
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Partirà lunedì il progetto di accoglienza per senza tetto, figlio del protocollo d’intesa siglato tra Comune, il Gruppo di Umana Solidarietà e la onlus Ora et Labora.
Venti posti letto in una palazzina di Via Calatafimi (e non in zona Sacramentini come erroneamente annunciato da Gaspari in Consiglio Comunale) per un tempo massimo di permanenza di tre mesi, in alcuni casi rinnovabili.
L’ente investirà 36 mila euro e con una equipe filtrerà le richieste che successivamente girerà alle due associazioni. La casa di accoglienza presenterà un regolamento interno che escluderà persone con dipendenze da alcol e droga. Verrà inoltre garantita la sorveglianza notturna e l’assistenza psicologica a seconda delle esigenze.
Il progetto è destinato a uomini e donne single, con possibile apertura anche a nuclei familiari. “Nelle grandi metropoli la presenza di clochard è all’ordine del giorno – dice il sindaco – a volte però si decide di vivere in strada per una sorta di scelta di vita. Esistono comportamenti che vanno al di là dei nostri schemi. Si tratta comunque di un’iniziativa che risolve il problema delle case parcheggio, dove il turn-over di fatto non esiste. Se uno ci entra, ci resta fino a quando non trova una situazione migliore”.
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Una struttura del genere, pure necessaria, deve necessariamente essere collocata in centro città? Sono stati interpellati i residenti ed i commercianti che d’improvviso si troveranno questa realtà come “vicino di casa”, con tutte le probabili problematiche che ne potranno derivare? Ricordo male io o qualche anno fa, proprio per problemi di ordine pubblico e relative proteste dei residenti, si rese necessario spostare la mensa aperta in zona centrale? Chi garantirà l’ordine all’interno della struttura e nelle sue vicinanze? La cooperativa? Se sì, con quali mezzi e quali poteri? Mi sembra una iniziativa pur lodevole, ma che andava meglio pensata e… Leggi il resto »