SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riecco Gianluigi Scaltritti. Deputato di Forza Italia dal 2001 al 2006, l’ex parlamentare azzurro si rituffa nella realtà sambenedettese con un occhio alle amministrative dell’anno prossimo.

Lui non ci sarà, o almeno lavorerà nel dietro le quinte: “Ho dato abbastanza alla politica – dichiara – sarò comunque della squadra, da fuori potrò monitorare meglio il funzionamento del nostro progetto”.

Già, il progetto. Scaltritti lo ha denominato “L’Albero”, perché “chi pianta un albero, pianta una speranza”. Il tavolo si è formato lo scorso marzo e accoglie coloro che non si riconoscono più negli ultimi dieci anni targati Gaspari: “Il degrado complessivo è sotto gli occhi di tutti. La forte pressione fiscale e burocratica non trova riscontro nella qualità dei servizi. Ci troviamo di fronte ad una politica autoreferenziale e priva di qualsiasi prospettiva futura”.

Ufficialmente aperta a tutti, la nuova piattaforma raccoglie in realtà un ampio mondo di centrodestra che include Ncd, Fratelli d’Italia, il Movimento Popolare Sambenedettese, San Benedetto 2020 (che nulla c’entra con la quasi omonima lista di Spacca) e persino il Nuovo Polo di Marco Calvaresi.

Ci sono poi Lega e Forza Italia, che hanno partecipato alle prime riunioni. Con loro si dovrà necessariamente discutere in vista della scelta di un candidato sindaco che accontenti tutti. “Partiamo dalle idee – precisa Scaltritti – dopo vengono squadra e leader. Quest’ultimo maturerà nel momento giusto. Sarà frutto di una selezione, potrà essere un nome nuovo o la consacrazione di chi si è proposto. In genere si punta sul candidato e successivamente si forma il team. Qui facciamo il percorso opposto. Puntiamo su un programma semplice, sintetico e realizzabile. L’Albero non è un partito, ma un punto di riunione di più forze. Vogliamo richiamare quelle persone che non vanno più a votare perché non credono più nell’azione dell’attuale politica. A loro chiederemo una rinnovata fiducia e un coinvolgimento per rilanciare e cambiare il modo di amministrare questa città”.

Eppure Forza Italia il candidato lo ha individuato da tempo: Pasqualino Piunti. “A sceglierlo sono stati i berlusconiani, non il centrodestra. Piunti sta facendo un lavoro di visibilità, ma per essere leader si deve aggregare ed essere credibili. Il candidato deve uscire nel momento più opportuno, altrimenti rischia di logorarsi. Per vincere al primo turno bisogna raccogliere almeno 12 mila voti, occorre la massima apertura. Non vogliamo solo vincere, vogliamo pure governare”.

A questo punto non si escludono eventuali primarie, senza dimenticare che lo stesso Calvaresi mesi fa non aveva accantonato l’eventualità di una candidatura in Municipio: “E’ un’idea che abbiamo considerato al tavolo – ammettono i promotori – non poniamo veti su nessuno, però il metodo di selezione è importante”.

Sia nel 2006 che nel 2011 il centrodestra pagò care le divisioni e le fratture interne. L’auspicio dell’opposizione è che non valga il detto non c’è due senza tre.