
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tre lustri possono bastare, soprattutto se all’orizzonte si intravede il Municipio. Sandro Donati conclude dopo tre mandati consecutivi l’esperienza in Regione, rinunciando ad un poker a portata di mano. “Di partiti con cui candidarmi ne avevo. Le richieste erano fin troppe, a destra, al centro e a sinistra. Ho ritenuto opportuno lasciare, quindici anni sono più che sufficienti, è giusto attuare quel cambio generazionale che tutti auspicano”.
Nel 2010, Donati saltò a sorpresa sul carro dell’Italia dei Valori, dopo una lunga permanenza nel Partito Democratico. Fu eletto con 2.055 preferenze, per poi allontanarsi dai dipietristi ed avvicinarsi a Mario Monti. “Mi fossi presentato, stavolta l’avrei fatto coi Popolari per l’Italia nella lista dell’Udc, in sostegno di Luca Ceriscioli. Sono stato conteso fino all’ultimo”.
Ciò significa che Donati non rimarrà a guardare, anzi. “Non vuol dire che abbandono la politica. E’ uno stop all’avventura in Regione, dove ho ricoperto tutti gli incarichi che potevo ricoprire: assessore, vicepresidente del consiglio, componente delle Commissioni Consiliari. Mi concedo un periodo sabbatico, ne approfitterò per tornare sul territorio, visto che le elezioni comunali a San Benedetto sono vicine”.
Quindi è legittimo pensare che l’addio alla Regione sia legato alla sua volontà di candidarsi a sindaco.
“E’ un’interpretazione, comunque potrebbe esserci pure quel motivo lì. Sì”.
In quale schieramento si collocherebbe?
“La mia collocazione è e sarà sempre moderata, la manterrò sempre. E’ la mia priorità”.
In ogni caso dovrà allearsi con qualcuno…
“Le alleanze le valuterò successivamente, tutto è da costruire. Nel centrosinistra lo sbandamento è completo, mentre il centrodestra è inesistente”.
Tornando alle Regionali, la scelta di Spacca l’ha sorpresa?
“La questione non è mai stata così complessa. Non giudico Spacca, ha preso la sua decisione. Molti del Pd che fino a ieri gli erano alleati, ora lo hanno accoltellato. Se ha fatto quella scelta, forse aveva i suoi motivi, anche se non li condivido. Certamente non è una bella situazione”.
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Sembra Del Piero che torna dall’Australia a giocare con la sua squadretta di inizio carriera;
scusate ma, come mai non gli avete domandato cosa è stato a fare in Regione per TRE -diconsi tre-
mandati consecutivi???
Cosa ha fatto di concreto, o ha apportato il Sig. Donati a questo territorio ?
Come la trova questa Provincia, dopo 15 anni in Regione?
Fatemi il cortese favore di reintervistarlo, facendogli queste tre semplici domande,
e vediamo cosa rispondera’.
Magari risponderà alle sue domande su queste pagine
sono d’accordo. Il falco Falcioni che fa tremare il sindaco mi è sembrato troppo morbido.
Dopo 15 anni xchè non ci spiega, cosa hai combinato x il piceno ?Così gli elettori si daranno una calcolata
È tuttora un consigliere regionale. Carica ottenuta da chi lo ha votato. Perché lo hanno votato fa parte di un processo alle intenzioni: nell’ultimo mio disappunto spiego quale è la piaga principale della politica. solo se finisse potremmo capire chi ne ha approfittato e chi no. Indizi a parte.
Sandro Donati, ha costruito una carriera politica a forza di Galà della Croce Rossa e grandi promesse non mantenute.
Può dire quello che vuole, ma la verità è che sia Spacca che il PD lo hanno scaricato.
Il suo profilo rientra perfettamente tra gli “IMPRESENTABILI”.
Ora torna all’ovile, pensando che basti una spolverata per crearsi una nuova verginità.
Con giornalisti compiacenti che gli fanno da cassa di risonanza.
Questa gente appartiene al passato e se vogliamo andare avanti, dobbiamo superarli. Visto che loro non avranno mai il buon gusto di dire basta.