SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Non mi sento sfiduciato, ma dispiaciuto sì”. Fabio Urbinati si è dimesso martedì mattina con una lettera protocollata in Comune alle 12.15. Subito dopo ha incontrato la stampa, non nascondendo il malumore per l’atteggiamento distaccato mostrato dal sindaco Gaspari.

“C’è stato un percorso di grande contrapposizione”, ammette l’ex assessore. “Spero che il male non venga per nuocere. Io non prendo le distanze dall’amministrazione con questo gesto. L’avessi voluto fare me ne sarei andato in altri tempi. Io e Benigni abbiamo una grande responsabilità. Non ci confronteremo col solo popolo delle tessere, bensì con tutti i marchigiani”.

La decisione di mollare, Urbinati l’aveva maturata da diverso tempo, così come quella di candidarsi per le Regionali. “Svolgo un ruolo esecutivo – spiega – sono convinto che si debba sgomberare il campo dai dubbi, per rispetto dei cittadini e delle istituzioni. Ci si sente più liberi. Mi meraviglio di chi si meraviglia. Le osservazioni andrebbero poste a chi rimane al suo posto. Ammetto però che se fossi stato un semplice consigliere comunale probabilmente non mi sarei tirato indietro”.

Urbinati ce l’ha soprattutto con Luigi Contisciani, presidente del Bim e pronto a correre in sostegno di Spacca: “Non so se è giusto che rimanga. Gestisce dei soldi, il rinnovamento va praticato, non predicato”.

Lo slogan della campagna elettorale sarà “Cambiare è la regola della vita”. E a chi gli fa notare che forse è fin troppo facile alzarsi dalla poltrona a meno di un anno dal termine del mandato di un’amministrazione tutt’altro che popolare, Urbinati replica deciso: “Mi sarei dimesso anche se la giunta si fosse insediata l’anno prima. Nel 2012 il Pd organizzò le parlamentarie. Ero l’unico renziano della prima ora spendibile, mi proposero di presentarmi e dissi di no. Era una grossa opportunità, molti mi rimproverarono”. E se l’avventura verso Palazzo Raffaello si concludesse male? Nessuno crede fino in fondo che non strizzerebbe l’occhio per una candidatura a sindaco. “Sono convinto che le cose andranno per il verso giusto, al resto non penso. Poi tutto può succedere. Auspico che il Pd già da ora inizi a discutere delle amministrative del 2016”.

Poche parole infine sul suo successore. Urbinati abbandona deleghe pesanti quali Bilancio, Pesca e Attività Produttive: “Sono stato assessore nei tre anni peggiori della storia d’Italia. Non so se Gaspari nominerà qualcuno o ridistribuirà gli incarichi. Se fossi rimasto pur senza praticare avrei continuato a ricevere l’indennità, non sarebbe stato corretto”.