Futuro Samb. Questa mattina sentendo Radio Anch’io Sport (CLICCA QUI per riascoltare la trasmissione) ho avuto due conferme importanti (67′ minuto) di quello che ho spesso scritto e che tuttora penso. L’ho dedotto dalle parole del patron del Carpi, Stefano Bonacini, ospite del programma.
La prima è oramai abbastanza scontata: il calcio non è più per i grandi benefattori disposti a versare annualmente cifre importanti del loro patrimonio per fare le fortune sportive della squadra del cuore e quindi godere in prima persona dei successi. Il patron emiliano ha citato giustamente i casi di Inter e Milan, le ultime società fino a ieri rette da filantropi o mecenati, chiamateli come volete, quali sono stati Massimo Moratti e Silvio Berlusconi.
Le società di calcio oggi sono semplicemente aziende dalle quali trarre profitti, magari minimi perché non ci sono più presidenti (Bonacini li ha definiti ‘stupidi’) disposti a rimetterci di tasca propria. Ci sarebbe la nuova frontiere degli arabi, degli asiatici ma anche loro non acquistano squadre di calcio per buttare soldi, tanto più perché non sono cresciuti con l’amore sviscerato per una squadra come i presidenti sopra citati. Mi permetto di dire che per la Juventus il discorso è leggermente diverso, lì c’è l’azienda Fiat ma pare che anch’essa si sia già adeguata al ragionamento: costi uguale a ricavi, come minimo. Cosa che sta facendo benissimo.
La seconda affermazione di Bonacini va addirittura al di là delle mie considerazioni sull’inutilità del settore giovanile in campo dilettantistico. O meglio per quelle società che, per tradizione, storia e tifoseria, hanno nel calcio professionistico il loro modus viventi. La Sambenedettese, per esempio. Un buon vivaio invece costituisce una risorsa importante per società minori che possono restare nell’ambito dilettantistico senza grosse aspirazioni e quindi con budget che non superano i 150 mila euro annui per le più ambiziose.
Il motivo è semplicissimo: un giocatore, fosse anche il nuovo Maradona, non può essere trattenuto o valorizzato al punto tale da cambiare vita e ambizioni della squadra dilettantistica di appartenenza. Per “quattro euro” (al massimo 100 mila se si intravvede il fenomeno) viene acquistato da una squadra professionistica. Gli esempi di Vallorani al Carpi e di Carpani all’Ascoli calzano a pennello.
Il proprietario del Carpi durante Radio Anch’io Sport di ieri mattina, a precisa domanda è andato ben oltre le mie considerazioni “Abbiamo fatto quattro promozioni in sei anni perché ho trovato collaboratori validi, per un pizzico di fortuna ma principalmente perché abbiamo investito in modo giusto”. Anche nel settore giovanile?, gli è stato chiesto. “Molto poco, i nostri sforzi economici li abbiamo rivolti esclusivamente alla prima squadra. Da adesso però i nostri programmi cambiano e il vivaio diventerà la nostra priorità. Gli esempi di Empoli, Chievo e altre dimostrano che si può arrivare in serie ‘A’ ma per restarci serve un settore giovanile organizzatissimo e di grande qualità in grado di garantire il necessario apporto economico per restare a certi livelli “.
Secondo me la serie B sarebbe già sufficiente per giustificare investimenti importanti su giovani promettenti ma le parole di Bonacini rendono bene l’idea di una strategia condivisibile. Dico la serie B perché la serie C, oggi Lega Pro, non potrà mai essere l’ambito naturale per una città che è salita per la prima volta tra i cadetti 60 anni prima del Teramo e vi ha militato per 21 campionati. Solo in quella categoria la pressione del tifo tornerà ad essere il 12° giocatore non dovendo la propria squadra cercare la vittoria sempre e comunque.
