SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Oikos. Casa in greco, quando chiediamo al presidente Vincenzo Agostini se il nome dato alla squadra sambenedettese di tennistavolo sia stato scelto miratamente per richiamare un senso di appartenenza e sicurezza ci risponde che no, il nome “è semplicemente eredità di un vecchio sponsor operante nel settore immobiliare, ma che” -sorride- “in effetti non ci poteva essere coincidenza migliore visto che l’aria di casa tra di noi si respira eccome”.

Inizia nel ’73 Agostini, con la parrocchia Sant’Antonio, e non poteva essere altrimenti, l’oratorio è infatti da sempre l’habitat naturale del ping-pong e dei suoi appassionati. Certo però che qui si va oltre il semplice svago dei pomeriggi dopo il catechismo visto che il ’73 è anche, continua lo stesso Agostini, “l’anno della prima affiliazione alla federazione italiana tennistavolo che avveniva in anni “in cui le Marche erano assolute protagoniste della specialità visto che, nello stesso periodo, S. Elpidio vinceva lo scudetto e, andando in avanscoperta, apriva la strada ai successi di Senigallia e a quelli di gente come Massimo Costantini, nato sotto l’ombra del Conero e vero e proprio mostro sacro del tennistavolo italiano, detentore tra l’altro di uno straordinario record: 22 anni consecutivi in nazionale precedendo in questa classifica gente come Silvio Piola e Dino Meneghin seppur stiamo parlando di sport diversi e con una longevità agonistica imparagonabile.

Eravamo rimasti però all’anno di grazia 1973, mentre i Pink Floyd incidevano il celeberrimo album The Dark Side of the Moon e in America scoppiava lo scandalo Watergate, il giovane Vincenzo Agostini si faceva le ossa sui tavolini di provincia. Più di quarant’anni sono passati da allora ma la passione pare immutabile e lo stesso Agostini ha il sorriso sulle labbra quando ci mostra le foto e i cimeli di una lunga carriera. Si è ritirato nel 2000 a seguito della morte di un amico e compagno di “tavolo” ma da allora si è occupato della crescita del movimento sambenedettese, di cui la Oikos è l’unico rappresentante affiliato alla federazione. E i risultati sono arrivati: vittoria del campionato di C2 nel 2010, promozione in B2 nel 2012 con annesso record di vittorie (tutte vinte) fino ad arrivare, quest’anno alla prima e storica promozione in B1 arrivata con 3 giornate d’anticipo e vincendo ancora una volta tutte le gare. “Un risultato senza precedenti per noi” rivela con orgoglio lo stesso presidente “ancor più significativo se pensiamo che le vittorie di quest’anno (l’ultima e decisiva contro Roma ndr.) sono arrivate schierando in campo sempre gli stessi 3 uomini. Che poi uomini non sono, alcuni di loro sono infatti ragazzini come Argangel Gianmarino, “un vero prospetto futuro” assicura Agostini, che ha solo 15 anni e come Maurizio Colucci viene dall’Abruzzo, a loro si aggiunge il sambenedettese doc e figlio d’arte Alessandro De Vecchis, “parte integrante della squadra da quando era bambino praticamente” rivela lo stesso Agostini.

Dopo anni vissuti sulle montagne russe ecco quindi che per la stagione 2015-2016 ci si prepara per la nuova avventura in B1. Non senza difficoltà però. Lo stesso presidente mostra qualche preoccupazione in vista di un campionato che si preannuncia impegnativo “soprattutto perché non possiamo permetterci di affrontarlo con soli 3 giocatori, c’è sicuramente bisogno di forze fresche e tra loro ci dovrà per forza essere un giocatore di categoria, quest’anno con i pochi uomini a disposizione non potevamo permetterci neanche un raffreddore, ma per forza di cose il prossimo anno la situazione dovrà essere diversa”.

Ma il problema resto lo stesso, comune a tante realtà sportive che non hanno grande portata: i fondi. E se “con qualche sponsorizzazione negli scorsi anni siamo sempre riusciti a pagarci le trasferte, il prossimo anno però avremo bisogno di qualcosa in più perché i giocatori di categoria e di qualità vanno pagati così come le strutture ospitanti” ci spiega ancora il presidente. Anche il palazzetto dello sport è diventato troppo caro ecco quindi che si è aperta la caccia a una nuova struttura. Sembra ne abbiano trovata una adatta a Grottammare mentre per i nuovi giocatori e le sponsorizzazioni la ricerca è ancora in corso. Così come è ancora in corso la crescita della Oikos che, ci scommettiamo, non vorrà fermarsi qui.