SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nella giornata del 14 aprile Aldo Verdecchia, fondatore dell’associazione antipedofilia “Giù le mani dai bambini”, salito alla ribalta dei media nazionali a suo malgrado per un grave fatto di cronaca, ha indetto una conferenza stampa. In questo incontro ha fornito notizie riguardo a un processo penale che il 16 aprile, alle 9, sarà dibattuto presso la Corte di Appello di Ancona nei riguardi di due soggetti accusati di reati ai danni dell’associazione e dello stesso Aldo Verdecchia.

Gli imputati, nel 2002, si presentarono a nome del Governo Berlusconi per sostenere l’associazione e invece, a detta di Verdecchia, rovinarono e diffamarono il movimento con comportamenti non idonei. Furono indagati e rinviati a giudizio diretto dalla Procura di Ascoli il 22 ottobre 2009. Furono giudicati e assolti dal giudice Filippello per insussistenza dei fatti addebitati il 4 novembre 2011. Una sentenza che Verdecchia non ha mai accettato.

Il 10 febbraio 2012 propose appello alla Procura di Ascoli. Aldo Verdecchia rivendica le sue convizioni: “Le attività che gli imputati svolgevano (spiegate e documentate nella querela sporta nei loro confronti) erano note da anni all’Ufficio Criminalità Organizzata presso il comando generale dei Carabinieri ed erano state a suo tempo segnalate anche alla Sas (Squadra Antisette del Ministero dell’Interno)“.

Aldo Verdecchia ha voluto rendere pubblica questa vicenda per i seguenti motivi: “L’associazione antipedofilia Giù le mani dai bambini a seguito della condotta degli imputati ha dovuto cessare l’attività. Ciò ha causato un aumento di Movimenti Settari che adescano i nostri giovani e distruggono famiglie dal punto di vista patrimoniale e fisico. La nostra associazione aveva ottenuto riconoscimenti anche dal Parlamento Italiano ed eravamo il faro di molte famiglie colpite dalla piaga della pedofilia. Spero che il processo d’Appello faccia emergere la tanta attesa verità”.