Adesso gli sforzi di tutti vanno indirizzati verso play off da sballo che sono nelle possibilità e nelle potenzialità della ‘rosa’ rossoblu. Con alcune modifiche nel settore difensivo che a Recanati ha raggiunto il traguardo delle 40 reti subite mentre l’attacco resta di gran lunga il migliore in assoluto. Otto gol più della Maceratese e dieci più del Fano. Non perdiamoci in un bicchiere d’acqua.
Un’altra cosa: basta a parlare di società e di eventuali acquirenti. Il futuro sta in un patto di trasparenza e serietà tra gli attuali due presidenti e un gruppo di imprenditori sambenedettesi. Dopo aver puntato decisamente alla vittoria dei play off senza lasciare nulla di intentato, propongo un incontro pubblico e in diretta streaming tra Bucci, Moneti e imprenditori sambenedettesi desiderosi di entrare in società versando 20 mila euro cadauno. È indispensabile la nascita di una società totalmente trasparente alla quale il contributo in abbonamenti, sponsorizzazioni e altro garantirebbe un budget in grado di risalire nel posto che più ci compete.
Al settore giovanile ci pensiamo dopo. Quando servirà veramente. Carpi (e non solo) docet.
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Chissà chi fornisce i dati a Bonacini ? e quali ragionamenti fa per arrivare alle sue conclusioni?!
http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2015/05/04/news/il_fallimento_della_lega_pro-113488733/
Ho appena letto attentamente il contenuto dell’articolo che mi ha linkato. Innanzitutto mi sento di ringraziarla perché è molto interessante. Due le mie osservazioni: cosa c’entra la frase “chissà chi fornisce i dati a Bonacini” visto che il patron del Carpi viene nominato una sola volta ed i conti coincidono con quanto ha affermato in trasmissione. L’altra osservazione riguarda l’idea di una società ‘ideale’ lanciata dal Sudtirol della quale riporto l’aspetto fondamentale e credo più importante, eccola: “Il Südtirol, nel girone A della Lega Pro, ha una struttura societaria che ricorda quella del Barcellona. Una proprietà diffusa, non un proprietario… Leggi il resto »
E’ tanto che riportiamo questi esempi, è molto simile a quello che proposi io tanto tempo fa (non so se lo ricoda direttore). Quello da lei riportato secondo me anche se nella teoria potrebbe sembrare fattibilissimo nella realtà invece ad oggi è quasi impossibile trovare 30 soci (reali) da 20/30 mila euro, perchè anche se le cifre possono sembrare basse (per modo di dire) nell’economia di oggi per il 99,9% degli imprenditori locali (indebitati) sono utopistiche per non parlare del fatto che poi sono cifre che dovranno essere riversate ogni anno anche se lei dice che si possono abbassare in… Leggi il resto »
Il suo discorso è giustissimo e anche la sua soluzione potrebbe esserla. 30 soci da 20 mila euro si potrebbero trovare per divertirsi con un giocattolo di pregio qual è la Samb. Il problema è che non ci sono trenta intenzionati a… giocare perché il giocattolo non gli piace a sufficienza. In passato la media di perdita per ogni socio è stata mediamente di 10 mila euro annui per i dirigenti comuni. Ma perché l’avventura si è conclusa senza che nessuno avesse dato una lira per acquistare la Samb dai vari dirigenti: Venturato che ne divenne proprietario non attenuò in… Leggi il resto »
Per non parlare della compravendita dei giocatori cosa che non avviene nei dilettanti, lì si nei pro si inizia ad avere veramente un capitale (umano) da far fruttare ma solo se si ha le doti di riconoscere dei piedi buoni, ricordo quando un anno l’ascoli con la vendita di Eddy Baggio (2,5 mld di lire) ci si pagò un intero campionato.
Appunto. Manca solo un po’ di coraggio iniziale e certamente la necessità di far lavorar persone oneste e competenti
più che il coraggio mancano le 30 persone disposte a sopportare l’onore maggiore di una simile struttura societaria,
Vado un attimo fuori tema . Chiedo :come mai da nessuna parte leggo di quel che dovrebbe avvenire nell’ area Brancadoro ? Non interessa anche alla Samb ? Ho visto la locandina di altro giornale che ne parla e dice anche che Moneti non e’ d;accordo su un certo tipo di investimento sull’area . Cosa sapete a questo proposito ??
