SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “L’ipotesi di una mia candidatura a sindaco non esiste. E’ stata messa in piedi in maniera strumentale”. A parlare è Antimo Di Francesco, che pone la parola fine alle illazioni che lo vorrebbero in campo alle prossime Comunali in rappresentanza della corrente renziana: “Sono il segretario provinciale del Partito Democratico e continuerò a farlo; io non mi sono mai proposto per quel ruolo”.

Di Francesco per ora si gode il risultato del Pd nel Piceno, con quasi il 37% dei consensi: “Siamo il primo partito e abbiamo ottenuto il secondo miglior risultato della regione. L’affermazione è stata netta, ciò testimonia il nostro radicamento nei territori, l’unita del partito e l’efficacia del progetto di cambiamento e rinnovamento. Abbiamo rimesso al centro del dibattito i territori, facendo gioco di squadra. Dobbiamo ridare speranza a questa comunità e tradurre il programma in risultati concreti, con una nuova stagione di riforme”.

Stesso discorso per San Benedetto, anche se in Riviera il responso delle urne ha creato un terremoto nel centrosinistra. Tutto gira attorno alla mancata elezione di Claudio Benigni, sostenuto in blocco dall’amministrazione ma bocciato dagli elettori.

Benigni decise di candidarsi in autonomia, non fu costretto – prosegue il segretario di Federazione – rispettai la sua decisione di mettersi al servizio del partito, per questo lo ringrazio. La sua performance è stata comunque ottima”.

Eppure qualcuno sostiene che la presenza ad oltranza di Benigni servisse solo ad azzoppare Urbinati a vantaggio della Casini, puntando su quei sambenedettesi incerti che difficilmente avrebbero appoggiato un’ascolana. “E’ una grande sciocchezza – ribatte Di Francesco – la tesi non sta in piedi. I candidati, compreso Ceriscioli, li hanno selezionati i territori. Se Claudio avesse voluto tirarsi indietro, avrebbe potuto farlo”.

Il timore del centrosinistra è che la scia polemica delle Regionali possa invadere il Consiglio Comunale. A luglio l’amministrazione sarà chiamata ad approvare il Bilancio di previsione 2015 e la fronda portodascolana (che include lo stesso Benigni) potrebbe far mancare il suo appoggio. Eventualità che il segretario non vuole prendere in considerazione: “Si dia centralità alla politica. Occorre un cambio di passo, sono state fatte buone cose, ma non sono mancate nemmeno le criticità. Si fissino gli obiettivi di fine mandato. Auspico che si possa ritrovare l’unità nel partito e nella maggioranza. E’ necessario un progetto innovativo. Dal 2010 in poi abbiamo vinto in tutti gli appuntamenti elettorali. Se lavoreremo ad un programma nuovo per la città, sono certo che continueremo a governare San Benedetto. Prima viene il progetto, dopo il leader. Infine la squadra”.