SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato, giunto in redazione, da parte di Ambiente e Salute nel Piceno

“Ancora una volta i fatti, purtroppo, confermano le nostre tesi. In questi ultimi mesi abbiamo affrontato e messo sotto il riflettore la valutazione dei rischi collegati alla realizzazione di uno stoccaggio del gas a San Benedetto del Tronto, affrontando sia le criticità dell’impianto di superficie legata alla distanza delle abitazioni, sia la parte geologica come la liquefazione dei terreni e i rischi sismici. In tutti e due i casi abbiamo avuto conferma da circostanze oggettive che si sono verificate nel giro di pochi giorni l’una dall’altra. 

Prima con il terremoto dei giorni scorsi localizzato sulla faglia sismogenetica situata a meno di due chilometri dall’impianto che ne dimostra la pericolosità e poi con l’esplosione nella mattinata del 6 marzo nella frazione di Mutignano nel comune di Pineto di un metanodotto che ha generato una lingua di fuoco alta 50 metri incendiando alcune abitazioni circostanti e provocando il ferimento di molte persone. Questo genere d’incidenti si verificano per una serie di combinazioni e di elementi pericolosi che creano un effetto domino là dove non vengono valutati correttamente i rischi.

La Seveso II è una normativa europea che disciplina gli impianti a rischio di incidente rilevante e pone una serie di vincoli per impedire l’esposizione ai rischi della cittadinanza, dei loro beni e dell’ambiente circostante. Il calcolo delle probabilità anche se minime non escludono l’incidente catastrofico che potrebbero causare questo genere di impianti e non esistono limiti di possibilità che lo rendono accettabile. Quasi sempre nel nostro paese accadano incidenti di questa natura, quando non si applicano le leggi che tutelano i cittadini e i territori o peggio se vengono male applicate.  

Ricordiamo che il gasdotto di approvvigionamento dello stoccaggio di San Benedetto del Tronto è collocato in piena zona abitata, ed è compresso, mentre a Mutignano trattasi di gas per uso domestico, quindi decompresso. Ricordiamo pure che la zona attraversata fu definita Sentina e quindi disabitata, mentre successivamente, a firma di solo 4 componenti del Ctr, venne rettificata in Agraria, zona abitata, ma per i magnifici 4 trattasi esclusivamente di errore banale. Non osiamo neppure immaginare le conseguenze su uomini e beni di un eventuale incidente di tipo Mutignano nel contesto di San Benedetto.

Restiamo sempre più convinti alla luce di queste ultime vicende della nostra posizione. L’impianto di stoccaggio è inutile, dannoso e estremamente pericoloso.  Auspichiamo e ci attendiamo che la Regione non indugi nell’avvio del procedimento di revisione della Via”.