SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un allarme durato appena tre giorni, dal 17 al 20 aprile. Poi il silenzio. Nel quartiere San Filippo Neri non si parla più dell’antenna telefonica 4G che, secondo qualcuno, sarebbe dovuta sorgere sui tetti di una palazzina di Via Ferri.

Decine di manifesti erano stati affissi sulle mura esterne delle abitazioni (“Per la salute dei nostri figli, per salvaguardare le nostre famiglie”, si leggeva), con tanto di invito a recarsi in massa a votare alle elezioni per la nomina del nuovo presidente di quartiere, che si sarebbero svolte domenica 19.

Dal momento che al primo giro non era stato raggiunto il quorum, il rischio concreto era quello ritrovarsi il Comitato di quartiere commissariato, o accorpato alla vicina Marina Centro. Ecco allora che recarsi al seggio risultava fondamentale, col calcolo del numero dei partecipanti più importante delle preferenze ottenute dai singoli candidati.

Fin dal principio avevamo riportato le smentite del Comune di San Benedetto in merito a eventuali installazioni: l’ente negava ogni tipo di comunicazione da parte dell’azienda telefonica. “Agli Uffici non è arrivato niente – affermò immediatamente l’assessore Canducci – siamo comunque muniti di un piano delle antenne che non prende in considerazione le abitazioni”. Una tesi confermata pure nei giorni successivi, fino alla vigilia della festività del primo maggio: in Municipio non è giunta alcuna domanda.

Il tema delle antenne telefoniche è storicamente delicato, in quanto porta con sé grosse dosi di preoccupazione e allarmismo. Volendo isolare ogni collegamento con le elezioni di quartiere, alcuni quesiti restano appesi.

Perché i timori dei residenti e del neo-eletto alla guida del Comitato non sono proseguiti anche dopo le votazioni? Perché non c’è più traccia degli avvisi che affrontavano l’argomento? E perché gli stessi manifesti sono stati eliminati una volta concluse le consultazioni? Mah.