Confrontarsi con i propri competitor è una buona pratica per migliorarsi ed essere più competitivi nel contesto di riferimento. Infatti lo scopo di tale confronto è capire il modo con cui i diretti concorrenti operano nel contesto e con quali pratiche per prendere consapevolezza dei propri lati deboli, ed anche quelli forti, e spesso anche per copiare le best practice. La scelta dei competitor diventa dunque un aspetto fondamentale ed il modo efficace  quello di individuare realtà comparabili.

Dopo questo incipit, molti penseranno di aver sbagliato a cliccare articolo pensando di trovarsi di fronte a qualche estratto di un libro di marketing o di strategia, ma con la giusta contestualizzazione si può capire che si sta affrontando un tema di attualità per la città di San Benedetto.

Il contesto è la dichiarazione dell’ex assessore, ora candidato consigliere regionale, Fabio Urbinati: “Basta col derby stucchevole con Senigallia“.

Il linea di massima, vista la storia della nostra città, non posso che essere d’accordo con questa dichiarazione. Fino a qualche decennio fa nessuno avrebbe mai pensato che Senigallia fosse una città concorrente con San Benedetto, e non stiamo parlando solo di turismo, ma di gestione della città e del suo peso politico nelle scelte regionali, visto che di elezioni regionali che stiamo parlando.

Fino a qualche anno fa i confronti li facevamo con località ben più blasonate: ci si confrontava con Rimini e Riccione per il turismo, con i capoluoghi di provincia per il peso economico e politico regionale. Ora invece, sebbene Senigallia abbia avuto un eccellente sviluppo negli ultimi anni, dobbiamo avere l’onesta intellettuale di riconoscere il declino principalmente socio-economico della nostra città. Non voglio entrare nella dietrologia della caccia alle streghe sul di chi sia la colpa, ma come dicevo all’inizio il confronto è fondamentale per migliorarsi, evitare il confronto è un segno di debolezza. Il problema è che io aspirerei a confrontare la mia città con le primarie località italiane ed europee. Mi piacerebbe confrontare il turismo della nostra riviera con quello della riviera romagnola o con la Costa Brava e Valencia, ma vedendo i trend turistici negativi da 10 anni, al punto tale che abbiamo perso il primato regionale, le località confrontabili sono altre e  la realtà dei fatti ci impone di abbassare il tiro.

Il mio orgoglio cittadino (potremmo anche chiamarlo campanilismo di provincia) mi impone di smetterla di confrontarci con Senigallia e di puntare più in alto, ma al momento non avrebbe senso… un po’ come confrontare la Lega Pro con il Real Madrid: prima di arrivare a questo confronto se ne deve fare di strada e sopratutto serve un progetto. Ecco il progetto manca, e a mancare è proprio la cosa di cui si avverte più il bisogno.

Definire la visione futura della città non è solo propaganda politica o un esercizio di stile, ma deve essere un obiettivo da condividere sullo sviluppo e sul futuro della città ed i politici servono proprio a questo, cosa che negli ultimi anni hanno rinunciato a fare lasciando posto all’opportunismo di brevissimo periodo che ci ha lasciato con un pugno di mosche e l’avvio del declino cittadino.

Va bene cambiare realtà comparabile con la nostra città, ma adesso serve stabile a cosa ambiamo e come intendiamo aumentare il peso politico di San Benedetto. Questa è la grossa sfida che aspetta alla politica locale, ma che al momento non mi sembra ne abbia preso consapevolezza. Vediamo cosa succederà nei prossimi giorni.