Samb. Prima dell’incontro tra tifosi di ieri sera ero meno preoccupato di adesso. Non ho trovato chiarimenti da parte di chi è intervenuto. Anzi la frase “Dopo questa assemblea le cose saranno chiare e ci aspettiamo molte adesioni. Siamo nella fase uno, gli imprenditori entreranno dopo” non ha senso per cui difficilmente porterà frutti concreti. Il procedimento dovrebbe essere esattamente l’opposto: gli imprenditori, se ci sono, devono anticipare le raccolte.

Non c’è infatti una finalizzazione vera, né qualitativa (nomi degli imprenditori) né quantitativa (cifra da raccogliere) legata alle necessità della raccolta. In questo tipo di discorso Gianni Moneti non dovrebbe entrarci affatto. Stabilita la cifra da raggiungere e quella che già si ha in mano, stabilita la qualità dei nuovi dirigenti (senza i loro nomi è impossibile), gli stessi non devono fare altro che riunirsi e studiare la strategia giusta. In base a ragionamenti e non a chiacchiere fantasiose tipo quelle che Moneti vorrebbe 100 mila euro subito e altri 300 mila in quattro anni o che la Samb ha debiti per 4-500 mila euro. Fantasie paragonabili ad asini che volano.

Prima va creata una società con persone che hanno intenzione di acquistare la Samb poi si va dall’attuale presidente e gli si fa l’offerta equa e giusta che non è difficile da conoscere. Secondo me 100/150 mila euro per lui e senza debiti societari come dai due stessi presidenti è stato detto fino a ieri. A quel punto sarà Moneti a dover dire se accetta o no. Se accetta, una volta acquisita la società basta fare due conti della serva e cioè contare i soldi avanzati ai neo dirigenti, dopo aver saldato la vecchia proprietà. La domanda di ripescaggio (un tentativo concreto) dovrebbe essere il primo passo perché senza il ritorno tra i professionisti ogni progetto che duri più di un anno risulterà inutile per una società come la Samb.

L’alternativa da parte di Moneti sarebbe l’allestimento di una squadra degna della Sambenedettese Calcio in serie D. In caso contrario rischierebbe di perdere tutto e di lasciare la nostra città a mani vuote e con pessime referenze nel caso volesse coltivare la sua passione di dirigente calcistico in altre società. È un uomo molto furbo e intelligente che queste cose le sa benissimo. Sarebbe, come già scrissi, un ottimo Direttore tecnico a stipendio, viste le esperienze finora maturate. Anche alla Samb, perché no.

Detto ciò torno a bomba alle mie preoccupazioni che adesso sono tantissime e fortissime. I discorsi vaghi che sono stati fatti ieri sera a pochi giorni dalla scadenza dell’iscrizione di fine giugno mi fanno pensare ad un prossimo futuro nel quale il rimbalzarsi le colpe sarà l’argomento all’ordine del giorno. Va fatta chiarezza subito sulle intenzioni dei vari protagonisti senza mettere come primo punto la raccolta di euro tra i tifosi che, aderiranno ‘copiosamente’ dopo, se la nuova società sarà trasparente e la contabilità certa. Una fusione (come qualcuno maligna) tra il Porto d’Ascoli e la nuova potenziale dirigenza rossoblu potrebbe essere una via d’uscita che oggi però va scartata a priori.

IL RISCHIO. Il rischio maggiore oggi è questo: la mancata concretizzazione di una cordata locale che oggi esiste soltanto nel pensiero. Senza nomi e senza cifre tanto è. Non capisco nemmeno perché. E tanto più assurdo è finalizzare la trasparenza della “cordata” alla quantità di euro raccolti da Noi Samb. È una cosa senza senso, Se ci sono i nomi e le cifre, devono uscir fuori subito, perché (tra l’altro) stanno per fare una cosa bella anzi bellissima. Se invece è solo fumo, giustamente Moneti potrà affermare che nessuno ha voluto sostituirlo, asini che volano a parte (sempre se non riceverà un’offerta giusta, ben definita e pubblica) e quindi potrà sentirsi libero di fare tutte le scelte che vuole  e anche associarsi o vendere tutto a chi vuole. Seppur a suo rischio e pericolo. Pericoli che arrivano sempre (per chi vende e per la Samb) da chi offre più di quello che un prodotto vale. Messo in conto che è quasi impossibile trovare un altro Bucci, preoccuparsi è abbastanza normale. Quindi chiarezza, chiarezza, chiarezza e decisione. Ma anche “svegliamoci e sbrighiamoci”.