’è allenarsi di fronte alle telecamere?

“A dire il vero, durante gli allenamenti ero talmente presa dal mio lavoro che non davo peso alle telecamere, mentre nel quotidiano, soprattutto in camera, mi sentivo un po’ osservata, anche perché io sono molto riservata. In ogni caso, è stata una bella esperienza e bisogna riconoscere a questo programma il grande merito di aver fatto conoscere la ginnastica”.

Com’è la vita di una ginnasta ad alti livelli?

“È necessario allenarsi tante ore al giorno, mangiare bene, dato che una ginnasta deve riuscire a sollevare il proprio corpo, e fare qualche rinuncia. Per esempio, io e mia sorella Joelle non abbiamo potuto partecipare ad alcune gite scolastiche, ma non mi è mai pesato, perché amo il mio sport e sono sempre stata motivata a fare bene”.

Ti sei sempre allenata e hai sempre gareggiato insieme a tua sorella Joelle. C’è competizione tra voi?

“No, anzi, mia sorella, come anche i miei allenatori Elena e Jean-Carlo, è un punto di riferimento per me: ci aiutiamo nei momenti di difficoltà, mi dà sostegno in gara e sa sempre cosa dirmi”.

Qual è la ginnasta che ti ha ispirata di più?

“La rumena Catalina Ponor, perché mi piace non solo tecnicamente, ma anche nel modo in cui esegue gli esercizi, con sicurezza e tranquillità, e aggredisce gli attrezzi, con grinta e determinazione. Competere con lei nella gara pre olimpica del 2012 è stato molto emozionante, un sogno che si realizzava”.