SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo e pubblichiamo un comunicato, giunto in redazione, da parte di Mario Narcisi ex direttore del Dea dell’Ospedale di San Benedetto del Tronto e rappresentante territoriale dell’Aaroi-Emac.

“In questi giorni l’ingresso principale del nostro Ospedale, completamente rinnovato, si è arricchito di bellissime immagini del passato che raffigurano la nostra Città.

Indubbiamente un bellissimo decoro con gigantografie, scelte e posizionate con sapiente ed oculatissima attenzione, che riproducono gli aspetti e i luoghi più caratteristici della vita della Città e,  in particolare, una di esse mostra l’unica stampa esistente della Villa Voltattorni, dalla cui generosa donazione ebbe origine l’attuale Ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto. Tutto ciò è bellissimo e ne va dato atto alla Direzione dell’Ufficio Tecnico e a tutte le maestranze dell’Ospedale, che con questo nuovo arredo hanno risvegliato l’attaccamento della popolazione al proprio Ospedale contagiando tutti, anche i non residenti.

Purtroppo, però, quando vogliamo acquisire qualche merito o vogliamo sentirci importanti o abbiamo bisogno di qualche simbologia, dobbiamo ricorrere sempre al passato. Perché questo accade ? Perché la nostra generazione non è riuscita a creare niente di importante e se in qualche caso ci era riuscita ( Ospedale, Tribunale, Stazione FF.SS., Strutture turistiche, Porto ), non è stata capace, oggi, neanche di mantenere quello che di buono i nostri padri avevano fatto.

E questa incapacità di conservare trova la massima espressione ed evidenza nella situazione in cui si trova oggi il nostro Ospedale.

Il depotenziamento dell’Ospedale è l’emblema del fallimento politico dell’Amministrazione Comunale di San Benedetto del Tronto e dei suoi Rappresentanti regionali.

Ben vengano il bell’ingresso, le sale di aspetto più ampie e variopinte, il condizionamento dei locali, ma non si guarda al ridimensionamento avvenuto dei Reparti, alla loro perdita di operatività per carenze strutturali, di letti e di personale. L’Ospedale non è più capace di contenere l’afflusso dei pazienti ricoverati, tanto è vero che si è costretti ad ospitarli in settori non attinenti in quanto molte Specialità sono state ridimensionate.

Ancora diversi Reparti mancano dei loro Primari e in Ospedale non tutti i Reparti hanno lo stesso peso. I criteri di valutazione per i singoli Reparti, che normalmente si adottano, come:

  • il livello di responsabilità e di integrazione tra Unità Operative,
  • il numero di Medici assegnati ( dotazione organica ),
  • il numero del personale del Comparto assegnato,
  • l’entità del budget assegnato,
  • l’attività in continuità assistenziale H/24,

non sono tenuti in nessun conto, vista la priorità data, fino ad oggi, allo loro copertura Primariale.

Fino a quando l’Ospedale non avrà riacquistato la sua potenzialità di Base, non potrà chiamarsi Ospedale, ricordando che un tempo era rarissimo il dover trasferire un paziente”.