Dal numero 1025 di Riviera Oggi, in edicola.

Quasi dieci anni alla guida della città ed un quadriennio da vicesindaco all’interno di altri otto anni targati Perazzoli: in totale fanno sedici degli ultimi ventidue comandati dal centrosinistra. Eppure, quando c’è da scaricare qualche responsabilità, Giovanni Gaspari chiama in causa Domenico Martinelli, primo cittadino dal 2001 al 2005, con un mandato elettorale nemmeno completato.

In Consiglio Comunale dal 1988, Gaspari ha anticipato la caduta del muro di Berlino, le Coppe dei Campioni milaniste di Arrigo Sacchi, il primo ed ultimo scudetto della Sampdoria, le Notti Magiche di Italia 90. Un monopolio assoluto che lo vide protagonista pure dal ’93 al ’97, quando ricoprì il ruolo di capogruppo dei Ds.

Predestinato e fortunato. Perché se qualcosa va male o non funziona c’è sempre il capro espiatorio ideale, da scomodare e rispolverare.

MARTINELLI E LE CASE POPOLARI Martinelli è ad esempio il sindaco che per Gaspari “non lasciò nemmeno un appartamento da assegnare per le case popolari, né tanto meno un’azione in piedi”. Nel 2006 “il disastro era totale, mentre nel 2016 il successore troverà progetti che continueranno ad andare avanti, come la bretella”. Avete letto bene: la bretella.

MARTINELLI E LA SICUREZZA CITTADINA Stessa musica con l’emergenza movida. Furti? Aggressioni? Vandalismo? Tranquilli, con Martinelli andava peggio. “Quando ci insediammo c’era il far-west, c’era una deregulation totale, abbiamo fatto passi da gigante. San Benedetto gode di un appeal straordinario”.

MARTINELLI E GLI ALLAGAMENTI Ma il medico sambenedettese è anche colpevole degli allagamenti cittadini, in fase di azzeramento (?) grazie all’intervento provvidenziale della sinistra, in sella da quasi due lustri, mica da ieri. “Siamo partiti con anni di ritardo – accusa Gaspari – in passato la Ciip aveva fatto lavori altrove e non nella nostra città. Chi aveva governato non si era minimamente preoccupato di metterla in sicurezza. I cittadini hanno protestato con noi, pur sapendo che le responsabilità non potevano essere nostre”.

MARTINELLI E IL LUNGOMARE C’è poi il discorso del lungomare, che contraddistingue la breve esperienza dei berlusconiani in Municipio. Martinelli lo riqualificò per quasi un chilometro, finanziando in parte l’opera con la vendita di un immobile comunale.
Gaspari da nove anni si limita agli annunci, con la riqualificazione dei primi 400 metri del tratto nord che dovrebbe partire in autunno. “Se avessimo avuto pure noi una farmacia da vendere, avremmo realizzato il lungomare con facilità”, dichiarò tempo fa. “Martinelli fece un errore madornale: quando si vara un progetto si deve avere la capacità di farlo unitario su tutti i quattro chilometri di litorale. Andavano individuati i canali di finanziamento ed agire poco a poco. Ebbe l’ansia da prestazione, sapendo già che sarebbe andato via anzitempo”.
Per dovere di cronaca va precisato che in un’intervista a Riviera Oggi del 2003 l’ex sindaco affermò: “E’ falso dire che non abbiamo un progetto unitario. Il primo stralcio dell’opera fa parte di un progetto complessivo, ma non potevamo aspettare di avere 30 miliardi (di lire, ndr) in cassa per avviare i lavori. Così facendo non avremmo mai iniziato, perciò abbiamo deciso di cominciare”.