
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Soffocato dai numeri del PD, Uniti per le Marche si pone come forza uguale e contraria a quella del partito di maggioranza. L’obiettivo che vuole perseguire la lista civica è assumere un proprio ruolo nello scenario politico della Regione. Lontani, quindi, dal voler rappresentare ospiti di pietra, i candidati desiderano “concretizzare un percorso alternativo al Pd”. Emerge dalle parole di Leo Sestri l’identità di questo gruppo: “Siamo un partito piccolo ma uniti rappresentiamo una forza importante”.
Eldo Fanini, ex Idv e oggi vicesindaco, ammette: “Sono importanti i programmi e il nostro è ben più moderato e liberare rispetto al Pd”. Dante Merlonghi evidenzia che “tutte le persone candidate da Pesaro a San Benedetto sono valide e non indagate”.
L’assessore Paolo Canducci sottolinea che i rapporti con Merlonghi e Fanini sono buoni e, nonostante i Verdi appoggino la candidatura di Daniele Mariani di Grottammare: “Se da questo rapporto scaturirà un programma comune emergerà solo nei prossimi mesi”. La triangolazione per avere un comune candidato sindaco è ancora acerba ma Eldo Fanini stringe un nodo al fazzoletto: “Certamente non litigheremo per la scelta del 2016”.
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Nulla
E che è una lista civetta del PD?
Nella foto:Pasquali,Sestri,Canducci. Mi sapete dire cosa hanno di diverso dal Pd e in quale occasione si sono posizionati diversamente? Poi c’è l’eterno candidato Merlonghi, sempre presente ad ogni votazione anche con risultati che dire scarsi è essere ottimisti all’ennesima potenza!
Progetto di raggiungere una posizione nella poltica regionale? Come no, la posizione della….poltrona!
Sa che sono totalmente d’accordo con lei. Anche se ne avrei il potere, non intervengo sulle righe in più perché Riviera Oggi è nato come giornale libero IN TUTTI I SENSI e tale resterà. Anche in piccole censure forse necessarie che, però, apparirebbero come mie ‘invasioni’ inopportune o interessate o strumentali su chi ha scritto l’articolo.
Anche la libertà di stampa ha i suoi… punti deboli.
Trovo tristissimo che questi personaggi, figli di una vecchia politica ormai destinata a morire, trovino le forza di trasformarsi in nuove entità dai nuovi nomi, ma sempre uguali a se stesse, improbabili specchi per allodole, e che ancora si dia spazio così ampio (basterebbero tre righe 3) perchè tanto i proclami son sempre quelli.