
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – A San Benedetto si torna a parlare di nucleare, alla vigilia della pubblicazione della mappa delle aree teoricamente idonee ad ospitare un deposito di stoccaggio di rifiuti radioattivi.
Martedì scade il termine di due mesi entro il quale la Sogin deve consegnare all’Ispra e ai Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente gli approfondimenti richiesti lo scorso aprile. Qualcuno teme che fra i siti possa comparire anche la Riviera delle Palme, anche se trapela un deciso ottimismo da parte delle associazioni ambientaliste locali: “Secondo i criteri stabiliti – ha affermato Massimo Bartolozzi di Ambiente e Salute – il deposito deve stare distante dal mare almeno 5 chilometri”.
Dal Comune affermano di non aver ricevuto alcun preavviso, come conferma l’assessore Paolo Canducci: “A me e al dirigente Polidori non sono giunte segnalazioni di nessun genere. Non abbiamo nulla che possa far sospettare di un possibile coinvolgimento di San Benedetto del Tronto nella mappa delle aree potenzialmente idonee. Aspettiamo l’ufficialità della presentazione (prevista per metà luglio, ndr). Nel caso dovessimo essere coinvolti, l’amministrazione comunale si muoverà insieme a tutti gli enti, Provincia e Regione, e alle associazioni ambientaliste per non permettere una cosa del genere. Già nel 2011, dopo il Referendum, San Benedetto è stata dichiarata città denuclearizzata. Nessuna realizzazione di siti di rifiuti nucleari e passaggio di scorie può avvenire nel nostro territorio”.
Una volta individuate le città, partirà una fase di discussione di quattro mesi con dibattiti pubblici, il coinvolgimento dei soggetti interessati e delle comunità locali. I territori ospitanti otterranno degli incentivi.
Dopo un seminario nazionale che si svolgerà in autunno, ci sarà un nuovo screening dei siti per arrivare nella primavera del 2016 alla Carta delle aree idonee.
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Speriamo bene, vista la vicenda anche del gas….
Con il gas non centra assolutamente nulla, come non cella nulla la mappa del 2008 che alcuni giornali di carta stampata hanno voluto far credere che riguardasse questa questione. Purtroppo ci sono molti che sull’allarmismo ci guadagno anche se si affossa la città!
Amarcord che.. il 21 dicembre 1999 il ministro Pier Luigi Bersani, responsabile del Ministero delle Attività Produttive, presentò al Parlamento italiano uno studio, dall’eloquente titolo: «Indirizzi strategici per la gestione degli esiti del nucleare», che indicava la strada per far partire lo smantellamento del sistema nucleare e in 20 anni chiudere definitivamente quell’era (si fa per dire visto che ogni anno, in Italia, continuiamo a produrre centinaia di metri cubi di scorie nucleari di vario genere e natura). Il 22 dicembre 1999 cade il governo Bersani. Di quel progetto non si seppe più nulla anche se che dal dicembre 1999… Leggi il resto »
Alcuni dati… l nostro “patrimonio” nucleare corrisponde a 24.535 metri cubi di scorie radioattive di I e II categoria [1] 1566 barre di combustibile irraggiato [2] – pari a 235 tonnellate di ossido di uranio mischiato a plutonio 141, stronzio 90, cesio 137 e cesio 134 [3] – affogato da più di vent’anni nelle piscine di decadimento, ormai obsolete e fuorilegge, delle vecchie centrali. Rifiuti per i quali non ci sono possibilità di smaltimento se non la soluzione di isolarli dalla biosfera aspettando che svanisca il loro pericolo radioattivo che può variare dai 300 anni delle scorie di II categoria… Leggi il resto »
Canducci? Come fa correttamente notare Bartolozzi San Benedetto ricade tra i luoghi non ammissibili, secondo le disposizioni di esclusione dell’ISPRA concretizzate a metà 2014. Vicinanza inferiore a 5km dalla linea costiera e altezza sul livello del mare inferiore ai 20mt. Senza contare che sono escluse le aree protette, quindi ad esempio la zona Sentina è ulteriormente non ammissibile. Canducci ovviamente da bravo politico queste cose o non le sa o fa il vocione senza ragione, oppure se le sa fa il vocione per guadagnare consensi come paladino delle battaglie importanti. San Benedetto non è tra i papabili luoghi per il… Leggi il resto »
Verissimo quello che dici. Però è bene ricordare una cosa, checché ne dicano improvvisati scienziati nostrani, che anche come sito di stoccaggio San Benedetto non possedeva i requisiti tecnici stabiliti dalla LEGGE. Eppure è stato selezionato ugualmente. Quindi è sempre bene tenere gli occhi aperti.
La seconda….
Caro Massimo, io ho parlato di carta stampata (non online) quindi non mi riferisco al tuo pezzo che reputo corretto. Mi riferisco (ed avrai assistito sicuramente su facebook) ad articoli di rinomati giornalisti di noti giornali locali cartacei che hanno dato informazioni molto tendenziose! Se vuoi in privati ti faccio nomi cognomi e ragioni sociali!
Non nella nostra città potrebbe anche significare , ad esempio , in territorio di Monteprandone a 500 metri dalla statale 16 .
Lo abbiamo già fatto.
Data 18/06/2015. Magari il MISE ci viene incontro dandoci lo stoccaggio al posto del deposito dei materiali radioattivi…….NO GRAZIE!
Ma che c’entra…non siete in grado di scindere eh. Sempre con la mente annebbiata. Sempre a mischiare cose che c’azzeccano poco o nulla l’una con l’altra.
Innanzi tutto non AL POSTO, i materiali radioattivi a san benedetto sono un’invenzione. Io mi sono stancato di ripeterlo, il direttore del giornale sul quale sta commentando ha anche pubblicato le norme ISPRA, e si continua a dire AL POSTO.
Dopodiché la mia era una battuta e zzac subito arrivano i no gas.
Data 19/06/2015. Anche la mia era una BATTUTA, non tanto nebulosa, mi sembra: il Mise, sempre rispettoso e premuroso verso i cittadini, agitando lo spauracchio nucleare, potrebbe “PREMIARLI” con il metano che serve per cucinare. Ha capito? Spero di si.