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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Luca Vignoli è un veterano della politica sambenedettese. Da consigliere comunale e da assessore non ha fatto mai mancare le sue idee e opinioni riguardanti le varie tematiche della comunità. Vent’anni fa entrò nel mondo della politica con Alleanza Nazionale divenuta in seguito Fratelli d’Italia. In questo momento Vignoli, noto anche come stimato commercialista, sta attraversando una fase di transizione.

Gira voce che lei voglia lasciare la politica. E’ vero?

“Credo sia più corretto dire che sono in pausa di riflessione. Per un paio di motivi. Innanzitutto per una questione di tempo. Il mio lavoro da commercialista sta richiedendo più impegno rispetto al passato, non è facile quindi per me conciliare le due attività. Osservo la politica più da cittadino che non da politico e sono nauseato dall’attuale situazione politica, condita da litigi e pessimi esempi. Avverto anch’io la sorta di sfiducia che sentono nove cittadini su dieci nei confronti della politica. Stanno quindi venendo a mancare la passione e l’entusiasmo che avevo vent’anni fa.  Personalmente ho provato a fare il ‘salto di qualità’ candidandomi nel 2010 alle Elezioni Regionali ma non ebbi fortuna. Inoltre il Pdl, a livello nazionale, è scomparso. E’ rimasto sulla carta a livello locale ma è divenuto comunque astratto. Anch’io sento la mancanza di un punto di riferimento. Tempo fa avevo Gianfranco Fini come modello. Adesso fatico a trovarne uno. In questo momento mi sento politicamente indipendente”

Le sarebbe piaciuto fare il sindaco o è un ruolo troppo impegnativo?

“Fare il primo cittadino significa abbandonare completamente il proprio lavoro. Non esistono sindaci part-time per una città come la nostra. Di conseguenza avrei dovuto lasciare il mestiere di commercialista. Assorbe completamente tutti gli spazi, ambito familiare compreso. Svolgere il ruolo di consigliere comunale è di per sé già molto impegnativo. Però fare il sindaco mi sarebbe piaciuto per il confronto quotidiano che avrei instaurato con la gente. Ho piacere nell’ascoltare le testimonianze e i pareri della gente. A mio parere la politica dovrebbe confrontarsi ogni giorno con il cittadino e renderlo partecipe. E’ vero pure che la visione da parte del popolo nei confronti del politico è cambiata, in peggio. Quindi attualmente non è semplice avere un faccia a faccia con chi crede tutti i politici ‘ladri’ o incompetenti. Inoltre ricoprire la carica di sindaco non è così semplice. Molte volte capita di scontrarsi con i consiglieri comunali e in realtà non si ha l’autorità o il potere decisionale che molte persone invece immaginano”.

Se nel 2016 non sarà ancora in pausa di riflessione, proseguirà la sua attività politica con Fratelli d’Italia oppure anche in qualche lista civica?

“Sinceramente è ancora presto per fare questi ragionamenti. Adesso faccio parte idealmente di Fratelli d’Italia ma come ho detto prima, mi sento politicamente indipendente. Tutto in futuro può succedere ma fare adesso una previsione mi è difficile”.

Parliamo delle imminenti elezioni regionali. Qual è il suo pensiero inerente all’alleanza Forza Italia-Spacca?

“Piunti l’ha giudicata imbarazzante. Per me è semplicemente vergognosa e ridicola. Non esiste una strategia. Questa scelta di allearsi con Spacca non ha avuto giustificazioni logiche. Avrebbe avuto un senso se si fosse coinvolto anche Fratelli d’Italia e la Lega Nord che nell’immaginario collettivo rappresentano comunque il centro destra. E’ un’alleanza ridicola. Sta creando disagi anche a livello nazionale. E’ paradossale anche il fatto che Spacca abbia dichiarato che non vuole farsi vedere con Berlusconi durante la campagna elettorale. Questa vicenda rappresenta alla perfezione l’attuale situazione della politica. Confusa e non credibile agli occhi degli elettori”.

Chi vincerà, secondo lei, le elezioni regionali?

“Probabilmente il centro sinistra. Inoltre se il centro destra continuerà a farsi male da solo, il Pd vincerà per altri cinquant’anni. Secondo me Spacca prenderà, se si vuol prevedere proprio un exploit, al massimo il 10% o poco più. Un’incognita può essere rappresentata dal Movimento 5 Stelle ma credo non abbiano la forza per vincere”.

Lei prima ha fatto riferimento a Piunti. Tra lui e Gabrielli chi butterebbe dalla torre?

“(sorridendo) Nessuno dei due. Piunti a mio parere è un eterno indeciso. E’ un ‘cerchiobottista’. Raramente entra nel merito delle questioni o prende posizioni nette. Per fare il sindaco bisogna avere, invece, coraggio e decisione. Gabrielli credo si trovi in una situazione simile alla mia, attualmente distaccato dalla politica. Mi risulta che questa volta non ha voluto provare a candidarsi alle elezioni regionali, come del resto tutti gli altri esponenti della Forza Italia sambenedettese, tutti ‘cuor di leone’! “.

Quale sarebbe la soluzione più consona per far riavvicinare la gente alla politica?

“I cittadini hanno bisogno di buoni esempi. Le persone sono sfiduciate. Che fiducia possono avere i cittadini nelle Istituzioni se vedono che uno ruba i soldi pubblici invece di stare in carcere, ed è considerato semplicemente un ‘guascone’ ? Inoltre i servizi offerti devono essere all’altezza delle tasse. In Italia sono le più alte in Europa. Il cittadino è disposto a pagarle ma in cambio, giustamente, chiede un servizio migliore. La politica manca in questo momento anche di persone carismatiche, oltre che oneste. Non ci sono personaggi politici che ‘attraggono’ le folle. L’unica eccezione sembra Matteo Renzi. Si può discutere il suo operato ma non si può mettere in dubbio che abbia un forte carisma”.

E il metodo per far riavvicinare i sambenedettesi alla politica locale?

“Penso sia fondamentale la partecipazione e l’informazione. Il cittadino ha il diritto di sentirsi partecipe alle vicende della comunità ma deve essere informato correttamente. Mi viene in mente come esempio la questione Stadio. Chi sa, tra la gente, con esattezza come stanno le cose? Nessuno. L’amministrazione Gaspari non ha certamente brillato in questi due mandati. Però devo essere onesto nel dire che non è facile per un sindaco amministrare una città come San Benedetto. Oltre alle dispute con i vari consiglieri comunali, il primo cittadino di una località è quello che soffre di più riguardo ai tagli che lo Stato costantemente compie. Però se si vuol far modo di riavvicinare i sambenedettesi alle questioni della collettività, bisogna essere coraggiosi e far partecipare attivamente i cittadini. Il compito della politica è far conoscere, non nascondere”.