ANDREA MOSCONI. Mi è stato detto (ho poi verificato) che hanno fatto scalpore le dichiarazioni che l’ex allenatore della Samb ha rilasciato telefonicamente, non a quattr’occhi, al sottoscritto. Ero certo che dire la verità (perlomeno la sua) gli avesse tolto un peso dallo stomaco e che per questo motivo mi ha chiamato al telefono giovedì 21 maggio 2015 alle ore 12.54 . Invece no, ha detto pubblicamente “Non ho detto niente…, si è inventato tutto il giornalista” e un po’ di tifosi hanno appoggiato la sua tesi senza conoscere la mia. Eccola.

Solo per salutarlo ha chiamato il direttore di un giornale il giorno dopo che la Samb aveva perso ogni possibilità (o quasi) di tornare finalmente tra i professionisti? Non credo. La realtà è che per motivi diversi eravamo entrambi incazzatissimi. Incazzatura che purtroppo solo io, in sala stampa subito dopo San Nicolò, avevo riversato, quasi urlando, al direttore sportivo Arcipreti  con queste parole: “Non è sopportabile questa sconfitta abbastanza preventivata visti i precedenti risultati per i quali la colpa era chiaramente del tecnico. Perché non è stato cambiato, se non altro per provare?”. Mi riferivo, mi pare chiaro perché già lo avevo scritto, anche al ritorno di Andrea Mosconi che però non dovevo essere io a imporlo. Un cambio era, secondo me, indispensabile.

Detto questo ribadisco per la millesima volta che il sottoscritto e quindi il giornale che dirige, si rifiuta da sempre di “innamorarsi” di chi dirige o gioca nella Samb ma si è sempre prodigato, a volte senza essere capito subito, a difendere la Samb come capitale cittadino e basta. Comportamento che abbiamo sempre dimostrato con i fatti. Ecco l’ultimo: un paio di mesi fa dopo l’arrivo di Paolucci, almeno io, mi resi conto che era un allenatore inadeguato e che magari stavamo meglio prima (con Mosconi cioè). Chiamai l’ex mister solo per conoscere la sua eventuale disponibilità. Mi disse: “se ci sarà la chiamata deciderò” ma anche che era rimasto molto male per certi comportamenti, quelli riportati (più o meno,) nell’intervista che lui ritiene galeotta.

Gli dissi con molta chiarezza che noi non siamo interessati a presunti scoop (anzi critichiamo chi li fa) che, in qualche modo, possono destabilizzare l’ambiente e quindi creare problemi alla mia Samb, Gli consigliai anche di non dire le stesse cose a chi magari le pubblica perché potrebbe danneggiarsi da solo. Non seguì il mio amichevole consiglio e qualche settimana dopo, in una trasmissione di VeraTv (non so se lo chiamarono o fu lui ad intervenire), fece dichiarazioni impossibili da smentire perché contenute in una telefonata. Non bastando, Luca Bassotti che probabilmente ha una visione diversa (e anche legittima, ci mancherebbe altro) del giornalismo locale in funzione Sambenedettese Calcio, riportò un trafiletto sul Corriere Adriatico nel quale ribadiva quanto detto da Mosconi in Tv la sera prima. Trafiletto che Mosconi mi ha inviato subito dopo la telefonata di giovedì scorso.

Non so se Moneti, Bucci e Arcipreti avessero prima pensato ad un suo ritorno ma quella sua dichiarazione, me lo disse apertamente uno di loro, ne chiudeva tutte le possibilità. Da giornalista serio quale sono, all’inizio della recente telefonata gli ho ricordato proprio quel suo errore rinfacciandogli anche, come dimostrato, che aveva sbagliato e che forse aveva fatto indirettamente male alla mia squadra del cuore perché anch’io, ero e sono convinto che, con un suo ritorno, “la Samb finiva in una posizione migliore”.  Concetto che ho usato come titolo dell’intervista. Insomma è chiaro da almeno tre mesi che la mia stima per Paolucci allenatore era vicina allo zero. In lui credevo ancora.

Ribadisco altresì a chi legge e ai tifosi in particolare che il sottoscritto, sbagliando o no, è convinto che un giornale locale deve proteggere, anche con critiche costruttive e dure se necessarie, la Samb come simbolo e non chi la dirige o chi la allena o chi va in campo, se ne ravvede responsabilità che si riversano negativamente su presente e futuro di squadra e società. Per dirla chiaramente non abbiamo alcun obbligo di difendere o proteggere le carriere di allenatori, giocatori, dirigenti eccetera. Insomma non ci innamoriamo, come ho detto all’inizio, di chi fa parte o ha fatto parte della Samb. Ne conserviamo semplicemente un brutto o un bel ricordo, niente di più.

Tornando all’intervista ‘galeotta’ sono certo che, senza o prima delle “insinuazioni” fuori luogo di Mosconi, se l’avessimo pubblicata on line, prima che sul settimanale cartaceo, gli stessi tifosi che oggi criticano un giornale serio e responsabile come Riviera Oggi, stimando il tecnico umbro, avrebbero commentato favorevolmente le sue parole con affermazioni tipo “Bravo hai fatto bene a tirar fuori le p… con la p maiuscola, con te in panchina saremmo sicuramente arrivati più lontano…eccetera eccetera”.

È questo l’aspetto più curioso di quanto è avvenuto e sta avvenendo. Non vorrei che qualcuno avesse criticato noi senza aver letto il contenuto delle sue dichiarazioni.

Concludo con altre certezze inconfutabili: Riviera Oggi, e anche Espresso Rossoblu che dirigo insieme a mio fratello, non hanno mai tradito il proprio interlocutore se c’era il patto di non rendere pubblico il colloquio. Lo sa Moneti, lo sa Bucci, lo sa Arcipreti, lo sa Barra ma anche chi è stato nella Samb in epoche precedenti.

Avrebbe dovuto saperlo anche Andrea Mosconi al quale abbiamo evitato, quando era ancora alla Samb, di mettersi contro l’ambiente, nonostante certe sue uscite improvvide fossero state fatte durante una cena, davanti alla redazione tutta di Riviera Oggi, in cui venne premiato per il campionato scorso. Anzi ebbi il “coraggio” di dirgli che noi preferiamo stare zitti e di consigliargli di non riferire ad altri quello che stava dicendo perché stava sbagliando. Si sarebbe trovato tutta la piazza contro. Vi assicuro che sarebbe stato uno ‘scoop’ giornalistico che avrebbe portato migliaia di lettori ma creato subito zizzania nello spogliatoio rossoblu. Abbiamo preferito fare quello che in quel momento era sicuramente, secondo noi, il bene della Samb. Pur penalizzando l’aspetto editoriale.

Per il nostro silenzio pro Samb di quella volta, per i consigli prima delle sue dichiarazioni a VeraTv, ieri è arrivato il suo “ringraziamento”. Tra l’altro abbiamo prove in mano.

Cari amici lettori, Riviera Oggi è trasparente e pro territorio come più non si può e tale resterà. Anche se purtroppo una piccola minoranza stenta ancora a rendersene conto. Il tempo li aiuterà.

PS Leggo anche che un lettore ci ritiene ricchi. Amen. Aggiungo soltanto che “La ricchezza è un optional non indispensabile, mentre il coraggio non si inventa”