Confermo ed ho già risposto molto dettagliatamente, forse troppo.
Una piccola riflessione: si cercano i €150.000 per un buon campionato. Per me ci sarebbe una soluzione ma ahimè si torna al problema stadio. Due amichevoli estive con squadre importanti (Bayern Monaco, Lazio ad esempio dato il gemellaggio e i rapporti con Lotito) fatte in serata ( problema illuminazione ) o alle 18:00.
Richiamerebbero almeno 10.000 spettatori ad una media di €15 o 20 a persona.
E tolte le spese ed la parte per l’altra squadra…….credo che già sarebbe un ottimo inizio!
Le grandi squadre si muovono solo per grandi guadagni. per questo vanno in Asia o in America
Nella società dei personalismi non vedo 30 soci che possano andare d’accordo, salvo che ce ne sia uno semplicemente molto più ricco e tutti gli altri che si accodano per convenienza, visibilità e agganci vari. Entella ed Ascoli ne sono l’esempio. Se non ci fosse stato Bellini tutti gli altri che ora partecipano e/o sponsorizzano non si sarebbero mai Messi d’accordo. Men che meno vedo questa possibilità di accordo a Sbt!
Lei è pessimista e magari a ragione, io no. ha pienamente ragione a definire la società attuale quella ‘dei personalismi ma le eccezioni esistono già e qualcuna se ne può aggiungere. Del resto negli anni 50 anche noi eravamo una novità mai vista. Speriamo bene anche perché in questo progetto ci vedo bene il coinvolgimento di Moneti e Bucci. Ripartire da capo con altri e senza imprenditori locali dentro la società lo ritengo sbagliato. Io una ricetta ce l’ho.
Purtroppo la trasparenza dalle nostre parti è un optional e la questione da lei evidenziata ne è la dimostrazione lampante. A tutti i giornali, e non tramite un’intervista, andrebbero elencati in modo chiaro tutti i termini dell’accordo e i motivi dell’investimento. Per capire chi ha ragione. A me risultano, magari mi sbaglio ma non credo, incontri pseudo segreti con Gaspari con la presenza di qualcuno (entrato nella stanza da porta secondaria) che non si doveva sapere e nulla più. A noi non è arrivato niente, magari arriverà e capiremo meglio quello che chiede Moneti. In ogni caso tutto, oltre che… Leggi il resto »
Anche se al momento non interessa alla Samb dati i problemi societari nell’area Brancadoro si decide il futuro di una delle due aree piu’ vaste con la Sentina di tutta San Benedetto escludendo la collina piu’ lontana . Se la Sentina e’ riserva regionale appare chiaro che la zona non edificata piu’ importante e’ quella in questione e se c’ e’ mancanza di trasparenza non e’ il caso di fare un casino infernale al riguardo? La famiglia Brancadoro e’ sempre stata penalizzata in nome di un finto bolscevismo che mirava a sviluppare le altre aree in mano ai noti faccendieri… Leggi il resto »
La pensiamo esattamente allo stesso modo. Ho scritto in una mia risposta le stesse cose, più o meno.
Per la trasparenza (non solo in questo caso) ci sarebbe veramente da fare un casino infernale.
Se si forma un comitato a tal fine ne prendo parte Sarebbe complementare al lavoro che stiamo facendo con questa testata. Grazie per il suo contributo ad un mondo migliore.
Nell’estremo Nord del nostro pallone c’è una realtà che avanza da anni e non ha mai fatto passi indietro. Il Südtirol, nel girone A della Lega Pro, ha una struttura societaria che ricorda quella del Barcellona. Una proprietà diffusa, non un proprietario ma 30 soci che si dividono il 90% delle quote societarie (ma il più grande detiene appena il 25). In più c’è un 10% nella mani di un azionariato popolare, 500 bolzanini che pagano 50 euro l’anno e sono proprietari anche loro di un club. da Rpubblica.it